INFOGRAFICA E DINTORNI

INFORMATION GRAPHICS E COMUNICAZIONE

La mappa della libertà di stampa nel mondo

Reporters sans Frontières ogni anno dal 2002 pubblica i dati della ricerca sulla libertà d'informazione nel mondo e lo ha fatto anche per il 2018. La classifica è un elenco di 180 paesi, stabilito secondo il criterio del grado di libertà goduto dai giornalisti. È una fotografia dello stato di libertà della stampa basata su un apprezzamento del pluralismo, sull'indipendenza dei media, sulla qualità del quadro giuridico e sulla sicurezza dei giornalisti in questi paesi. Non è quindi un dato di politica pubblica, anche se i governi hanno naturalmente una responsabilità importante in questa classifica e né un indicatore della qualità della produzione giornalistica in un Paese, ma un indice realistico che individua la libertà di un giornalista di svolgere la propria professione.

La ricerca rivela che il 39% su 180 Paesi analizzati la libertà d'informazione versa in "situazione difficile e molto grave", il 35% ha "problemi significativi", il 17% gode di una situazione "piuttosto buona" e solo il 9% risulta in una posizione veramente "buona". Il Nord Europa si piazza in cima a questo indice mentre anche quest'anno la Corea del Nord guadagna l'ultimo posto. L'Italia recupera 6 posizioni rispetto al 2017, e si posiziona al 46° posto, ma la situazione di giornalisti intimiditi e minacciati, in particolare nella capitale Roma e al Sud d'Italia, rimane gravissima e dura ormai da molti anni, con addirittura 12 giornalisti sotto protezione delle forze dell'ordine 24 ore al giorno. 
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La mappa della libertà di stampa nel mondo. Infograficapisano

In Europa e nel Nord Italia tira una brutta aria

Da un rapporto del 2017 di Air Quality in Europe pubblicato da EEA, European Environment Agency, si può capire l'entità dell'inquinamento dell'aria in Europa e in Italia. Come si può vedere dalle mappe la concentrazione di polveri sottili detto PM10 e Ozono troposferico, altamente inquinanti, è sparsa nel continente e una delle zone più a rischio per la qualità dell'aria respirata dai cittadini è il Nord dell'Italia. Legambiente con un rapporto chiamato Mal'Aria 2018 pone sotto osservazione proprio la situazione del nostro Paese. Nella somma dei due fattori inquinanti, le città interessate che superano i limiti costantemente tutto l'anno sono 31, di cui 28 superano i 100 giorni e 16 superano addirittura i 150 giorni. Sono tutte città del Nord Italia dell’area padana per intenderci a riempire la classifica, con l’aggiunta di Frosinone nel Lazio e Terni nell'Umbria. 

Sommando i giorni di aria inquinata respirata dai cittadini nel corso dell’anno la città di Cremona risulta in cima in questa lista con 178 giorni di inquinamento rilevato (105 per le polveri sottili e 73 per l’ozono); Pavia 167, Lodi, Mantova e Monza seguono a pari giornate con 164 giorni di inquinamento totale, Asti 162, Milano 161 e Alessandria 160 seguono a ruota. La popolazione residente in questi capoluoghi ammonta a circa 7 milioni di abitanti che, in pratica, ha respirato polveri e gas tossici molto nocivi circa un giorno su due nel peggiore dei casi come a Cremona, al massimo uno su quattro nel caso di Biella in fondo alla classifica con 87 giornate. Numeri che si traducono in problemi di salute, costi per il sistema sanitario e impatti rilevanti sugli ecosistemi. Se si dovessero poi applicare oggi i limiti suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla quantità di popolazione esposta all'inquinamento del PM10 e dell'ozono la % salirebbe dall'attuale 16/20% (con la normativa in vigore) ad un drammatico 50/60%. 
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Inquinamento da PM10 e Ozono, dati 2017. Infograficapisano

La creatura più letale non è quella che più ti aspetti

Molte volte abbiamo pensato che l'animale che uccide più umani al mondo potrebbe essere lo squalo e il leone, ma questi dati relativi alle uccisioni di uomini nel 2015 dimostrano che è solo una nostra fantasia dovuta o ad antichi istinti o a racconti letterari o addirittura ad immagini cinematografiche. I peggiori killers di uomini aspettano in agguato nell'aria e colpiscono a tradimento succhiando il sangue e trasmettendo alcuni virus spesso letali: le zanzare. 

Le zanzare sono responsabili della maggior parte dei decessi correlati agli animali, 830.000 all'anno per l'esattezza. Per fare un confronto, gli esseri umani uccidono 580.000 uomini all'anno, i serpenti 60.000 mentre i leoni uccidono per difesa nel loro habitat circa 100 persone mentre gli squali nel mare spengono 6 vite. Le zanzare diffondono il virus Zika, così come la febbre Dengue e la Febbre Gialla ma queste malattie non sono ciò che le rende così letali. Le maggiori quantità di decessi sono legati alla trasmissione della Malaria che è un'infezione parassitaria diffusa, che può portare anche gravi complicanze fino all'insufficienza di organi e alla morte. La Malaria da sola è responsabile di oltre la metà delle morti per puntura di zanzare, soprattutto nell'Africa sub-sahariana. Tra il 2000 e il 2015, le morti per questa patologia sono diminuite del 62%, traducendo in 6.8 milioni di vite salvate, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità.  Non esiste un vaccino ampiamente disponibile per la Malaria, sebbene alcuni Paesi siano pronti a prendere parte ad un programma pilota per un vaccino a partire dal 2018, secondo quanto riferito dall'OMS. La febbre Dengue, un'altra malattia trasmessa da questi killers, è diventata una delle principali cause di ospedalizzazione e morte tra i bambini in alcuni paesi asiatici e latino-americani. Varie specie di zanzare trasportano diversi virus: l'Aedes aegypti  trasporta Zika e Dengue, il gruppo invece Anopheles, trasporta la Malaria.

A parte i vaccini e gli sforzi preventivi come le zanzariere per tenere lontani gli insetti, sradicare le zanzare è uno dei modi migliori per frenare la diffusione di malattie infettive mortali. Allora, forse, potrebbe esserci un nuovo animale sulla terra più letale, cioè l'uomo che occupa un poco onorevole secondo posto. Infine da notare che un animale molto conosciuto come il cane provoca 17.400 morti il più delle volte perché è portatore della rabbia che è letale per l'uomo.
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Le specie che uccidono di più. Infograficapisano



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