INFOGRAFICA E DINTORNI

INFORMATION GRAPHICS E COMUNICAZIONE

Sandro Botticelli il pittore della crisi del nuovo secolo

La crisi di Botticelli il Maestro indiscusso del Rinascimento alle prese con le incognite e le paure del nuovo secolo, il cinquecento.

Guardando quest'opera a tempera la "Natività Mistica" del 1501 e conoscendo le opere del Maestro Botticelli, come la Nascita di Venere, dipinta solo 16 anni prima di questa, La Primavera e tutte le altre, non si può certo dire che nel suo animo non fosse successo qualcosa di molto inquietante e definitivo, di molto profondo, non solo una semplice evoluzione artistica di tarda età.

Natività mistica, 1501. Tempera su tela 108,5x75 cm, Londra National Gallery
LA FINE DEL SECOLO
Infatti il Maestro stava vivendo un periodo storico turbolento, la fine del'400 e l'inizio del '500. Prima la morte di Lorenzo de' Medici nel 1492 e la cacciata della famiglia da Firenze, e poi la venuta di un frate domenicano un certo Girolamo Savonarola. Questi, con predicazioni al fulmicotone nelle piazze toscane, aizzava gli animi delle folle e condannava sia i costumi che tutta la cultura del tempo e anche e soprattutto i suoi "artefici" considerati "i complici" di un periodo perverso e pagano, predicando il senso di colpa, la penitenza e l'espiazione. Con la minaccia finale della punizione divina come il Giudizio Universale da lì a breve sui colpevoli. 
Girolamo Savonarola di Fra Bartolomeo 1497
IL FALÒ DELLE VANITÀ
Queste condanne e predizioni di Giudizio Apocalittico imminente con l'avvento del nuovo secolo, non caddero nel vuoto e così anche Sandro Botticelli come tanti fu contagiato da questo vento di furore e condanna ed espiazione che incombeva nel tempo, e preso dal raptus e dal pentimento nel 1497 bruciò persino in un "falò delle vanità" insieme ai seguaci del frate che organizzavano questi scempi, oltre a vestiti lussuosi e oggetti d'arte anche alcuni suoi quadri rinnegando il suo passato. Possiamo dire un delitto mostruoso per il Rinascimento e la cultura mondiale.
Il Processo-Fondazione BEIC.
LA PAURA E IL PATIBOLO
Per farla breve alla fine il nostro frate, dopo essere stato scomunicato dal Papa Alessandro VI che lo detestava, fu processato e condannato a morte come eretico e scismatico insieme ad altri due frati Silvestro e Domenico. Nel 1498 fu portato al patibolo e prima impiccato e poi arso, per sicurezza, in Piazza della Signorìa a Firenze, dove oggi sorge la fontana del Nettuno eretta nel 1565. La sua invettiva e la premonizione di sciagure sulla città e sul mondo intero, lasciò nei secoli seguenti enormi lacerazioni, paure e incertezze che pervasero tutta l'Europa per generazioni di artisti. Sandro Botticelli ne fu talmente sconvolto che tutte le opere dipinte in quell'inizio '500 che tanto faceva paura, in una età matura intorno ai 60 anni e vicino alla morte avvenuta nel 1510, persero quell'ideale di bellezza pagana leggero ed etereo tipico del suo stile e assunsero un senso d'inquietudine e di ansia quasi di attesa del Giudizio Divino e dell'Apocalisse. 
 
LA NATIVITÀ MISTICA
Nella Natività Mistica del 1501 infatti si percepisce questo nuovo modo, diverso anche nella disposizione e nei gesti dei protagonisti. È tutto molto scuro e plastico e per esempio la grotta nella Natività è aperta e dietro si intravvede un bosco buio impenetrabile e inquietante. Un futuro incerto.
In basso tre angeli abbracciano in senso di pace degli uomini con l'alloro sulla testa quindi considerati con virtù e premiati per il loro comportamento sulla terra, lasciando in verità uno strano senso di rassicurazione per le loro anime in vista del Giudizio più che la felicità per la nascita di Gesù.
Sulla tettoia della grotta tre angeli intenti a cantare che rappresentano le tre virtù teologali della dottrina cattolica la Fede, la Carità e la Speranza, e infine un volo in alto nel cielo, una specie di cerchio angelico di 12 angeli con un'iscrizione in greco che tradotto esprime una speranza e un auspicio di un futuro migliore per tutta l'umanità. 
Insomma l'auspicio e la speranza anche per tutti noi in questi tempi difficili e la scelta di quest'opera per rappresentare questo Natale cerca proprio questa speranza di vita e futuro migliore per l'umanità. 
BUON NATALE 2021
Presunto autoritratto di Sandro Botticelli 1445-1510 in un dettaglio della sua Adorazione dei Magi (Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia)
©Bruna Pisano brunapisano_visual RIPRODUZIONE RISERVATA

Le Gallerie degli Uffizi di Firenze in cima al mondo

Le Gallerie degli Uffizi di Firenze in cima al mondo per bellezza e organizzazione
Un anno tutto d'oro questo 2021 che si sta chiudendo per l'Italia. Campione nelle proposte musicali innovative e dirompenti, nello sport con vittorie inaspettate e leggendarie e ora anche nell'arte. Abbastanza scontato diremmo, ma ora anche certificato con il primo posto nella classifica dei 20 musei 2021 scelti dalla prestigiosa rivista culturale britannica Timeout, che consacra ufficialmente le Gallerie degli Uffizi di Firenze al posto d'onore con la definizione "Migliore museo del mondo", ci conferma la grandezza dell'immenso patrimonio culturale e artistico dell'Italia.

Già inserite nei 100 di Time Magazine la rivista annuale “The World’s 100 Greatest Places of 2021″ l'ulteriore riconoscimento premia sicuramente uno dei luoghi magici più straordinari al mondo, per la ricchissima raccolta di opere consacrando così le celebri Gallerie museali fiorentine come uno dei musei e degli spazi espositivi più belli del mondo davanti al blasonatissimo Louvre.

Nell'infografica la Top Ten dei migliori musei del mondo secondo Timeout.

I dieci migliori musei al mondo ©infograficapisano RIPRODUZIONE RISERVATA

La Direzione delle Gallerie. Si premia evidentemente anche la gestione di Eike Scmidt, il poliedrico direttore, storico dell’arte tedesco, con un dottorato di ricerca con una tesi su “La collezione medicea di sculture in avorio nel Cinque e Seicento”, che ha saputo rendere ancora più forte il desiderio di visitare e ammirare la Galleria degli Uffizi che è già da tempo il museo più visitato d'Italia. Durante il lockdown poi, le dirette settimanali sui social dalle Gallerie fiorentine con la descrizione, spiegazione e soprattutto il racconto di molte opere, con le storie fantastiche delle vite degli artisti come Raffaello, Caravaggio, Botticelli fatte da professori e responsabili alla presenza dello stesso direttore, ha riempito il cuore di gioia e di bellezza mezzo mondo in collegamento, una vicinanza all'arte e alla bellezza che ha curato molte ferite.
Il Direttore degli Uffizi Eike Scmidt ©Antonio Viscido
Qui di seguito la classifica di Timeout dei 20 Musei citati, tutti straordinari e da visitare ognuno con la sua ricchezza e la sua storia e rappresentano bene la cultura e l'arte di tutti gli angoli del pianeta. L'Italia, la Francia, gli Stati Uniti, la Corea del Sud, la Grecia, la Cina, la Russia, l'Olanda e la Gran Bretagna, Spagna, Messico, Germania, Argentina, Sudafrica, Portorico, Brasile, Australia e Danimarca.

La Top Ten

1. GALLERIA DEGLI UFFIZI. Firenze
Ci sono così tante straordinarie opere in mostra alla Galleria degli Uffizi che uno potrebbe essere travolto dall'emozione e dopo qualche qualche capogiro, perdere persino l'equilibrio psicofisico per la bellezza, con una sensazione strana di malessere, come una specie di Sindrome di Stendhal. Di fronte ai capolavori di Sandro Botticelli o allo straordinario scudo dipinto da Caravaggio con il riflesso della testa mozzata della Medusa a cui è dedicata una sala dalle pareti rosse, o alle opere di Piero della Francesca si può solo restare stupefatti. Aperto nel 1581 conserva l'immensa collezione della Famiglia Medici e comprende oltre alla Galleria, il Corridoio vasariano, Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli. La Galleria ha una delle raccolte di dipinti del Trecento e del Rinascimento con alcuni capolavori assoluti di tutti i tempi oltre a opere della pittura europea, soprattutto tedesca, olandese e fiamminga. Sono presenti i grandi maestri italiani come Michelangelo Buonarroti, Pontormo, Simone Martini, Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, Caravaggio, Raffaello Sanzio, Giotto, Rosso Fiorentino, il Bronzino, Tiziano, Tintoretto, per l'arte europea il fiammingo Pieter Paul Rubens, Antoon van Dyck e Jan Brueghel il Vecchio i pittori tedeschi Albrecht Durer e Lukas Cranach il Vecchio insieme a Hans Holbein il Giovane, gli spagnoli Francisco de Goya e El Greco a cui sono dedicate intere sale. Si comprende il perché è definito come il "Museo migliore del mondo". www.uffizi.it

Una sala della Galleria degli Uffizi a Firenze.
2. IL LOUVRE. Paris
Certamente il Museo più vistato al mondo il Louvre di Paris, che originariamente era una fortezza poi la Reggia di Luigi XIV il Re Sole e infine nel 1793 trasformato in museo al pubblico. Negli anni '80 fu posizionata una piramide di vetro e acciaio di Ieoh Ming Pei che ha aggiornato il Louvre da museo nazionale soffocante a meraviglia architettonica luminosa, e gli ha anche conferito un'atmosfera molto  "leggera". La  Gioconda di Leonardo da Vinci è sicuramente una delle opere più iconiche e più viste del Palazzo, ma il Louvre possiede una delle più straordinarie collezioni al mondo tra oggetti e opere di maestri nazionali e internazionali, con un calcolo approssimativo oltre 380 mila. Padiglioni interi sono dedicati all'antica Grecia, all'antico Egitto e all'arte della Mesopotamia. Alcuni maestri e opere: Leonardo da Vinci, Paolo Veronese, Michelangelo Antonio Canova, Jacques+Louis-David, Eugène Delacroix, Nike di Samotracia, Venere di Milo, Codice di Hammurabi. www.louvre.fr

3. MUSEUM OF MODERN ART. New York
Il MoMA è uno dei musei preferiti dagli artisti. Ha una tale collezione che certamente si propone come portatore di una visione d'insieme dell'arte moderna mondiale con progetti architettonici, opere multimediali oggetti di design, oltre a dipinti e sculture. È stato lanciato con una retrospettiva di Picasso nel 1939, ha poi proseguito negli anni a seguire a stupire ed il Museo è stato sicuramente un protagonista importante della storia dell'arte contemporanea. Qualsiasi iniziativa messa in campo al MoMA diventa un caso, una tendenza o una argomento di cui parlare e discutere. Ospita circa 150 mila opere di maestri come Umberto Boccioni, Paul Cézanne, Salvator Dalì, Claude Monet, Marc Chagall , Vincent Van Gogh, Pablo Picasso, Jackson Pollock, Kathy Acker, Jean-Michel Basquiat e Mark Rothko. www.moma.org
Una sala espositiva del MoMa a New York

4. NATIONAL MUSEUM OF MODERN AND CONTEMPORARY ART. Seoul
Così come gli Uffizi anche l'MMCA ha intrattenuto molti amanti dell'arte durante i lockdowns, con le dirette sui social e hanno fatto in modo da rendere meno pesante con la consolazione della bellezza dell'arte della creatività mondiale. Il Museo Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, è un museo coreano di arte contemporanea con una sede principale a Gwacheon e altre tre a Deoksugung, Seoul e Cheongju. Il museo è stato istituito nel 1969 come l'unico museo d'arte nazionale del paese e ospita l'arte moderna e contemporanea della Corea oltre a quella internazionale di diversi periodi storici. Tra gli artisti presenti il pioniere dell'arte astratta coreana Yoo Youngkuk oltre a Joseph Beuys, Andy Warh, Michelangelo Pistoletto, e la videoarte di Nam June Paik. www.mmca.go.kr

Un padiglione del Museo MMCA di Gwacheon in Corea

5. NATIONAL MUSEUM OF AFRICAN AMERICAN HISTOR AND CULTURE. Washington DC
Parte dello Smithsonian, il National Museum of African American History and Culture propone uno sguardo completo sulla storia razziale degli Stati Uniti. È allo stesso tempo affascinante e devastante, con mostre incentrate sulle promesse tradite dopo la guerra civile americana e sull'eredità della violenza della polizia. Venne istituito nel 2003 in seguito all'emanazione di una legge del Congresso e la sua progettazione affidata allo Smithsonian Institution, che detiene ancora oggi la struttura assieme ad altre 19 tra musei e gallerie. Aperto nel 2016 ed è divenuto l'unico museo nazionale dedicato esclusivamente alla documentazione della vita, della storia e della cultura afroamericana. L'esterno progettato dall'architetto ghanese David Adjaye con una intricata lavorazione in ferro a ricordo del lavoro degli schiavi venuti dall'Africa. 35 mila le opere presenti che affrontano ogni aspetto dell'esperienza afroamericana, dalle arti, alla schiavitù, dai movimenti per i diritti civili allo sport e molto altro ancora. www.nmaahc.org

6. MUSEO DELL'ACROPOLI. Atene
Il Museo dell'Acropoli ha attraversato molteplici cambiamenti da quando è stato pensato per la prima volta nel 1880 con varie proposte per conservare i manufatti scavati dal Partenone. Il museo oggi è uno spazio espositivo arioso ed elegante che può deliziare sia gli studiosi di storia che i turisti. La raffinatezza culturale della Grecia classica certamente trova il suo apice nei monumenti sulla collina di Atene, ma vistare il Museo dell’Acropoli resta un'esperienza meravigliosa. All’interno di questo capolavoro di architettura contemporanea, sono esposti i ritrovamenti degli scavi archeologici e nelle sue sezioni si ha la sensazione di "passeggiare" letteralmente sulla storia. Grazie anche al vetro che risulta essere il materiale predominante che caratterizza tutto il progetto e con la sua trasparenza, oltre a far penetrare la luce, offre scorci panoramici sulla straordinaria bellezza sull'Acropoli, facendo diventare questo Museo una vera e propria "casa di vetro" con opere esposte che mantengono la connessione con il luogo d’origine. La collezione è organizzata per piani seguendo un ordine sia cronologico sia tipologico. Da non perdere le due statue in argilla raffiguranti Atena Nike al piano terra e poi la galleria dove sono esposti oggetti votivi ritrovati all’interno di santuari e delle grotte dedicate alle divinità. Alcune oere presenti: Moscoforo, Cinque delle cariatidi dell'Eretteo, La Kore col peplo, L'Atena pensosa, Metope del Partenone di Fidia, Kore di Antenore, La Nike di Callimaco. www.theacropolismuseum.gr

Il Museo dell'Acropoli ad Atene

Il Museo dell'Acropoli ad Atene
7. MUSEUM OF QIN TERRACOTTA WARRIORS AND HORSES. Xi’an
Questi 8 mila guerrieri di terracotta con i loro cavalli venuti dal passato durante uno scavo nel 1974 a Xi'an, capoluogo dello Shaanxi in Cina, così riuniti intorno alla tomba del primo imperatore cinese Qin Shihuang sono uno spettacolo davvero emozionante. L'Esercito di terracotta o Armata di terracotta è un insieme di statue collocato nel Mausoleo e in realtà si tratta di un esercito simbolico, destinato probabilmente a servire l'imperatore nell'Aldilà. Due sono le teorie più comuni fra gli esperti, per quanto riguarda il motivo per il quale Qin ordinò la costruzione di questo esercito, la prima è che come imperatore dominatore dei due mondi dei vivi e dei morti avrebbe avuto bisogno del suo esercito e la seconda teoria, più romantica, che in realtà pensava esistesse davvero un altro mondo in cui svegliarsi e non avrebbe voluto mai stare da solo.
L'Esercito di Terracotta di Xi'an in Cina

8. HERMITAGE. San Pietroburgo
Il forziere russo dei tesori. Con Hermitage si indica il complesso architettonico di 5 edifici costruiti tra il XVIII e il XIX secolo e che ospita una delle più imponenti collezioni d'arte del mondo. Sono: il Palazzo d'Inverno, il Piccolo Hermitage, il Grande Hermitage, il Nuovo Hermitage e il Teatro dell'Hermitage. Il Palazzo d'Inverno finito nel 1762 fu progettato in pieno stile barocco da un architetto italiano Bartolomeo Rastrelli per la figlia di Pietro il Grande e faceva parte della reggia imperiale che ospitò le famiglie degli zar Romanov, per due secoli fino al 1917, anno dell'inizio della Rivoluzione d'Ottobre. Il museo conserva 3 milioni di opere e visibili al pubblico circa 60 mila e per questa ricchezza incredibile è uno dei musei più visitati al mondo. Le collezioni, inizialmente acquistate in tutto il mondo dalla famiglia dello Zar e in particolare dalla lungimiranza di Caterina II, vantano dipinti, stampe, disegni, opere classiche, armi, monete, libri rari come la biblioteca di Voltaire e reperti archeologici, come la raccolta degli oggetti d’oro, che gli artigiani sciti portarono dal Mar Caspio. Oggi ospita opere di artisti italiani tra cui Caravaggio, Giorgione, Leonardo da Vinci, Lorenzo Lotto, Michelangelo Tiziano, francesi come Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Claude Monet, Henri Matisse, fiamminghi e olandesi Pieter Paul Rubens, Rembrandt, Vincent van Gogh, spagnoli Diego Velázquez, Pablo Picasso e tanti altri. Tra i tesori del Museo statale dell'Ermitage di San Pietroburgo ci sono anche oltre 70 gatti che dalla metà del XVIII secolo custodiscono e proteggono le famose opere d'arte della galleria dalla voracità dei topi. www.hermitagemuseum.org

9. RIJKSMUSEUM. Amsterdam
Fondato nel 1800 a l'Aja poi spostato in un palazzo in stile neogotico di Amsterdam 85 anni dopo, di per sé già opera d'arte, con i suoi 40 meravigliosi Rembrandt e quattro preziosi Vermeer, il Rijksmuseum è sicuramente un museo imperdibile per chi vuole immergersi nella dimensione del XVII secolo olandese e fiammingo a cui sono dedicate 30 gallerie all'interno. Ospita sui 4 piani, 8 mila opere d'arte che non sono solo dipinti, ma stampe, disegni e sculture, con alcune sezioni dedicate al periodo che va dal Medioevo fino al Rinascimento. Ospita un considerevole padiglione unico in Europa d'Arte Asiatica proveniente da Cina, Giappone, Indonesia, India, Vietnam e Tailandia del periodo 2000 A.C./2000 D.C. Incredibile per bellezza la collezione di "casa delle bambole" che sono dei capolavori di arredi d'epoca che osservano la vita olandese in miniatura oltre ad un'area dedicata ai vascelli che ricorda il ruolo dei grandi commerci mondiali dell'Olanda. Che dire poi della Biblioteca pubblica progettata dall'architetto Pierre Cuypers e che possiede ampie raccolte di opere di storia dell'arte dei Paesi Bassi. www.rijksmuseum.nl

La Ronda di Notte il capolavoro di Rembrandt al Rijksmuseum di Amsterdam
10. TATE MODERN. London
La Tate ha quattro gallerie nel Regno Unito: Tate Liverpool, Tate St Ives, Tate Britain e Tate Modern quest'ultima è ospitata in un'ex centrale elettrica abbandonata nella Southbank di Londra, nelle cui gallerie viene esposta una vasta collezione permanente d'arte moderna internazionale, insieme a diverse mostre di successo d'arte contemporanea che attraggono sempre una gran folla di visitatori. Venne inaugurata nel 2000 e l'edificio ha mantenuto la struttura originaria su cinque piani con una ciminiera di quasi 100 metri, nell'ampio spazio della Turbine Hall, dove si trovavano i generatori elettrici, da ottobre a marzo vengono esposte opere di artisti contemporanei appositamente commissionate. Si possono ammirare opere di artisti italiani come Amedeo Modigliani, Umberto Boccioni, Giorgio De Chirico, molte di grandi pittori francesi di vari periodi come Pierre Bonnard, George Braque, Paul Cézanne, Mar Chagall, Paul Gaugin, Paul Gaugin, René Magritte, Henri Matisse, l'espressionista tedesco Paul Klee, il post impressionista olandese Piet Mondrian, i due geni americani Jackson Pollock e Mark Rothko, il surrealista spagnolo Salvator Dalì insieme a 3 opere di Pablo Picasso. Solo per citarne qualcuno. www.tate.org.uk
La Tate Gallery di Londra. La mostra di Rodin

La Top Twenty
Ecco tutti i musei “premiati” dalla rivista inglese Timeout:
    1. Galleria degli Uffizi (Firenze)
    2. Museo del Louvre (Parigi)
    3. MoMA (New York)
    4. National museum of Modern and Contemporary art (Seoul)
    5. National museum of African American history and culture (Washington DC)
    6. Museo dell’Acropoli (Atene)
    7. Museo dei guerrieri e dei cavalli di terracotta (Xìan, Cina)
    8. Hermitage (San Pietroburgo)
    9. Rijksmuseum (Amsterdam)
    10. Tate Modern (Londra)
    11. Prado (Madrid)
    12. Museo Nacional de Antropologia (Città del Messico)
    13. Museo ebraico (Berlino)
    14. Getty Center (Los Angeles)
    15. MALBA (Buenos Aires)
    16. Museo dell’Apartheid (Johannesburg)
    17. Museo de Arte de Porto Rico (San Juan)
    18. Instituto Inhotim (Brumadinho)
    19. Galleria Nazionale di Victoria (Melbourne)
    20.  La Louisiana (Copenaghen)

Fonte: https://www.timeout.com/arts-and-culture/best-museums-and-galleries-in-the-world; ©infograficapisano RIPRODUZIONE RISERVATA

I gatti dell'Hermitage custodi dell'arte e della cultura

Il Museo dell'Hermitage in Russia ospita da secoli una colonia di gatti molto attivi

Il primo fu Basil era di pelo folto e lucido bianco e nero ed era olandese. Fu importato al tempo di Pietro il Grande il fondatore di San Pietroburgo quando la cui figlia l'Imperatrice Elizaveta Petrovna nel 1747 decise di ricorrere ai gatti per liberarsi dai fastidiosi topi del Palazzo d'Inverno dell'Hermitage. Ne fece arrivare con un carico a decine in particolare dalla città di Kazan, la capitale del Tatartsana sul fiume Volga a 800 km da Mosca, che secondo gli esperti erano certamente i più forti, resistenti e i più abili nella caccia ai roditori di tutta la Russia.


Gli Aristogatti. Con l'Imperatrice Caterina II l'Hermitage si arricchì di opere straordinarie da tutto il mondo come Raffaello, Caravaggio poi Rubens, Rembrandt e Velasquez e altri, oltre a 4 mila opere di Maestri dell'Antichità e migliaia di oggetti e gemme preziose, diventando così il vero forziere dei tesori della Russia. Nel 1852 Caterina aprì le porte ai visitatori come primo Museo pubblico, ma dietro questo splendore di opere si celava un inferno di scale tubature scantinati un dedalo di magazzini dove l'opera dei gatti si rivelò determinante per la salvaguardia del patrimonio prezioso che il Museo stava acquisendo. Assegnò quindi ai felini lo status delle Guardie Reali, operando anche una distinzione: i più intraprendenti potevano correre e giocare per i cortili del Palazzo, i più tranquilli e sornioni erano ammessi a vivere anche nelle splendide stanze reali.
Vissero felici e contenti fino al 1917 quando con la Rivoluzione d’Ottobre lo zar Nicola II fu cacciato dal Palazzo d’Inverno e mentre veniva fatta una strage degli altri animali insieme ai loro nobili padroni, le colonie feline furono abbandonate e dimenticate nel Palazzo. I bolscevichi nazionalizzarono l’Hermitage, ed iniziò così un periodo difficile per la struttura, destinato a protrarsi per molti anni, fino a Stalin che vendette molte opere d’arte per finanziare il processo di industrializzazione del paese. Per citarne qualcuna le opere dei Maestri Antichi acquistati dall’industriale americano Andrew Mellon diventeranno il perno della collezione della nascente National Gallery di Washington D.C.
Ma il peggio doveva ancora arrivare con l'assedio di Leningrado da parte di Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale che durò 2 anni e 4 mesi dal 1941 al 1944 e che causò la morte di un milione e mezzo di persone. La collezione delle opere fu messa in salvo negli Urali e nelle sale deserte dell'Hermitage rimasero esposti solo pochi oggetti e qualche cornice vuota. Scomparvero in quel periodo difficile tutti gli animali in giro per la città compresi i volatili e ai gatti toccò la stessa sorte, furono sacrificati e divennero cibo per i custodi, così per la prima volta nella sua storia il Museo fu senza i suoi fedeli felini.
Finita la guerra si decise di assumere nuovi gatti dalla città di Novgorod e Pskov e dopo l'era di Stalin lentamente il Museo riprese una certa normalità, fino a preparare delle esposizioni con opere di pittori moderni. Negli anni '60 i gatti furono sfrattati di nuovo perché si decise che per eliminare i topi bisognava passare a radicali soluzioni chimiche, ma fu un disastro e da quel momento furono richiamati a riprendere la loro secolare "guerra contro i roditori" e furono così riassunti in servizio, con una carta d'identità e con mansioni ufficiali. Fino agli anni '90 era consentito loro di girare indisturbati nelle sale del Museo o dormire ai piedi di qualche dipinto di Rubens o di Van Gogh, ma con l'arrivo della dissoluzione dell'URSS e con la crisi economica che ne seguì, anche l'Hermitage e le sue colonie feline patirono e la loro sopravvivevano fu appesa ad un filo relegati negli scantinati del Palazzo d'Inverno. In seguito per salvarli fu promossa una campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi "Un rublo per un gatto" per il cibo e il sostentamento e fu trovata una nuova zona per ospitare la colonia. 
Il direttore dell'Hermitage Michail Borisovic Piotrovskij ©James Hill-NewYorkTimes

Il Direttore. Oggi grazie al direttore Michail Borisovič Piotrovskij archeologo e linguista russo, l'Hermitage ha ripreso tutta la sua imponente bellezza e fascino immortale. Anche se non possono più vivere tra le sale come al tempo dell'Imperatrice Caterina II, la direzione si è occupata della collocazione dei gatti più privilegiati e coccolati del mondo, assicurando loro un esercito di veterinari che ne monitorano lo stato di salute, oltre all'istituzione di una festa in loro onore e un ricovero sicuro per gli anziani "pensionati" che vengono dati in adozione solo a famiglie super selezionate e affidabili. 

La Galleria di ritratti. Per questo, in segno di omaggio verso questi felini protettori e custodi dell'arte, la direzione dell'Hermitage ha commissionato all'artista uzbeko Eldar Zakirov di dipingere dei sontuosi ritratti di figure di gatti in varie pose. Il risultato è Cats of the Hermitage, una serie di straordinari dipinti ad olio digitali con varie tipologie di gatto nei costumi della corte zarista.

L'artista visual di 38 anni Eldar Zakiroy è un geniale illustratore "visionario" con una varietà e capacità tecniche eccezionali, che gli permettono di spaziare tra generi, digital art e tecniche di lavorazione sorprendenti. Dalla sua biografia si legge che collabora con le principali riviste e agenzie di molti paesi, la sua arte è conosciuta e apprezzata negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Russia, in Australia e Ucraina. Laureato presso l'Istituto di Architettura e Costruzione di Tashkent come progettista di ambiente architettonico e pubblicità, nel 2006 ha vinto negli Usa il Grand Prize, il Golden Brush Award, nel concorso "Illustrators of the Future" di L. Ron Hubbard. 

È giusto affermare oggi che questi fortunati gatti rappresentano un po' la storia dell'Hermitage e si possono considerare, oltre a provetti cacciatori, dei veri e propri custodi dell'arte e della cultura allo stesso livello dell'importanza dei capolavori e delle gemme conservate nelle sale meravigliose di questo straordinario Museo, Patrimonio dell'Umanità.

Foto: Alcune immagini dell'autore. https://www.artstation.com/ldarro. The Hermitage Cats di Gol Nikolai e Haltunen Maria; ©Infograficapisano

Il patrimonio artistico, ricchezza e orgoglio dell'Europa

L'arte vissuta e l'arte percepita. Il patrimonio storico, artistico e culturale dell'Europa rappresenta la grande ricchezza del continente che unisce più di qualsiasi Trattato internazionale.

Molti cittadini europei hanno certamente la percezione di vivere in un continente straordinariamente ricco di cultura e di arte, ma conoscere più da vicino i loro sentimenti e le loro idee rispetto al futuro delle nuove generazioni e soprattutto alla tutela e alla conservazione di tale patrimonio millenario sarebbe utile, per una migliore visione d'insieme dell'Unione fatta di molti Stati e culture differenti. A questo ci ha pensato la Commissione Europea con un'indagine condotta sui cittadini di tutte le nazioni appartenenti alla UE con un questionario molto dettagliato con il fine di approfondire lo stato d'animo e il grado di consapevolezza della grande ricchezza del patrimonio culturale, storico e artistico presente nel vecchio continente.

In questa infografica, elaborata per la rivista Aggiornamenti Sociali, una sintesi delle domande di questa ricerca condotta per capire l'orientamento e la consapevolezza del valore del grandissimo patrimonio storico, culturale e artistico. Interessante il dato della percezione di vivere accanto a monumenti e opere d'arte con la Svezia che risponde positivamente all'87% mentre l'Italia che possiede il maggior numero di siti Unesco al mondo, 58, resta in coda come penultima con un 67% di vita percepita e vissuta accanto all'arte addirittura al di sotto della Media UE che è di 73%.

I risultati mostrano che la maggior parte dei cittadini dell'Europa vive a contatto quotidianamente con il patrimonio culturale e più di sette persone su dieci dichiara di risiedere vicino a qualche forma di patrimonio culturale come siti storici, musei, eventi tradizionali o festival; che la maggioranza considera questo patrimonio importante non solo per sé stesso ma per la comunità intera, per il proprio paese e per tutta l'Europa nel suo insieme; che quasi nove su dieci pensa che questo valore dovrebbe essere insegnato nelle scuole e che tre quarti ritiene che le autorità pubbliche dovrebbero destinare maggiori risorse al patrimonio culturale europeo e infine che più di due terzi desidera saperne molto di più.
Una sala del Museo del Louvre a Parigi
La percezione dell'arte vissuta
In tutta la UE la maggioranza degli intervistati ha dichiarato di aver visitato un monumento storico o un sito, che ha partecipato a un evento tradizionale o visitato un museo o una galleria, anche se in realtà c'è molta differenza tra un paese e l'altro. Ad esempio, quasi nove intervistati su dieci in Svezia hanno visitato un museo o una galleria nell'ultimo anno, rispetto a quattro su dieci intervistati in Romania. La maggior giustificazione per la poca partecipazione è soprattutto la mancanza di tempo, mentre poco più di un terzo fa riferimento a costi troppo elevati e poco più di tre su dieci dicono che la mancanza di interesse è il principale ostacolo all'accesso ai siti o alle attività del patrimonio culturale.
Una sala del Museo del Prado a Madrid
La forza della storia e della cultura europea
Il patrimonio culturale è considerato una forza positiva in Europa. Vivere vicino al patrimonio culturale può dare un senso di maggiore appartenenza all'Europa e non solo può migliorare la qualità della vita oltre a creare posti di lavoro, ma anche suscitare un certo orgoglio di appartenenza sentimento questo non solo legato al proprio paese ma anche rispetto al patrimonio dei paesi vicini. La maggioranza è inoltre concorde anche sulla cultura e sull'importanza determinante degli scambi culturali perché rafforzano il senso di "europeismo" oltre che a sviluppare una maggiore comprensione, accrescimento personale e tolleranza reciproca.
Piazza San Marco a Venezia e l'Acquedotto Romano di Segovia
La protezione del patrimonio dipende anche da noi
Gli intervistati sono propensi a pensare che le autorità dovrebbero fare molto di più per proteggere il patrimonio e in particolare le autorità nazionali e quattro su dieci pensano che l'Unione Europea dovrebbe agire di più in questa direzione e un terzo pensa che gli stessi cittadini dovrebbero attivarsi responsabilmente in questo settore.
Le nuove generazioni e la rete
Le opinioni dei giovani nella fascia 15-24 anni sono variabili. Sono i più inclini ad ammettere la mancanza di interesse come principale barriera alla visita di siti del patrimonio culturale o alla partecipazione ad eventi, ma sono in realtà anche i più propensi alla partecipazione se questa scelta può influenzare la destinazione delle loro vacanze. Questa fascia di età è anche la più assidua su Internet per scopi di ricerca di contenuti sul patrimonio culturale e sono i più propensi a pensare che l'Unione Europea come istituzione dovrebbe fare molto di più per la tutela dei beni, seguito da vicino dalle autorità nazionali e dai cittadini stessi.
Il David di Michelangelo a Firenze e il Museo Van Gogh di Amsterdam

Più in generale, nell'analisi socio-demografica, gli intervistati under 55 hanno più probabilità di aver partecipato a una qualche forma di patrimonio culturale nell'ultimo anno e che però sono più propensi a segnalare almeno un ostacolo o un problema alla partecipazione. L'analisi mostra infine che questa generazione ha un atteggiamento molto positivo e responsabile nei confronti del patrimonio culturale europeo e rispetto ai più giovani si espone di più in maniera personale con deciso coinvolgimento e dichiara che vivere vicino o all'interno di u continente con un tale patrimonio culturale e nello stesso tempo esserne coinvolti denota atteggiamenti e rafforzamento del concetto di unione di culture e popoli.

Il Sarcofago di Carlo Magno nella Cattedrale di Aquisgrana
Corridoio delle statue nella Galleria degli Uffizi di Firenze
Commisione Europea, Special Eurobarometer 466, Cultural Heritage. ©infograficapisano RIPRODUZIONE RISERVATA

COP26 dodici giorni per salvare il pianeta Terra

Le strategie globali per contrastare i cambiamenti climatici alla COP26

Ormai tutti sappiamo che il cambiamento climatico è strettamente legato alle emissioni globali di gas serra nell'atmosfera e che la causa primaria di questo danno è l'impiego di combustibili fossili. Sappiamo anche che a queste fonti è legata la produzione dell'energia necessaria al riscaldamento, ai trasporti e ai processi produttivi dell'industria ed è comprensibile la grande difficoltà che i governi mondiali hanno nel prendere provvedimenti importanti ma necessari. per ridurre veramente l'inquinamento e contenere così i cambiamenti climatici che sconvolgono molte aree del pianeta.

Sappiamo che per poter aumentare le possibilità di limitare l'aumento delle temperature medie di 2°C  bisogna riportare il dato a livelli preindustriali e limitarli a 1,5°C. In questo primo ventennio del 2000 siamo arrivati al massimo picco di emissioni globali e ora dobbiamo invertire la tendenza e creare una discesa. L'obiettivo è quello di arrivare con le emissioni nel 2050 inferiori del 40/70% rispetto al 2010 e in proiezione a zero nel 2100.

In questa infografica è molto chiaro che l'escalation del gas serra dal 1860 ad oggi è dovuta principalmente dalle attività umane. È un'elaborazione del rapporto di EEA "Shaping the future of energy in Europe: Clean, smart and renewable" e evidenzia i dati dell'inquinamento globale modellando un futuro di energia pulita, intelligente e rinnovabile. È chiaro il picco del 2020 e l'impatto sul futuro e anche che, secondo i dati Epa, il più grande inquinatore del mondo con il 30% di emissioni è la Cina.

Infografica Energia e Mitigazione dei cambiamenti climatici. Per Aggiornamenti Sociali. ©infograficapisano RIPRODUZIONE RISERVATA
Che cosa è la COP26
È una conferenza 2021 delle Nazioni Unite che si tiene dal 31 ottobre al 12 novembre in Scozia a Glasgow sotto la presidenza del Regno Unito a cui partecipano i leader di 190 paesi con il tema del contenimento delle emissioni e sui cambiamenti climatici. Ai leader e alle delegazioni dei Paesi partecipanti si uniscono 30 mila tra delegati, rappresentanti di governo, capi di Stato, imprese, attivisti, ecologisti e cittadini per dodici giorni di negoziati per concordare un piano d’azione coordinato per affrontare il cambiamento climatico. Per capire di più è necessario guardare indietro a un’altra COP a quella di Parigi

Nel 2015 ci fu la prima COP 21 con l'Accordo di Parigi con l’impegno di puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi e i Paesi concordarono che ogni 5 anni avrebbero presentato un piano aggiornato che rifletteva la loro massima ambizione possibile. Quest'anno l'appuntamento di Glasgow con la COP26 è l'occasione d'oro per aggiornare i piani di riduzione delle proprie emissioni dopo la grande pandemia di Covid-19.

L'inquinamento atmosferico delle polvere sottili
Il decennio fino al 2030 sarà cruciale perché gli impegni di Parigi non sono sufficienti a limitare il riscaldamento globale (tradurrebbero in un riscaldamento ben superiore ai 3 gradi entro il 2100 rispetto ai livelli preindustriali) per questo il vertice sarà decisivo per il futuro del pianeta. Se non invertiremo ulteriormente, le temperature continueranno a salire e l'obiettivo non sarà raggiunto. I negoziati sul clima costituiranno il più grande vertice internazionale che il Regno Unito abbia mai ospitato.
Allarme climatico in Cina
Una missione americana che analizza il ghiaccio del Polo Nord (Foto: NASA/Kathryn Hansen)

Disastri ecologici per l'affondamento di petroliere vicino alle coste
Ogni Paese presenterà una serie di ulteriori obiettivi di riduzione entro il 2030 che sono:
 
Accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone

Ridurre la deforestazione

Accelerare la transizione verso i veicoli elettrici

Incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili

Il vertice mira anche a lavorare e cooperare con i Paesi più esposti e già colpiti dai cambiamenti climatici e metterli in condizioni di:

Proteggere e ripristinare gli ecosistemi

Costruire difese, sistemi di allerta, infrastrutture e agricolture più resilienti per contrastare la perdita di abitazioni, mezzi di sussistenza e persino di vite umane. 

Per raggiungere i primi due obiettivi, i Paesi sviluppati devono mantenere la promessa di mobilitare almeno 100 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti per il clima entro il 2020-21 (un anno di ritardo viaa causa del Covid-9). Le istituzioni finanziarie internazionali dovrebbero fare la loro parte così come tutti e lavorare per liberare le migliaia di miliardi che la finanza pubblica e quella privata dovranno impiegare per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette globali. 

COP26 la più grande sfida del millennio
Tutto questo è possibile solo con nuove politiche green e il radicale investimento in opzioni nuove e più pulite. Ciò potrebbe significare che tutti i veicoli stradali diventeranno elettrici nei prossimi decenni, tutti i tetti saranno ricoperti da pannelli solari, tutti gli edifici isolati termicamente per prevenire la perdita di calore e tutti i prodotti progettati per durare più a lungo e che possono essere riutilizzati e riciclati facilmente. Potrebbe anche significare cessare le sovvenzioni per i combustibili fossili. Molti paesi continuano a sovvenzionarli, nonostante i ripetuti impegni per eliminare gradualmente tali sussidi nel futuro.
I ricercatori del Danish Meteorological Institute sul ghiaccio marino ridotto a pozzanghera. Foto di Steffen M. Olsen/Twitter
Anche gli orsi polari come vittime del riscaldamento globale
La desertificazione di molte aree del pianeta è direttamente legata al riscaldamento globale
Le fiamme nelle foreste di Kabylie, regione dell'Algeria (Ryad Kramdi)

Anche L'Europa colpita da frane e smottamenti. L'ultimo grave in Germania

La siccità avanza provocando desertificazioni in molte aree dell'Africa. Foto Fao

Le fiamme nel villaggio di Pefki, sull'Isola di Evia. Foto Angelos Tzortzinis/Afp

Un oleodotto ha provocato una fuoriuscita di petrolio inquinando oltre 30 km di spiagge e una palude protetta sulle coste di Orange Country California Photo Afp

Fonte COP26 https://ukcop26.org/it/iniziale/©nfograficapisano. RIPRODUZIONE RISERVATA

L'Italia e le sue 20 Biosfere protette dall'Unesco

Dalle Alpi alla Sila, dal confine orientale alle bianche spiagge di Budoni, dal primo traforo del Monviso alla Grotta di Maga Circe tutte le 20 Biosfere più straordinarie d’Italia.

Nel 1971 l’UNESCO ha avviato un Programma intergovernativo chiamato "L'Uomo e la Biosfera" “Man and the Biosphere” MAB per promuovere un nuovo rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso una maggior tutela della biodiversità e nello stesso tempo una attenzione ad un più corretto Sviluppo Sostenibile. L’obiettivo è quello migliorare le relazioni tra uomo e ambiente usando però un approccio scientifico, quello delle scienze naturali e sociali dell’economia e dell’educazione, per ottimizzare la vita delle persone e contemporaneamente proteggere gli ecosistemi naturali, appoggiando progetti innovativi e razionali finalizzati ad uno sviluppo economico adeguato nel rispetto dell’uomo, della cultura e dell’ambiente in cui vive. All’interno del MAB vengono identificate delle aree chiamate Riserve della Biosfera che comprendono varie tipologie di ecosistemi in cui si possono promuovere, con il coinvolgimento diretto delle comunità locali, attività di cooperazione scientifica, di ricerca e di sostenibilità e protezione ambientale. 131 sono attualmente i Paesi interessati al programma e le Biosfere identificate in totale nel mondo sono 727 di cui 20 sono in Italia.

Le 20 Biosfere italiane protette dall'Unesco ©infograficapisanoRIPRODUZIONE RISERVATA
I QUATTRO OBIETTIVI. Queste le finalità citate dal Programma UNESCO
IDENTIFICARE i cambiamenti della biosfera derivanti dalle attività umane e naturali e i conseguenti effetti sulle persone e sull’ambiente, in particolare nell’ambito del cambiamento climatico; STUDIARE le interrelazioni dinamiche tra gli ecosistemi e i processi socioeconomici, in particolare in un contesto di rapida perdita di diversità biologica e culturale; ASSICURARE il benessere dell’uomo e un ambiente vivibile in un contesto in cui la rapida urbanizzazione e il consumo di energia sono portatori di cambiamento ambientale; PROMUOVERE lo scambio di conoscenza dei problemi e delle soluzioni ambientali e rafforzare l’educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile.

Le prime a essere inserite nel Programma risalgono al 1997 per arrivare al 2021 con la nomina della ventesima Riserva che è il Monte Grappa nel Veneto. Qui di seguito tutte le indicazioni e una sintesi delle caratteristiche delle aree in sequenza per anno d’inserimento nel programma mondiale.

-Molise 1997 COLLEMELUCCIO-MONTEDIMEZZO Si trova nella provincia di Isernia e comprende due ampie foreste in un’area sub-montana, con picchi di oltre 1.200 m. e dove abbondano boschi di abeti argentati, querce, faggete tra villaggi sparsi nel territorio. Il paesaggio è caratterizzato da rilievi, pianure fluviali e lacustri e da alcune sorgenti d’acqua oltre alla presenza di numerose specie animali, tra le quali la salamandra occhialuta, la rana italica, il lupo grigio e la puzzola. Oltre a essere importanti aree per la conservazione della biodiversità, sono anche luoghi ideali per ricordare alle giovani generazioni il rispetto della natura attraverso l’attivazione di siti per ricerche scientifiche su flora e fauna. Esiste poi un’ampia rete di sentieri come Colle San Biagio fino a Montedimezzo, dove periodicamente si organizzano corse podistiche e mountain bike.

-Lazio 1977 CIRCEO Dal 2013 il territorio della Riserva si è esteso fino ai confini attuali includendo Sabaudia e San Felice Circeo e parte dei comuni di Latina e Terracina. Il Parco Nazionale del Circeo esiste per tutelare un ricco mosaico di ambienti e la sua origine, avvenuta durante la bonifica dell'intera area pontina, ha evitato il disboscamento dell'antica "Selva di Terracina", salvando il Lago di Sabaudia, la Duna Litoranea e il Promontorio del Circeo. Ci sono anche i laghi costieri di Fogliano, Monaci e Caprolace, che costituiscono uno dei più importanti ambienti umidi costieri d'Italia ma la caratteristica è nella sua diversità di ambienti. Le dune lungo la costa proteggono l'entroterra favorendo la crescita della selva che al riparo dalla salsedine ospita nel promontorio molti uccelli. L'Isola di Zannone, che fa parte dell'Arcipelago delle Isole Ponziane, con Ventotene, Ponza, Palmarola, Santo Stefano e Gavi, è l’unica a essere costituita da un insieme di rocce vulcaniche, metamorfiche e sedimentarie risalenti ad oltre 200 milioni di anni. Grazie a queste caratteristiche Zannone si differenzia dalle altre brulle dell’arcipelago con una ricca e compatta vegetazione mediterranea ben conservata e dove gli uccelli migratori amano soggiornare durante i loro viaggi.

Il Parco Nazionale del Circeo nel Lazio
-Friuli Venezia Giulia 1979 MIRAMARE Si trova a 7 km da Trieste vicino al confine con la Slovenia ed ha la forma di un promontorio roccioso carsico, con boschi e pascoli oltre a scogliere e spiagge sul mare con caratteristiche marine particolari, che conservano alti valori di biodiversità, l’obiettivo infatti è mantenere questa diversità biologica nell’ambiente marino con ricerca scientifica, attività di monitoraggio e tutela severa con divieto di pesca e passaggio di imbarcazioni. Sono presenti inoltre numerosi terrazzamenti con muretti a secco con coltivazioni di ulivi e vigneti e l’area è caratterizzata da piccoli villaggi e zone in cui è presente una proporzione notevole di residenti di origine etnica, culturale e linguistica slovena. Svetta sulla roccia il magnifico e caratteristico Castello di Miramare costruito nel 1856 dall’Arciduca Ferdinando Massimiliano di Habsburg. 

-Campania 1997 CILENTO E VALLO DI DIANO È caratterizzata da basse montagne di dolomite e tipici aspetti carsici come grotte e doline, mentre sulla costa si trovano scogliere, baie e spiagge sabbiose, con grotte marine e sorgenti. Una delle principali caratteristiche del territorio è l’alto livello di diversità biologica, legato alla grande varietà geomorfologica e climatica e anche grazie alle numerose tipologie di habitat ospita una grande varietà di fauna molto diversificata compresi gli uccelli predatori. È abitato da 220 mila persone dedite soprattutto all’agricoltura e alla produzione di olio, una antica tradizione risalente al Medioevo e ai monaci benedettini che piantarono i primi ulivi e l’area è nota per la presenza di importanti siti storici e archeologici come Paestum.

-Campania 1997 SOMMA-VESUVIO E MIGLIO D’ORO Comprende il vulcano attivo del Vesuvio che distrusse la città di Pompei i cui scavi, insieme alla zona archeologica di Ercolano e Torre Annunziata, sono già sito UNESCO. Il complesso vulcanico è costituito da due strutture ben distinguibili: la Caldera del Somma e il Gran Cono del Vesuvio. La Caldera del Somma è costituita dal monte omonimo semicircolare e rappresenta i resti dell’antico vulcano, da una vasta depressione la Valle del Gigante, suddivisa in Atrio del Cavallo e Valle dell'Inferno, che rappresenta la parte interna residua dell'antica Caldera dove si trova il più recente Gran Cono del Vesuvio di 1.281m, più volte distrutto e ricostruito nel corso delle eruzioni antiche e recenti. La flora presente nel territorio è di tipo mediterraneo e il complesso vulcanico è stato colonizzato da più di 900 specie, considerando quelle estinte e quelle più recenti. Nonostante la costante attività vulcanica nell’area della Riserva vivono circa 600 mila.

-Lombardia e Piemonte 2002-2018 TICINO VAL GRANDE VERBANO Comprende un territorio di oltre 332 mila ettari ed è ritenuto uno dei parchi fluviali più grandi d’Europa. Si trova lungo il fiume tra Piemonte e Lombardia e funziona come un importante corridoio ecologico tra le Alpi e gli Appennini all’interno della Pianura Padana urbanizzata e industrializzata. A Nord arriva fino al confine svizzero includendo l’intero ambito del Lago Maggiore, dei Comuni rivieraschi e di quel territorio che porta al Parco Nazionale della Val Grande e del Parco regionale del Campo dei Fiori. Vari sono gli ecosistemi e la Riserva, che è caratterizzata da paesaggi rurali tradizionali, con pascoli, campi di mais, conserva al suo interno numerose specie di animali e di tipi oltre ad avere al suo interno numerose zone archeologiche e storiche.

Ticino Parco Nazionale della Val Grande
-Toscana 2003 ISOLE DI TOSCANA È composta da 7 isole: Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri ed altre più piccole. Le isole racchiudono una grande diversità geologica, geomorfologica e biologica che ben rappresenta la regione mediterranea. Un grande parco nazionale queste isole nato per proteggere rare specie endemiche, tra cui l’animale più veloce del mondo: il falco pellegrino. Sono abitate da circa 30 mila persone e sono presenti 30 siti preistorici, etruschi e resti di ville romane. Storicamente Capraia, Gorgona e Pianosa furono luoghi di carceri e dopo la loro chiusura avvenuta negli anni ’90 queste isole sono riuscite a conservare l’ambiente sia di terra che di mare proprio grazie a queste limitazioni di accesso.

-Toscana 2004 SELVE COSTIERE DI TOSCANA Confermato nel 2016 con un territorio molto più vasto del precedente, si trova lungo la costa occidentale a ovest di Pisa, tra Viareggio e Livorno dove vivono circa 70 mila persone. Questa Riserva è ricca di biodiversità e include dune, acquitrini, pinete e zone agricole. Fondamentale la protezione delle dune costiere che, con le loro relazioni simbiotiche con i boschi limitrofi, proteggono dai forti venti marini l’entroterra e consentono la vita di molteplici specie di animali e specie rare di uccelli che spaziano anche tra i numerosi ed estesi acquitrini luogo idoneo alla loro riproduzione.
Il Falco Pellegrino
-Piemonte 2013 MONVISO È una Riserva transfrontaliera tra la Francia e l’Italia. Si trova nella regione delle Alpi e ha una grande varietà di ecosistemi in diverse condizioni climatiche che va dai 3.841m a 450 sul livello sul mare. Si estende su oltre 293 mila ettari che va dai due versanti del Monviso e incorpora molte valli: Valle Maira, Valle Varaita, Valle Po, Bronda e Infernotto e l’area del Saluzzese, di Racconigi e di Savigliano, oltre una parte della Provincia di Torino con i comuni di confine di Villafranca Piemonte, Pancalieri, Cavour e Bobbio Pellice in tutto oltre 260 mila abitanti. Nella parte bassa e pianeggiante è ricca di frutteti in alto si caratterizza per un tipico paesaggio montano. Ospita il “Buco di Viso”, la prima galleria alpina di 75 metri tra l’Italia e la Francia costruito nel XV secolo dai Marchesi di Saluzzo per facilitare lo scambio delle merci verso la Provenza.

-Calabria 2014 SILA Include il Parco Nazionale della Sila. La Riserva comprende un vasto altopiano e si estende tra 71 Comuni i cui abitanti principalmente svolgono attività di agricoltura, silvicoltura e allevamento. Il paesaggio è molto variegato con boschi, vallate, morene glaciali, laghi e sorgenti e questa varietà di ambienti naturali che è caratterizzato da diversi microclimi consente di mantenere la biodiversità e le specie tipiche del Mediterraneo. Nei boschi della Sila possiamo incontrare rari gatti selvatici, puzzole, scoiattoli, tassi e volpi.

Il Parco Nazionale della Sila in Calabria
-Toscana Emilia Liguria 2015-2021 APPENNINO TOSCO-EMILIANO Si estende nel territorio di 34 comuni dell’Appennino tra Emilia Romagna, Toscana e Liguria ed è sulla dorsale appenninica dal Passo della Cisa al Passo delle Forbici, e rappresenta il confine geografico e climatico tra Europa continentale e mediterranea. Un’area con una grande quantità di fortezze e edifici storici, siti geologici, vie storiche e pievi oltre a laghi glaciali in un dislivello geografico che va dai 2 mila m. del Monte Cusna con boschi, coltivazioni e pascoli ai 60 m. della Lunigiana. Questo territorio possiede oltre il 70% della biodiversità italiana con la presenza di 2.000 specie, di cui 122, tra uccelli, anfibi, rettili, mammiferi, pesci e invertebrati di alto interesse. È la terra di produzioni di eccellenza come il Parmigiano Reggiano e il prosciutto di Parma.

-Trentino Alto Adige 2015 ALPI LEDRENSI E JUDICARIA Si estende dalle Dolomiti di Brenta al Lago di Garda passando per le valli delle Giudicarie, la Val di Ledro e la piana dell’Alto Garda. In circa 30 km di estensione esiste un dislivello altitudinale accentuato con gli oltre 3.000 m. della Cima Tosa delle Dolomiti ai 63 m. del Lago di Garda. È un patrimonio di zone protette con parchi, riserve naturali ed è habitat per oltre 1.600 specie di flora e 149 specie di fauna protette, fra cui l’orso bruno, il lupo e la lince. È ricca anche di valori culturali come le Palafitte di Fiavé e di Ledro che fanno già parte dei cento siti archeologici alpini che sono patrimonio mondiale UNESCO. Interessa 11 Comuni con 16 mila abitanti e l’89,6% sono boschi e prati e le attività umane sono silvo-pastorali per un totale di 800 aziende agricole, zootecniche e apistiche.

La lince delle Dolomiti
-Emilia Romagna Veneto 2015 DELTA DEL PO È l’unico Delta di fiume esistente in Italia e una delle più grandi riserve nazionali di zone umide con sbocco a mare senza sbarramenti. È il più lungo tratto di litorale sabbioso italiano non antropizzato creato dall’azione del Po che nel corso dei secoli ha sedimentato i propri depositi alluvionali presso la foce creando il progressivo avanzamento della linea di costa. Ci sono vaste zone umide di acque salmastre che garantiscono la conservazione delle lagune oltre ad un insieme fluviale caratterizzato da un tratto di fiume di grandi dimensioni e portata, dune costiere e formazioni sabbiose, zone umide e isole fluviali con golene e lanche. La presenza e le attività dell’uomo si concentrano a monte e si diradano verso il delta del fiume e in totale l’area interessa 16 comuni di cui 9 in Veneto e 7 in Emilia Romagna. (Veneto: Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Adria, Ariano nel Polesine, Porto Tolle, Papozze, Corbola, Loreo; Emilia Romagna: Argenta, Codigoro, Comacchio, Mesola, Ostellato, Portomaggiore, Goro). La Riserva, oltre ad includere il sito UNESCO “Ferrara, Città del Rinascimento e il suo Delta del Po”, ingloba anche la Valle di Gorino, la Valle Bertuzzi e le Valli residue del comprensorio di Comacchio. Nel territorio sono presenti numerose testimonianze storiche e culturali di notevole interesse e alcune ville veneziane del 17° secolo.
I fenicotteri del Delta del Po
-Piemonte 2016 COLLINA PO È un territorio unico con una grande ricchezza ambientale, paesaggistica e urbana. La Riserva coinvolge 86 comuni dell’area metropolitana di Torino e si trova lungo l’asse del Po tra il tratto pedemontano torinese e quello dell’alta pianura verso est, quindi si concentra tra il fiume e la Collina Torinese. Sono presenti parchi, riserve naturali e numerosi siti inseriti nella Rete Natura 2000, che testimoniano l’elevata biodiversità del luogo. Ospita 14 habitat di interesse comunitario di cui 3 classificati come prioritari. Sono presenti alcuni tratti in cui il bosco ripariale e la naturalità complessiva si sono conservati a un buon livello ecosistemico nonostante le pressioni ambientali che insistono sul territorio. Esistono diverse attività quali l'agricoltura, l'industria, il turismo e le attività socio-economiche che rendono il territorio della Riserva un laboratorio per la sperimentazione e l’implementazione di pratiche di gestione sostenibile delle risorse naturali e culturali. Le attività agricole presenti sono caratterizzate da una grande attenzione al rispetto dell’ambiente e insieme a un calendario d’iniziative culturali  testimoniano una grande organizzazione e progettualità messe in campo per la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali, paesaggistiche e culturali.

-Sardegna 2017 TEPILORA, RIO POSADA E MONTALBO Il territorio è molto vario con picchi collinari e altopiani nell’interno e pianura verso la costa ed è costituito da un habitat unico nel suo genere con numerose specie endemiche come anfibi, rettili e invertebrati. La presenza dell’uomo risale al Neolitico ed è testimoniata da numerosi manufatti naturali e culturali ben conservati e all’interno della Riserva esiste un altro famoso sito UNESCO: il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna. In totale l’area riunisce 17 comuni di cui 5 in provincia di Olbia Tempio e 12 di Nuoro alcuni molto noti come Budoni, San Teodoro e Posada, la metà dei 50 mila abitanti risiede sui comuni affacciati sulla costa.

-Lombardia 2018 VALLE CAMONICA-ALTO SEBINO Si trova nella parte orientale della Lombardia ed è una delle più estese vallate delle Alpi centrali. Ha caratteristiche tipiche delle valli alpine e prealpine, modellate dal ghiacciaio dell'Adamello con forte dislivello altimetrico, con paesaggi di fondovalle e alte vette come le cime del gruppo dell’Adamello 3.539 m. per terminare nel Lago d’Iseo a 200 m. s.l.m. Sono presenti acque interne, fiumi e laghi, boschi e foreste, ghiacciai, prati e praterie e un gran numero di specie animali e vegetali di cui molte endemiche, proprio grazie alla varietà degli ambienti.

La volpe dell'Appennino
-Umbria 2018 MONTE PEGLIA Si trova alla confluenza del fiume Tevere e del fiume Paglia ed è un antico vulcano oggi spento. È caratterizzato da un sistema collinare circondato su tre lati dalla confluenza dei due fiumi, in cui emerge il Monte Peglia con un ecosistema costituito da una vasta area boschiva e un’importante presenza di fauna, flora e funghi. La Riserva si pone come punto di congiunzione tra le riserve naturali dell’Italia del nord e dell'Europa e le riserve del sud del paese, con un ideale prolungamento verso il Mar Mediterraneo e l'Africa. Nei 40.000 ettari del Monte Peglia si possono ammirare oltre mille specie vegetali, quali cerri, roverelle, lecci e si osservano ben 44 specie di mammiferi selvatici, oltre varietà di uccelli, tra cui la moretta tabaccaia. Oltre si trova il gatto selvatico, la martora, il falco pellegrino, il gufo reale, la salamandrina pezzata e quella dagli occhiali, il cavedano etrusco ed il gambero di fiume ormai scomparsi altrove.
L'Aquila Reale
-Veneto Emilia Romagna Lombardia 2019 PO GRANDE Si trova nel tratto centrale del Po, il fiume più lungo d’Italia e uno dei maggiori in Europa e si estende nell’area di 85 comuni in 3 regioni: Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia. L’ecosistema fluviale può essere definito un mosaico di vari sistemi ecologici con zone umide marginali, laghi, isole fluviali, foreste ripariali, prati igrofili, territori agrari e di bonifica del suolo. All'interno è caratterizzato da boschi e radure, ruscelli, stagni, argini e sentieri collegano i centri urbani, che testimoniano un passato ricco e tipico del paesaggio fluviale. L'area è dominata da numerose specie arboree, nelle aree di pianura alluvionale i boschi di pioppo si alternano ad ampi spazi aperti dedicati alla coltivazione di cereali e foragg

-Friuli Venezia Giulia 2019 ALPI GIULIE Interessa i territori del Parco delle Prealpi Giulie, della Riserva Naturale della Val Alba e del Parco Gran Monte e Sorgenti del Natisone e si estende lungo il confine delle Alpi Giulie slovene comprendendo il Parco nazionale del Triglav. Le due Riserve costituiscono una cerniera tra i paesaggi gli ecosistemi e le culture che s’incontrano tra il mondo latino e quello slavo. La natura biologica è determinata da diversi fattori tra i quali l’altitudine, le piogge abbondanti oltre alla sua collocazione biogeografica, una posizione favorevole tra aree alpine e continentali che risentono dell’influenza del Mediterraneo. Tra le diverse specie animali più diffuse ci sono gli orsi bruni, le linci, le lontre e i gatti selvatici, si svolgono molte attività all’aperto come una grande rete di sentieri diffusi, passeggiate, trekking ed escursioni in bicicletta. Gli 11 comuni interessati della provincia di Udine della Riserva sono anche impegnati nel completamento di una pista ciclabile internazionale dell’Alpe Adria e del potenziamento della vasta rete di musei e associazioni presenti sul territorio.

Il Lupo Appenninico
-Veneto 2021 MONTE GRAPPA È un’area localizzata nelle Prealpi Venete, con una superficie di 66.067 ettari. Comprende il territorio di 25 Comuni appartenenti alle Provincie di Belluno, Treviso e Vicenza e include il Massiccio del Grappa che circondato da una parte dalle aree pedemontane, a sud dalle colline e l’alta pianura che lo collegano alla Pianura Padana, a est e ovest con i fiumi Piave e Brenta che ne segnano il confine, distinguendo così i territori connessi con altri massicci della fascia prealpina veneta. Numerose sono le specie di flora e fauna sia endemiche che rare, molti i laghi eutrofici naturali, le lande alpine e boreali, le boscaglie. Il riconoscimento della Riserva intende valorizzare l’impegno delle comunità locali verso il raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, con il fine di migliorare il benessere della comunità attraverso il sostegno alla green economy, l’economia circolare e la responsabilità sociale d’impresa, oltre al contrasto allo spopolamento, oggi la popolazione residente conta 175 mila persone.
Il Monte Grappa in Veneto
Fonte dati UNESCO ©Infograficapisano RIPRODUZIONE RISERVATA

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