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Arte in Italia. Giotto e la Cappella degli Scrovegni

Quest'anno l'Unesco ha dichiarato la Cappella degli Scrovegni in Veneto Patrimonio Mondiale dell'Umanità inserendo nella Lista il "ciclo degli affreschi del Trecento padovani", dando il giusto riconoscimento a capolavori assoluti dell'arte italiana e che appartengono davvero a tutta l'umanità.

Già nel 1997 Padova aveva avuto il riconoscimento per l'Orto Botanico e oggi il Padova Urbs picta che comprende otto luoghi: la Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo agli Eremitani, il Palazzo della Ragione, la Cappella della Reggia Carrarese, il Battistero della Cattedrale, laa Basilica e Convento del Santo, l’Oratorio di San Giorgio e l’Oratorio di San Michele è inserito nella prestigiosa Lista, un percorso artistico da ammirare partendo della Cappella degli Scrovegni il capolavoro di Giotto e dal ciclo degli straordinari affreschi del Trecento.

La Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova. Veneto

GIOTTO UNA VITA UNA LEGGENDA. Si racconta che un grande Maestro di fine Duecento un certo Cimabue, rimase talmente colpito dal disegno fatto su una pietra da un pastorello al lavoro con il suo gregge tra i pascoli del Mugello in Toscana, che decise di portarlo in città nella sua bottega di artista. Quel ragazzino povero ma con un talento naturale incredibile si chiamava Giotto e che, sempre si narra, superò in breve tempo per talento il suo Maestro. Così inizia in maniera romanzata la storia di Giotto di Bordone (1267) che ha più di altri inciso e innovato la pittura italiana del suo tempo da Nord a Sud della penisola, gettando le basi evolutive per tutti gli artisti del futuro movimento chiamato Rinascimento. 

L'ASCENSORE SOCIALE. Avere un "Dono di Dio" come poteva essere il saper dipingere, disegnare, scolpire rappresentava per l'epoca una specie di ascensore sociale che permetteva di lasciarsi alle spalle delle origini umili, contadine e spesso fatte di stenti e di fame, per salire molto in alto nella vita, anche di ranghi sociali ed arrivare ad avere in breve gloria fama e ricchezze. Ma non era un regalo, dovevi sgobbare, sporcarti le mani, sudare e soprattutto studiare e spesso, se eri fortunato, facendo gavetta per anni pulendo i pennelli e rubando con gli occhi nelle botteghe di altri artisti già affermati, potevi sperare. E Giotto era un uomo talentuoso, studioso, fortunato e per questo destinato all'eternità.

La Deposizione, Cappella degli Scrovegni a Padova

I VIAGGI E LE OPPORTUNITÀ. Come tutti gli artisti dell'epoca viaggiò tantissimo in tutta Italia sempre con grandi impegni di commesse pittoriche straordinarie su cui cimentarsi e accrescere l'esperienza e la fama, da Roma ad Assisi da Bologna a Ravenna da Rimini a Firenze fino a Napoli e poi un giorno fu chiamato a Padova.  Era una città del Nord ricca e sotto il dominio di Venezia con tutta la cultura immensa e unica che poteva avere la Serenissima affacciata e dominatrice dei mari e in continua contaminazione e fusione con tutto l'Oriente vicino e lontano.

A PADOVA CON IL BLU OLTREMARE. Fu chiamato da Enrico degli Scrovegni un banchiere molto noto e ricco in città, ma che aveva un problema: la reputazione del padre. Purtroppo questi aveva la fama di essere stato un grande usuraio, al punto tale da essere inserito da Dante in un girone dell'Inferno nella sua Divina Commedia e quindi sulla bocca di tutti e questa storia andava risolta e superata. Doveva assolutamente ripristinare il buon nome e pensò di chiamare il più noto e il migliore in quel momento sulla piazza, esperto come nessun altro in affreschi e soprattutto ammirato anche per la sua grande cultura e dedizione legata al tema religioso, ai valori e alla Chiesa. 

Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova. Veneto
Giotto quindi nel 1303 a 36 anni partì da Roma con il suo bagaglio pieno di cartonincini, carte, colori, pigmenti, pennelli forse in viaggio in carrozza verso Padova, per capire qualcosa di più sulla commessa. Lo immagino lì nella stanzona bianca e spoglia che si guarda intorno e con già negli occhi e nella mente l'idea di un progetto da realizzare, era anche architetto, ma soprattutto pronto a lavorare. Pensò di raccontare la storia della Vergine e di Cristo, con una suddivisione su tre livelli sulle pareti laterali con pannelli con scene illustrate e su due pareti intere e in una il Giudizio Universale e da persona colta quale era, con una storia in sequenza ispirata da fonti agostiniane, dai vangeli apocrifi e da testi medievali. E così tre anni dopo nel 1306 la consegnò regalando uno dei suoi capolavori assoluti della storia dell'arte italiana e occidentale. 
Il Giudizio Universale dalla Cappella degli Scrovegni a Padova. Veneto
L'OPERA. Costruì le scene dei pannelli con una ricchezza di colori straordinaria e con l'uso di un pigmento in silicato di sodio e alluminio detto "blu lapislazzuli" o "blu oltremare" molto costoso, o anche un altro più economico chiamato "azzurrite" per creare sfondi meravigliosi, spazi e profondità incredibili, dove ambientare le varie scene con tantissime figure inserite in soluzioni architettoniche prospettiche intuitive ma complessivamente risolte e con situazioni naturalistiche o addirittura oniriche come l'Inferno del Giudizio Universale, ma tutto sempre con un'alta narrazione sia emotiva che drammatica.

LA COMETA DI HALLEY. In una delle scene del ciclo di affreschi, quella della rappresentazione del Presepe, Giotto dipinse nel suo cielo blu una stella Cometa, che aveva sicuramente visto, perché nel 1303 solcò veramente i cieli dell'Italia e che gli esperti identificano come la Cometa di Halley che si ripresenta ciclicamente ogni 76 anni, l'ultima che ricordiamo è quella del 1986, la prossima nel 2026. L'Agenzia Spaziale Europea ESA per esplorare il passaggio della Cometa inviò nel 1986 una sonda dal nome Missione Giotto proprio in omaggio al grande artista italiano. Il simbolo del Presepe e della Stella Cometa nasce da qui, dalla Cappella degli Scrovegni e dal genio di Giotto. E questo capolavoro che è la Cappella degli Scrovegni va quindi protetto e l'iniziativa dell'Unesco tende non solo a diffondere le bellezze nel mondo ma soprattutto a creare una rete di protezione perché tutti possano avere la possibilità di ammirare i capolavori nel tempo.

IL CAMPANILE E L'ULTIMO CANTIERE. Dopo questo capolavoro continuò per anni la sua opera ad Assisi nella chiesa della Cappella della Maddalena, poi di nuovo a Firenze nella Chiesa di Santa Croce nella Cappella Peruzzi e poi nella Cappella Bardi. Infine la Repubblica fiorentina gli conferì il progetto e la realizzazione di un gioiello di architettura che è il Campanile del Duomo di Firenze. Dopo il disegno architettonico, diresse personalmente i lavori delle fondamenta e riuscì a vederlo crescere fino al primo ordine dei rilievi ma, dopo una vita di grandi imprese artistiche e gloria sulle spalle, la sua mente si spense a 70 anni (1337) senza peraltro riuscire a vedere il suo ultimo capolavoro finito. Il magico Campanile di Giotto.

Bruna Pisano©RIPRODUZIONE RISERVATA 

Il Presepe con la stella Cometa della Cappella degli Scrovegni a Padova. Veneto
La sonda nella Missione Giotto alla scoperta di Halley. ESA

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