INFOGRAFICA E DINTORNI

INFORMATION GRAPHICS E COMUNICAZIONE

Il patrimonio artistico, ricchezza e orgoglio dell'Europa

L'arte vissuta e l'arte percepita. Il patrimonio storico, artistico e culturale dell'Europa rappresenta la grande ricchezza del continente che unisce più di qualsiasi Trattato internazionale.

Molti cittadini europei hanno certamente la percezione di vivere in un continente straordinariamente ricco di cultura e di arte, ma conoscere più da vicino i loro sentimenti e le loro idee rispetto al futuro delle nuove generazioni e soprattutto alla tutela e alla conservazione di tale patrimonio millenario sarebbe utile, per una migliore visione d'insieme dell'Unione fatta di molti Stati e culture differenti. A questo ci ha pensato la Commissione Europea con un'indagine condotta sui cittadini di tutte le nazioni appartenenti alla UE con un questionario molto dettagliato con il fine di approfondire lo stato d'animo e il grado di consapevolezza della grande ricchezza del patrimonio culturale, storico e artistico presente nel vecchio continente.

In questa infografica, elaborata per la rivista Aggiornamenti Sociali, una sintesi delle domande di questa ricerca condotta per capire l'orientamento e la consapevolezza del valore del grandissimo patrimonio storico, culturale e artistico. Interessante il dato della percezione di vivere accanto a monumenti e opere d'arte con la Svezia che risponde positivamente all'87% mentre l'Italia che possiede il maggior numero di siti Unesco al mondo, 58, resta in coda come penultima con un 67% di vita percepita e vissuta accanto all'arte addirittura al di sotto della Media UE che è di 73%.

I risultati mostrano che la maggior parte dei cittadini dell'Europa vive a contatto quotidianamente con il patrimonio culturale e più di sette persone su dieci dichiara di risiedere vicino a qualche forma di patrimonio culturale come siti storici, musei, eventi tradizionali o festival; che la maggioranza considera questo patrimonio importante non solo per sé stesso ma per la comunità intera, per il proprio paese e per tutta l'Europa nel suo insieme; che quasi nove su dieci pensa che questo valore dovrebbe essere insegnato nelle scuole e che tre quarti ritiene che le autorità pubbliche dovrebbero destinare maggiori risorse al patrimonio culturale europeo e infine che più di due terzi desidera saperne molto di più.
Una sala del Museo del Louvre a Parigi
La percezione dell'arte vissuta
In tutta la UE la maggioranza degli intervistati ha dichiarato di aver visitato un monumento storico o un sito, che ha partecipato a un evento tradizionale o visitato un museo o una galleria, anche se in realtà c'è molta differenza tra un paese e l'altro. Ad esempio, quasi nove intervistati su dieci in Svezia hanno visitato un museo o una galleria nell'ultimo anno, rispetto a quattro su dieci intervistati in Romania. La maggior giustificazione per la poca partecipazione è soprattutto la mancanza di tempo, mentre poco più di un terzo fa riferimento a costi troppo elevati e poco più di tre su dieci dicono che la mancanza di interesse è il principale ostacolo all'accesso ai siti o alle attività del patrimonio culturale.
Una sala del Museo del Prado a Madrid
La forza della storia e della cultura europea
Il patrimonio culturale è considerato una forza positiva in Europa. Vivere vicino al patrimonio culturale può dare un senso di maggiore appartenenza all'Europa e non solo può migliorare la qualità della vita oltre a creare posti di lavoro, ma anche suscitare un certo orgoglio di appartenenza sentimento questo non solo legato al proprio paese ma anche rispetto al patrimonio dei paesi vicini. La maggioranza è inoltre concorde anche sulla cultura e sull'importanza determinante degli scambi culturali perché rafforzano il senso di "europeismo" oltre che a sviluppare una maggiore comprensione, accrescimento personale e tolleranza reciproca.
Piazza San Marco a Venezia e l'Acquedotto Romano di Segovia
La protezione del patrimonio dipende anche da noi
Gli intervistati sono propensi a pensare che le autorità dovrebbero fare molto di più per proteggere il patrimonio e in particolare le autorità nazionali e quattro su dieci pensano che l'Unione Europea dovrebbe agire di più in questa direzione e un terzo pensa che gli stessi cittadini dovrebbero attivarsi responsabilmente in questo settore.
Le nuove generazioni e la rete
Le opinioni dei giovani nella fascia 15-24 anni sono variabili. Sono i più inclini ad ammettere la mancanza di interesse come principale barriera alla visita di siti del patrimonio culturale o alla partecipazione ad eventi, ma sono in realtà anche i più propensi alla partecipazione se questa scelta può influenzare la destinazione delle loro vacanze. Questa fascia di età è anche la più assidua su Internet per scopi di ricerca di contenuti sul patrimonio culturale e sono i più propensi a pensare che l'Unione Europea come istituzione dovrebbe fare molto di più per la tutela dei beni, seguito da vicino dalle autorità nazionali e dai cittadini stessi.
Il David di Michelangelo a Firenze e il Museo Van Gogh di Amsterdam

Più in generale, nell'analisi socio-demografica, gli intervistati under 55 hanno più probabilità di aver partecipato a una qualche forma di patrimonio culturale nell'ultimo anno e che però sono più propensi a segnalare almeno un ostacolo o un problema alla partecipazione. L'analisi mostra infine che questa generazione ha un atteggiamento molto positivo e responsabile nei confronti del patrimonio culturale europeo e rispetto ai più giovani si espone di più in maniera personale con deciso coinvolgimento e dichiara che vivere vicino o all'interno di u continente con un tale patrimonio culturale e nello stesso tempo esserne coinvolti denota atteggiamenti e rafforzamento del concetto di unione di culture e popoli.

Il Sarcofago di Carlo Magno nella Cattedrale di Aquisgrana
Corridoio delle statue nella Galleria degli Uffizi di Firenze
Commisione Europea, Special Eurobarometer 466, Cultural Heritage. ©infograficapisano RIPRODUZIONE RISERVATA

COP26 dodici giorni per salvare il pianeta Terra

Le strategie globali per contrastare i cambiamenti climatici alla COP26

Ormai tutti sappiamo che il cambiamento climatico è strettamente legato alle emissioni globali di gas serra nell'atmosfera e che la causa primaria di questo danno è l'impiego di combustibili fossili. Sappiamo anche che a queste fonti è legata la produzione dell'energia necessaria al riscaldamento, ai trasporti e ai processi produttivi dell'industria ed è comprensibile la grande difficoltà che i governi mondiali hanno nel prendere provvedimenti importanti ma necessari. per ridurre veramente l'inquinamento e contenere così i cambiamenti climatici che sconvolgono molte aree del pianeta.

Sappiamo che per poter aumentare le possibilità di limitare l'aumento delle temperature medie di 2°C  bisogna riportare il dato a livelli preindustriali e limitarli a 1,5°C. In questo primo ventennio del 2000 siamo arrivati al massimo picco di emissioni globali e ora dobbiamo invertire la tendenza e creare una discesa. L'obiettivo è quello di arrivare con le emissioni nel 2050 inferiori del 40/70% rispetto al 2010 e in proiezione a zero nel 2100.

In questa infografica è molto chiaro che l'escalation del gas serra dal 1860 ad oggi è dovuta principalmente dalle attività umane. È un'elaborazione del rapporto di EEA "Shaping the future of energy in Europe: Clean, smart and renewable" e evidenzia i dati dell'inquinamento globale modellando un futuro di energia pulita, intelligente e rinnovabile. È chiaro il picco del 2020 e l'impatto sul futuro e anche che, secondo i dati Epa, il più grande inquinatore del mondo con il 30% di emissioni è la Cina.

Infografica Energia e Mitigazione dei cambiamenti climatici. Per Aggiornamenti Sociali. ©infograficapisano RIPRODUZIONE RISERVATA
Che cosa è la COP26
È una conferenza 2021 delle Nazioni Unite che si tiene dal 31 ottobre al 12 novembre in Scozia a Glasgow sotto la presidenza del Regno Unito a cui partecipano i leader di 190 paesi con il tema del contenimento delle emissioni e sui cambiamenti climatici. Ai leader e alle delegazioni dei Paesi partecipanti si uniscono 30 mila tra delegati, rappresentanti di governo, capi di Stato, imprese, attivisti, ecologisti e cittadini per dodici giorni di negoziati per concordare un piano d’azione coordinato per affrontare il cambiamento climatico. Per capire di più è necessario guardare indietro a un’altra COP a quella di Parigi

Nel 2015 ci fu la prima COP 21 con l'Accordo di Parigi con l’impegno di puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi e i Paesi concordarono che ogni 5 anni avrebbero presentato un piano aggiornato che rifletteva la loro massima ambizione possibile. Quest'anno l'appuntamento di Glasgow con la COP26 è l'occasione d'oro per aggiornare i piani di riduzione delle proprie emissioni dopo la grande pandemia di Covid-19.

L'inquinamento atmosferico delle polvere sottili
Il decennio fino al 2030 sarà cruciale perché gli impegni di Parigi non sono sufficienti a limitare il riscaldamento globale (tradurrebbero in un riscaldamento ben superiore ai 3 gradi entro il 2100 rispetto ai livelli preindustriali) per questo il vertice sarà decisivo per il futuro del pianeta. Se non invertiremo ulteriormente, le temperature continueranno a salire e l'obiettivo non sarà raggiunto. I negoziati sul clima costituiranno il più grande vertice internazionale che il Regno Unito abbia mai ospitato.
Allarme climatico in Cina
Una missione americana che analizza il ghiaccio del Polo Nord (Foto: NASA/Kathryn Hansen)

Disastri ecologici per l'affondamento di petroliere vicino alle coste
Ogni Paese presenterà una serie di ulteriori obiettivi di riduzione entro il 2030 che sono:
 
Accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone

Ridurre la deforestazione

Accelerare la transizione verso i veicoli elettrici

Incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili

Il vertice mira anche a lavorare e cooperare con i Paesi più esposti e già colpiti dai cambiamenti climatici e metterli in condizioni di:

Proteggere e ripristinare gli ecosistemi

Costruire difese, sistemi di allerta, infrastrutture e agricolture più resilienti per contrastare la perdita di abitazioni, mezzi di sussistenza e persino di vite umane. 

Per raggiungere i primi due obiettivi, i Paesi sviluppati devono mantenere la promessa di mobilitare almeno 100 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti per il clima entro il 2020-21 (un anno di ritardo viaa causa del Covid-9). Le istituzioni finanziarie internazionali dovrebbero fare la loro parte così come tutti e lavorare per liberare le migliaia di miliardi che la finanza pubblica e quella privata dovranno impiegare per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette globali. 

COP26 la più grande sfida del millennio
Tutto questo è possibile solo con nuove politiche green e il radicale investimento in opzioni nuove e più pulite. Ciò potrebbe significare che tutti i veicoli stradali diventeranno elettrici nei prossimi decenni, tutti i tetti saranno ricoperti da pannelli solari, tutti gli edifici isolati termicamente per prevenire la perdita di calore e tutti i prodotti progettati per durare più a lungo e che possono essere riutilizzati e riciclati facilmente. Potrebbe anche significare cessare le sovvenzioni per i combustibili fossili. Molti paesi continuano a sovvenzionarli, nonostante i ripetuti impegni per eliminare gradualmente tali sussidi nel futuro.
I ricercatori del Danish Meteorological Institute sul ghiaccio marino ridotto a pozzanghera. Foto di Steffen M. Olsen/Twitter
Anche gli orsi polari come vittime del riscaldamento globale
La desertificazione di molte aree del pianeta è direttamente legata al riscaldamento globale
Le fiamme nelle foreste di Kabylie, regione dell'Algeria (Ryad Kramdi)

Anche L'Europa colpita da frane e smottamenti. L'ultimo grave in Germania

La siccità avanza provocando desertificazioni in molte aree dell'Africa. Foto Fao

Le fiamme nel villaggio di Pefki, sull'Isola di Evia. Foto Angelos Tzortzinis/Afp

Un oleodotto ha provocato una fuoriuscita di petrolio inquinando oltre 30 km di spiagge e una palude protetta sulle coste di Orange Country California Photo Afp

Fonte COP26 https://ukcop26.org/it/iniziale/©nfograficapisano. RIPRODUZIONE RISERVATA

L'Italia e le sue 20 Biosfere protette dall'Unesco

Dalle Alpi alla Sila, dal confine orientale alle bianche spiagge di Budoni, dal primo traforo del Monviso alla Grotta di Maga Circe tutte le 20 Biosfere più straordinarie d’Italia.

Nel 1971 l’UNESCO ha avviato un Programma intergovernativo chiamato "L'Uomo e la Biosfera" “Man and the Biosphere” MAB per promuovere un nuovo rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso una maggior tutela della biodiversità e nello stesso tempo una attenzione ad un più corretto Sviluppo Sostenibile. L’obiettivo è quello migliorare le relazioni tra uomo e ambiente usando però un approccio scientifico, quello delle scienze naturali e sociali dell’economia e dell’educazione, per ottimizzare la vita delle persone e contemporaneamente proteggere gli ecosistemi naturali, appoggiando progetti innovativi e razionali finalizzati ad uno sviluppo economico adeguato nel rispetto dell’uomo, della cultura e dell’ambiente in cui vive. All’interno del MAB vengono identificate delle aree chiamate Riserve della Biosfera che comprendono varie tipologie di ecosistemi in cui si possono promuovere, con il coinvolgimento diretto delle comunità locali, attività di cooperazione scientifica, di ricerca e di sostenibilità e protezione ambientale. 131 sono attualmente i Paesi interessati al programma e le Biosfere identificate in totale nel mondo sono 727 di cui 20 sono in Italia.

Le 20 Biosfere italiane protette dall'Unesco ©infograficapisanoRIPRODUZIONE RISERVATA
I QUATTRO OBIETTIVI. Queste le finalità citate dal Programma UNESCO
IDENTIFICARE i cambiamenti della biosfera derivanti dalle attività umane e naturali e i conseguenti effetti sulle persone e sull’ambiente, in particolare nell’ambito del cambiamento climatico; STUDIARE le interrelazioni dinamiche tra gli ecosistemi e i processi socioeconomici, in particolare in un contesto di rapida perdita di diversità biologica e culturale; ASSICURARE il benessere dell’uomo e un ambiente vivibile in un contesto in cui la rapida urbanizzazione e il consumo di energia sono portatori di cambiamento ambientale; PROMUOVERE lo scambio di conoscenza dei problemi e delle soluzioni ambientali e rafforzare l’educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile.

Le prime a essere inserite nel Programma risalgono al 1997 per arrivare al 2021 con la nomina della ventesima Riserva che è il Monte Grappa nel Veneto. Qui di seguito tutte le indicazioni e una sintesi delle caratteristiche delle aree in sequenza per anno d’inserimento nel programma mondiale.

-Molise 1997 COLLEMELUCCIO-MONTEDIMEZZO Si trova nella provincia di Isernia e comprende due ampie foreste in un’area sub-montana, con picchi di oltre 1.200 m. e dove abbondano boschi di abeti argentati, querce, faggete tra villaggi sparsi nel territorio. Il paesaggio è caratterizzato da rilievi, pianure fluviali e lacustri e da alcune sorgenti d’acqua oltre alla presenza di numerose specie animali, tra le quali la salamandra occhialuta, la rana italica, il lupo grigio e la puzzola. Oltre a essere importanti aree per la conservazione della biodiversità, sono anche luoghi ideali per ricordare alle giovani generazioni il rispetto della natura attraverso l’attivazione di siti per ricerche scientifiche su flora e fauna. Esiste poi un’ampia rete di sentieri come Colle San Biagio fino a Montedimezzo, dove periodicamente si organizzano corse podistiche e mountain bike.

-Lazio 1977 CIRCEO Dal 2013 il territorio della Riserva si è esteso fino ai confini attuali includendo Sabaudia e San Felice Circeo e parte dei comuni di Latina e Terracina. Il Parco Nazionale del Circeo esiste per tutelare un ricco mosaico di ambienti e la sua origine, avvenuta durante la bonifica dell'intera area pontina, ha evitato il disboscamento dell'antica "Selva di Terracina", salvando il Lago di Sabaudia, la Duna Litoranea e il Promontorio del Circeo. Ci sono anche i laghi costieri di Fogliano, Monaci e Caprolace, che costituiscono uno dei più importanti ambienti umidi costieri d'Italia ma la caratteristica è nella sua diversità di ambienti. Le dune lungo la costa proteggono l'entroterra favorendo la crescita della selva che al riparo dalla salsedine ospita nel promontorio molti uccelli. L'Isola di Zannone, che fa parte dell'Arcipelago delle Isole Ponziane, con Ventotene, Ponza, Palmarola, Santo Stefano e Gavi, è l’unica a essere costituita da un insieme di rocce vulcaniche, metamorfiche e sedimentarie risalenti ad oltre 200 milioni di anni. Grazie a queste caratteristiche Zannone si differenzia dalle altre brulle dell’arcipelago con una ricca e compatta vegetazione mediterranea ben conservata e dove gli uccelli migratori amano soggiornare durante i loro viaggi.

Il Parco Nazionale del Circeo nel Lazio
-Friuli Venezia Giulia 1979 MIRAMARE Si trova a 7 km da Trieste vicino al confine con la Slovenia ed ha la forma di un promontorio roccioso carsico, con boschi e pascoli oltre a scogliere e spiagge sul mare con caratteristiche marine particolari, che conservano alti valori di biodiversità, l’obiettivo infatti è mantenere questa diversità biologica nell’ambiente marino con ricerca scientifica, attività di monitoraggio e tutela severa con divieto di pesca e passaggio di imbarcazioni. Sono presenti inoltre numerosi terrazzamenti con muretti a secco con coltivazioni di ulivi e vigneti e l’area è caratterizzata da piccoli villaggi e zone in cui è presente una proporzione notevole di residenti di origine etnica, culturale e linguistica slovena. Svetta sulla roccia il magnifico e caratteristico Castello di Miramare costruito nel 1856 dall’Arciduca Ferdinando Massimiliano di Habsburg. 

-Campania 1997 CILENTO E VALLO DI DIANO È caratterizzata da basse montagne di dolomite e tipici aspetti carsici come grotte e doline, mentre sulla costa si trovano scogliere, baie e spiagge sabbiose, con grotte marine e sorgenti. Una delle principali caratteristiche del territorio è l’alto livello di diversità biologica, legato alla grande varietà geomorfologica e climatica e anche grazie alle numerose tipologie di habitat ospita una grande varietà di fauna molto diversificata compresi gli uccelli predatori. È abitato da 220 mila persone dedite soprattutto all’agricoltura e alla produzione di olio, una antica tradizione risalente al Medioevo e ai monaci benedettini che piantarono i primi ulivi e l’area è nota per la presenza di importanti siti storici e archeologici come Paestum.

-Campania 1997 SOMMA-VESUVIO E MIGLIO D’ORO Comprende il vulcano attivo del Vesuvio che distrusse la città di Pompei i cui scavi, insieme alla zona archeologica di Ercolano e Torre Annunziata, sono già sito UNESCO. Il complesso vulcanico è costituito da due strutture ben distinguibili: la Caldera del Somma e il Gran Cono del Vesuvio. La Caldera del Somma è costituita dal monte omonimo semicircolare e rappresenta i resti dell’antico vulcano, da una vasta depressione la Valle del Gigante, suddivisa in Atrio del Cavallo e Valle dell'Inferno, che rappresenta la parte interna residua dell'antica Caldera dove si trova il più recente Gran Cono del Vesuvio di 1.281m, più volte distrutto e ricostruito nel corso delle eruzioni antiche e recenti. La flora presente nel territorio è di tipo mediterraneo e il complesso vulcanico è stato colonizzato da più di 900 specie, considerando quelle estinte e quelle più recenti. Nonostante la costante attività vulcanica nell’area della Riserva vivono circa 600 mila.

-Lombardia e Piemonte 2002-2018 TICINO VAL GRANDE VERBANO Comprende un territorio di oltre 332 mila ettari ed è ritenuto uno dei parchi fluviali più grandi d’Europa. Si trova lungo il fiume tra Piemonte e Lombardia e funziona come un importante corridoio ecologico tra le Alpi e gli Appennini all’interno della Pianura Padana urbanizzata e industrializzata. A Nord arriva fino al confine svizzero includendo l’intero ambito del Lago Maggiore, dei Comuni rivieraschi e di quel territorio che porta al Parco Nazionale della Val Grande e del Parco regionale del Campo dei Fiori. Vari sono gli ecosistemi e la Riserva, che è caratterizzata da paesaggi rurali tradizionali, con pascoli, campi di mais, conserva al suo interno numerose specie di animali e di tipi oltre ad avere al suo interno numerose zone archeologiche e storiche.

Ticino Parco Nazionale della Val Grande
-Toscana 2003 ISOLE DI TOSCANA È composta da 7 isole: Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri ed altre più piccole. Le isole racchiudono una grande diversità geologica, geomorfologica e biologica che ben rappresenta la regione mediterranea. Un grande parco nazionale queste isole nato per proteggere rare specie endemiche, tra cui l’animale più veloce del mondo: il falco pellegrino. Sono abitate da circa 30 mila persone e sono presenti 30 siti preistorici, etruschi e resti di ville romane. Storicamente Capraia, Gorgona e Pianosa furono luoghi di carceri e dopo la loro chiusura avvenuta negli anni ’90 queste isole sono riuscite a conservare l’ambiente sia di terra che di mare proprio grazie a queste limitazioni di accesso.

-Toscana 2004 SELVE COSTIERE DI TOSCANA Confermato nel 2016 con un territorio molto più vasto del precedente, si trova lungo la costa occidentale a ovest di Pisa, tra Viareggio e Livorno dove vivono circa 70 mila persone. Questa Riserva è ricca di biodiversità e include dune, acquitrini, pinete e zone agricole. Fondamentale la protezione delle dune costiere che, con le loro relazioni simbiotiche con i boschi limitrofi, proteggono dai forti venti marini l’entroterra e consentono la vita di molteplici specie di animali e specie rare di uccelli che spaziano anche tra i numerosi ed estesi acquitrini luogo idoneo alla loro riproduzione.
Il Falco Pellegrino
-Piemonte 2013 MONVISO È una Riserva transfrontaliera tra la Francia e l’Italia. Si trova nella regione delle Alpi e ha una grande varietà di ecosistemi in diverse condizioni climatiche che va dai 3.841m a 450 sul livello sul mare. Si estende su oltre 293 mila ettari che va dai due versanti del Monviso e incorpora molte valli: Valle Maira, Valle Varaita, Valle Po, Bronda e Infernotto e l’area del Saluzzese, di Racconigi e di Savigliano, oltre una parte della Provincia di Torino con i comuni di confine di Villafranca Piemonte, Pancalieri, Cavour e Bobbio Pellice in tutto oltre 260 mila abitanti. Nella parte bassa e pianeggiante è ricca di frutteti in alto si caratterizza per un tipico paesaggio montano. Ospita il “Buco di Viso”, la prima galleria alpina di 75 metri tra l’Italia e la Francia costruito nel XV secolo dai Marchesi di Saluzzo per facilitare lo scambio delle merci verso la Provenza.

-Calabria 2014 SILA Include il Parco Nazionale della Sila. La Riserva comprende un vasto altopiano e si estende tra 71 Comuni i cui abitanti principalmente svolgono attività di agricoltura, silvicoltura e allevamento. Il paesaggio è molto variegato con boschi, vallate, morene glaciali, laghi e sorgenti e questa varietà di ambienti naturali che è caratterizzato da diversi microclimi consente di mantenere la biodiversità e le specie tipiche del Mediterraneo. Nei boschi della Sila possiamo incontrare rari gatti selvatici, puzzole, scoiattoli, tassi e volpi.

Il Parco Nazionale della Sila in Calabria
-Toscana Emilia Liguria 2015-2021 APPENNINO TOSCO-EMILIANO Si estende nel territorio di 34 comuni dell’Appennino tra Emilia Romagna, Toscana e Liguria ed è sulla dorsale appenninica dal Passo della Cisa al Passo delle Forbici, e rappresenta il confine geografico e climatico tra Europa continentale e mediterranea. Un’area con una grande quantità di fortezze e edifici storici, siti geologici, vie storiche e pievi oltre a laghi glaciali in un dislivello geografico che va dai 2 mila m. del Monte Cusna con boschi, coltivazioni e pascoli ai 60 m. della Lunigiana. Questo territorio possiede oltre il 70% della biodiversità italiana con la presenza di 2.000 specie, di cui 122, tra uccelli, anfibi, rettili, mammiferi, pesci e invertebrati di alto interesse. È la terra di produzioni di eccellenza come il Parmigiano Reggiano e il prosciutto di Parma.

-Trentino Alto Adige 2015 ALPI LEDRENSI E JUDICARIA Si estende dalle Dolomiti di Brenta al Lago di Garda passando per le valli delle Giudicarie, la Val di Ledro e la piana dell’Alto Garda. In circa 30 km di estensione esiste un dislivello altitudinale accentuato con gli oltre 3.000 m. della Cima Tosa delle Dolomiti ai 63 m. del Lago di Garda. È un patrimonio di zone protette con parchi, riserve naturali ed è habitat per oltre 1.600 specie di flora e 149 specie di fauna protette, fra cui l’orso bruno, il lupo e la lince. È ricca anche di valori culturali come le Palafitte di Fiavé e di Ledro che fanno già parte dei cento siti archeologici alpini che sono patrimonio mondiale UNESCO. Interessa 11 Comuni con 16 mila abitanti e l’89,6% sono boschi e prati e le attività umane sono silvo-pastorali per un totale di 800 aziende agricole, zootecniche e apistiche.

La lince delle Dolomiti
-Emilia Romagna Veneto 2015 DELTA DEL PO È l’unico Delta di fiume esistente in Italia e una delle più grandi riserve nazionali di zone umide con sbocco a mare senza sbarramenti. È il più lungo tratto di litorale sabbioso italiano non antropizzato creato dall’azione del Po che nel corso dei secoli ha sedimentato i propri depositi alluvionali presso la foce creando il progressivo avanzamento della linea di costa. Ci sono vaste zone umide di acque salmastre che garantiscono la conservazione delle lagune oltre ad un insieme fluviale caratterizzato da un tratto di fiume di grandi dimensioni e portata, dune costiere e formazioni sabbiose, zone umide e isole fluviali con golene e lanche. La presenza e le attività dell’uomo si concentrano a monte e si diradano verso il delta del fiume e in totale l’area interessa 16 comuni di cui 9 in Veneto e 7 in Emilia Romagna. (Veneto: Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Adria, Ariano nel Polesine, Porto Tolle, Papozze, Corbola, Loreo; Emilia Romagna: Argenta, Codigoro, Comacchio, Mesola, Ostellato, Portomaggiore, Goro). La Riserva, oltre ad includere il sito UNESCO “Ferrara, Città del Rinascimento e il suo Delta del Po”, ingloba anche la Valle di Gorino, la Valle Bertuzzi e le Valli residue del comprensorio di Comacchio. Nel territorio sono presenti numerose testimonianze storiche e culturali di notevole interesse e alcune ville veneziane del 17° secolo.
I fenicotteri del Delta del Po
-Piemonte 2016 COLLINA PO È un territorio unico con una grande ricchezza ambientale, paesaggistica e urbana. La Riserva coinvolge 86 comuni dell’area metropolitana di Torino e si trova lungo l’asse del Po tra il tratto pedemontano torinese e quello dell’alta pianura verso est, quindi si concentra tra il fiume e la Collina Torinese. Sono presenti parchi, riserve naturali e numerosi siti inseriti nella Rete Natura 2000, che testimoniano l’elevata biodiversità del luogo. Ospita 14 habitat di interesse comunitario di cui 3 classificati come prioritari. Sono presenti alcuni tratti in cui il bosco ripariale e la naturalità complessiva si sono conservati a un buon livello ecosistemico nonostante le pressioni ambientali che insistono sul territorio. Esistono diverse attività quali l'agricoltura, l'industria, il turismo e le attività socio-economiche che rendono il territorio della Riserva un laboratorio per la sperimentazione e l’implementazione di pratiche di gestione sostenibile delle risorse naturali e culturali. Le attività agricole presenti sono caratterizzate da una grande attenzione al rispetto dell’ambiente e insieme a un calendario d’iniziative culturali  testimoniano una grande organizzazione e progettualità messe in campo per la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali, paesaggistiche e culturali.

-Sardegna 2017 TEPILORA, RIO POSADA E MONTALBO Il territorio è molto vario con picchi collinari e altopiani nell’interno e pianura verso la costa ed è costituito da un habitat unico nel suo genere con numerose specie endemiche come anfibi, rettili e invertebrati. La presenza dell’uomo risale al Neolitico ed è testimoniata da numerosi manufatti naturali e culturali ben conservati e all’interno della Riserva esiste un altro famoso sito UNESCO: il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna. In totale l’area riunisce 17 comuni di cui 5 in provincia di Olbia Tempio e 12 di Nuoro alcuni molto noti come Budoni, San Teodoro e Posada, la metà dei 50 mila abitanti risiede sui comuni affacciati sulla costa.

-Lombardia 2018 VALLE CAMONICA-ALTO SEBINO Si trova nella parte orientale della Lombardia ed è una delle più estese vallate delle Alpi centrali. Ha caratteristiche tipiche delle valli alpine e prealpine, modellate dal ghiacciaio dell'Adamello con forte dislivello altimetrico, con paesaggi di fondovalle e alte vette come le cime del gruppo dell’Adamello 3.539 m. per terminare nel Lago d’Iseo a 200 m. s.l.m. Sono presenti acque interne, fiumi e laghi, boschi e foreste, ghiacciai, prati e praterie e un gran numero di specie animali e vegetali di cui molte endemiche, proprio grazie alla varietà degli ambienti.

La volpe dell'Appennino
-Umbria 2018 MONTE PEGLIA Si trova alla confluenza del fiume Tevere e del fiume Paglia ed è un antico vulcano oggi spento. È caratterizzato da un sistema collinare circondato su tre lati dalla confluenza dei due fiumi, in cui emerge il Monte Peglia con un ecosistema costituito da una vasta area boschiva e un’importante presenza di fauna, flora e funghi. La Riserva si pone come punto di congiunzione tra le riserve naturali dell’Italia del nord e dell'Europa e le riserve del sud del paese, con un ideale prolungamento verso il Mar Mediterraneo e l'Africa. Nei 40.000 ettari del Monte Peglia si possono ammirare oltre mille specie vegetali, quali cerri, roverelle, lecci e si osservano ben 44 specie di mammiferi selvatici, oltre varietà di uccelli, tra cui la moretta tabaccaia. Oltre si trova il gatto selvatico, la martora, il falco pellegrino, il gufo reale, la salamandrina pezzata e quella dagli occhiali, il cavedano etrusco ed il gambero di fiume ormai scomparsi altrove.
L'Aquila Reale
-Veneto Emilia Romagna Lombardia 2019 PO GRANDE Si trova nel tratto centrale del Po, il fiume più lungo d’Italia e uno dei maggiori in Europa e si estende nell’area di 85 comuni in 3 regioni: Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia. L’ecosistema fluviale può essere definito un mosaico di vari sistemi ecologici con zone umide marginali, laghi, isole fluviali, foreste ripariali, prati igrofili, territori agrari e di bonifica del suolo. All'interno è caratterizzato da boschi e radure, ruscelli, stagni, argini e sentieri collegano i centri urbani, che testimoniano un passato ricco e tipico del paesaggio fluviale. L'area è dominata da numerose specie arboree, nelle aree di pianura alluvionale i boschi di pioppo si alternano ad ampi spazi aperti dedicati alla coltivazione di cereali e foragg

-Friuli Venezia Giulia 2019 ALPI GIULIE Interessa i territori del Parco delle Prealpi Giulie, della Riserva Naturale della Val Alba e del Parco Gran Monte e Sorgenti del Natisone e si estende lungo il confine delle Alpi Giulie slovene comprendendo il Parco nazionale del Triglav. Le due Riserve costituiscono una cerniera tra i paesaggi gli ecosistemi e le culture che s’incontrano tra il mondo latino e quello slavo. La natura biologica è determinata da diversi fattori tra i quali l’altitudine, le piogge abbondanti oltre alla sua collocazione biogeografica, una posizione favorevole tra aree alpine e continentali che risentono dell’influenza del Mediterraneo. Tra le diverse specie animali più diffuse ci sono gli orsi bruni, le linci, le lontre e i gatti selvatici, si svolgono molte attività all’aperto come una grande rete di sentieri diffusi, passeggiate, trekking ed escursioni in bicicletta. Gli 11 comuni interessati della provincia di Udine della Riserva sono anche impegnati nel completamento di una pista ciclabile internazionale dell’Alpe Adria e del potenziamento della vasta rete di musei e associazioni presenti sul territorio.

Il Lupo Appenninico
-Veneto 2021 MONTE GRAPPA È un’area localizzata nelle Prealpi Venete, con una superficie di 66.067 ettari. Comprende il territorio di 25 Comuni appartenenti alle Provincie di Belluno, Treviso e Vicenza e include il Massiccio del Grappa che circondato da una parte dalle aree pedemontane, a sud dalle colline e l’alta pianura che lo collegano alla Pianura Padana, a est e ovest con i fiumi Piave e Brenta che ne segnano il confine, distinguendo così i territori connessi con altri massicci della fascia prealpina veneta. Numerose sono le specie di flora e fauna sia endemiche che rare, molti i laghi eutrofici naturali, le lande alpine e boreali, le boscaglie. Il riconoscimento della Riserva intende valorizzare l’impegno delle comunità locali verso il raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, con il fine di migliorare il benessere della comunità attraverso il sostegno alla green economy, l’economia circolare e la responsabilità sociale d’impresa, oltre al contrasto allo spopolamento, oggi la popolazione residente conta 175 mila persone.
Il Monte Grappa in Veneto
Fonte dati UNESCO ©Infograficapisano RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI ARGOMENTI

La Calunnia e la fine del mondo di Sandro Botticelli

LA FINE DEL QUATTROCENTO E DELL'UMANESIMO. LA CRISI DI BOTTICELLI La crisi artistico/esistenziale del Botticelli si presenta sul finire ...