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I 10 peggiori sprechi di denaro degli ultimi anni

I 10 peggiori sprechi di denaro pubblico degli ultimi anni
Il "The Guardian" ha pubblicato una classifica dei dieci peggiori esempi di come nel mondo il denaro pubblico venga spesso utilizzato, tra corruzione, incompetenza e follie architettoniche, per progetti inutili il più delle volte inutilizzati o completamente abbandonati. La Russia con la costruzione dei faraonici impianti olimpici di Sochi forse è il peggiore scandalo mondiale costato ai contribuenti russi circa 40 miliardi di euro; 17 miliardi di euro invece ha investito la Corea del Sud per una serie di dighe rivelatesi poi con gravi problemi strutturali. Anche la Cina sbaglia il progetto di un ponte e tra la morte di numerosi operai e i gravi problemi di corruzione dei dirigenti l'opera rimane inutilizzata per problemi di sicurezza. Ci sono anche costruzioni "mostro" come "L'hotel della Sventura" in Corea del Nord o la "Torre di Benidorm" in Spagna. Anche la Germania butta 5 miliardi di euro dei tedeschi per un aeroporto fantasma tra episodi di corruzione e gravi problemi di progettazione.

L'Italia, nonostante gli innumerevoli casi conosciuti di sprechi miliardari di denaro pubblico degli ultimi anni, non entra sia per gli importi che per la grandiosità dei progetti in questa scandalosa classifica.


I 10 peggiori sprechi di denaro pubblico al mondo. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA


Quando "andar per mare" diventa ad altissimo rischio

Questa mappa è una rielaborazione grafica della "Mappa dei rischi marittimi" curata da Control Risks che ha raccolto informazioni e dati utili per identificare e segnalare zone marine a rischio per la navigazione sia da diporto che commerciale e militare. Il primo dato forte che salta agli occhi sono le controversie di molti Stati sulla delimitazione precisa dei confini marittimi e di navigazione delle proprie coste. Poi ci sono i rischi di azioni di piraterie con sequestri ed episodi di ancoraggio da parte di gruppi di criminali comuni, poi terrorismo marittimo e la circolazione di militanti appartenenti a gruppi estremisti.

Il luogo segnalato come il più ad "alto rischio" in assoluto è il Golfo di Guinea in Africa, segue il Mar di Celebes in Malesia tra il Borneo e le Isole Filippine, poi c'è la parte Meridionale del Mar Rosso tra il Corno d'Africa e l'Arabia Saudita, e infine la contestatissima area del Mar Cinese Meridionale che vede  un conflitto storico tra la Cina, le Isole Filippine, il Vietnam, la Malesia, l'Indonesia e il Brunei. In fondo alla lista dei posti più pericolosi si piazza una parte del Mar Mediterraneo con la Tunisia, la Grecia, l'Egitto e l'Italia pericolosamente affacciati sulla polveriera del Golfo della Sirte in Libya tra Tripoli e Bengasi.
Pericoli e rischi navigazione internazionale
Mappa dei pericoli in mare. Infograficapisano

Per i combattenti Isis scatta il "tutti a casa"

Sono 2.799 i Foreign Fighters di cui si conosce il ritorno nei propri Paesi di origine. La Tunisia con 6.000 partiti in forze ne conta tornare 625, così come la Turchia con 2.100 corsi a combattere per il Califfato se ne vede rientrare 600 sul suolo turco. In Gran Bretagna è alto il numero dei rientri con 350 e nell'Europa la Francia con 246, la Germania con 200 e la Svezia con 115 tornati a casa, sono i Paesi più a rischio di eventuali ipotetici attentati prodotti dalle "cellule". Molti anche in Belgio 118 e 70 in Austria. 

Anche in Asia, soprattutto in Indonesia, il ritorno è di 162 unità. Persino gli Stati Uniti che hanno visto la partenza di 150 militanti nei luoghi caldi delle battaglie del Califfato, ora ne conta il rientro di 40 sul suolo americano. Dall'Italia infine sono partiti per sostenere e combattere per l'Isis in 87 e ne sono rientrati 10. Dopo la sconfitta di alcune roccaforti in Siria e in Iraq di quest'anno si prevede a breve un altro massiccio "tutti a casa".
Foreign Fighters rientrati in Europa
I combattenti Isis di ritorno in Europa. Infograficapisano


I prodotti Made in Italy invadono il mercato mondiale

I primi sei mesi del 2017 vedono un incremento dell'export italiano nei Paesi dell'Europa con un +7,2% e un notevole +9,1% nel resto dei principali mercati mondiali. A sorpresa sono le grandi isole dell'Italia, la Sardegna con un record di +55,4%  e la Sicilia con un +42,9%, a guidare, con grandi performance, tutte quelle regioni che contribuiscono alla crescita del semestre 2017 soprattutto nel mondo.

In Europa ancora la Sardegna con un +37,4% e la Valle d'Aosta con un +28% in prima fila, con questi grandi numeri, ad aumentare  le vendite del made in Italy rispetto ai dati del primo semestre 2016. I settori maggiormente interessati sono la vendita di autoveicoli, boom per il Lazio con un +222,9%, i farmaceutici, chimico-medicinali e botanici e i prodotti petroliferi raffinati.
Made in Italy export record 2017
L'export italiano nel mondo. Infograficapisano

Il lungo cammino dell'Italia per colmare il gap

Il WEF (World Economic Forum) per la sua relazione 2017 sui rapporti di uguaglianza tra i sessi ha preso in esame alcuni dati e li ha messo a confronto in 144 Paesi. Questi fattori, a parte i soliti dati macro-economici, sono la scolarizzazione, l'aspettativa di vita, la partecipazione al mondo del lavoro, la posizione nella vita sociale, l'attività politica e la partecipazione al governo del proprio Paese. Con questi dati i Paesi Scandinavi la fanno ancora da padroni col massimo punteggio relativo all'uguaglianza nella società tra uomini e donne. 

La sorpresa di questa Top Ten è sicuramente il Ruanda, stato dell'Africa Orientale, che grazie ai dati relativi alla partecipazione femminile alla vita politica (61,3% rispetto a quello degli uomini di 38,7%), alla quasi parità nelle posizioni dirigenziali e all' 88,4% di donne che partecipano alla forza lavoro del proprio Paese, si guadagna una notevole quarta posizione. Soffrono gli Stati dell'Asia e del vicino Medio Oriente. L'Italia si posiziona all'82° posto dovuto principalmente ad una scarsa partecipazione delle donne al mondo lavorativo e anche alla quasi totale assenza in ruoli dirigenziali. La bassa partecipazione alla politica e al governo del Paese poi indica che la strada italiana che porta alla parità di genere è ancora molto lunga.
Uguagluanza donne uomini mondo
Le disuguaglianze secondo il World Economic Forum. Infograficapisano

Negli sprechi Milano la più virtuosa Potenza la peggiore

A Potenza in Basilicata spetta il primato delle maggiori perdite di acqua nelle reti di distribuzione con una % del 68,8; a seguire Campobasso, in Molise con 67,9% di spreco idrico. Le città capoluogo del Sud Italia, esclusa Napoli, in generale patiscono questo disservizio con oltre il 50% in quasi tutte le regioni. Il Nord invece risulta più virtuoso con il valore più basso a Milano con il 17% di spreco totale.

L' attività che consuma più risorse idriche in assoluto è l'irrigazione in agricoltura con un 51%, mentre il consumo delle famiglie si attesta al 20% del totale, con un consumo nei comuni capoluogo di provincia di 245 litri al giorno a persona. Infine la spesa mensile delle famiglie per la fornitura di acqua è di circa 13 euro.
Mappa consumo acqua in Italia
La mappa del consumo di acqua in Italia. Infograficapisano

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