INFOGRAFICA E DINTORNI

INFORMATION GRAPHICS E COMUNICAZIONE

I 30 eroi dell'informazione di Reporters sans frontières

Reporters sans frontières (RSF) elenca 30 eroi dell'informazione, nell'edizione 2020 del World Press Freedom Index, che si sono distinti dall'inizio della pandemia Covid-19. Giornalisti, whistleblower e media, con il loro coraggio, la perseveranza e anche la loro capacità di innovazione, hanno contribuito a diffondere informazioni affidabili, particolarmente vitali in tempi di eccezionale crisi.

Chiamandoli eroi dell'informazione RSF desidera rendere omaggio ai giornalisti, ai cittadini informatori e ai media che si sono distinti nella loro lotta per la libertà di stampa in un momento di crisi sanitaria mondiale e cerca anche di dimostrare che il caos informativo, acuito grazie alla pandemia, non è inevitabile e che le figure citate ad esempio possono rappresentare modelli di riferimento in un momento in cui è diventato urgente difendere le informazioni affidabili e combattere la disinformazione.

L'elenco che è visualizzato nella prima infografica, comprende 18 personaggi noti ma anche molti sconosciuti e quasi un terzo proviene dall'Asia, dove è iniziata l'epidemia di Covid-19, molti si trovano in Europa e in Asia centrale, mentre il resto sono cittadini di Africa, America e Medio Oriente. Qui ci sono le loro vite, le denunce, le persecuzioni, la prigione e anche per molti la morte.

Gli Eroi dell'informazione di RSF. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

La maggior parte ha in comune l'aver rivelato informazioni che mostrano la gravità della pandemia o la denuncia della cattiva gestione della crisi sanitaria da parte delle autorità del proprio paese. Alcuni sono giornalisti esperti, come la serba Ana Lalic, o investigatori combattivi come lo sloveno Blaž Zgaga, o dalle comore Andjouza Abouheir e il bielorusso Sergei Satsouk

Ma altri sono semplici cittadini che, di fronte all'urgenza e alla gravità della crisi sanitaria, hanno scelto di informare quante più persone possibile per salvare vite umane. È stato un oftalmologo, Li Wenliang, il primo ad avvertire il mondo dell'inizio di un'epidemia meteorica alla fine di dicembre 2019, e un avvocato, Chen Qiushi, che ha riferito sul caos ambientale che regnava nel negli ospedali di Wuhan, il primo focolaio del Coronavirus, grazie ai suoi video pubblicati sul suo blog. Il primo è morto di Covid-19, il secondo è stato messo in quarantena con la forza e non è mai ricomparso. 

In Venezuela, per un tweet che metteva in dubbio l'attendibilità dei dati ufficiali sulla pandemia, il giornalista indipendente Darvinson Rojas ha scontato 12 giorni di carcere. In India, per aver rivelato che le restrizioni al confinamento hanno portato i bambini affamati a nutrirsi di foraggi destinati al bestiame, il giornalista Vijay Vineet rischia di passare sei mesi in carcere. In Bangladesh, il famoso fumettista Ahmed Kabir Kishore rischia l'ergastolo per aver pubblicato sui social vignette che raccontano la vita politica nel suo paese durante la crisi del Covid-19 e che denunciano, tra l'altro, casi di corruzione. 

Interrogato dalla polizia per un articolo che metteva in dubbio la gestione della crisi sanitaria nel regno di Eswatini, il direttore del sito di notizie Swati Newsweek, Eugene Dube, è stato costretto all'esilio, il corrispondente del New York Times da Pechino Chris Buckley, dopo aver trascorso 76 giorni a Wuhan al culmine dell'epidemia di Coronavirus, è stato costretto a lasciare la Cina e per la prima volta in 24 anni, il suo visto non è stato rinnovato.
 
La seconda infografica contiene l'elenco delle 12 testate giornalistiche scelte da RSF che hanno denunciato la cattiva gestione della crisi e che hanno avuto il coraggio di rivelare informazioni sulla gravità della pandemia.
Gli Eroi del giornalismo di RSF. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sito di notizie indipendente cinese-britannico Caixin che ha moltiplicato le rivelazioni mettendo in discussione la narrativa delle autorità cinesi. Diversi corrispondenti della Casa Bianca negli Stati Uniti si sono anche distinti per la loro perseveranza nel continuare il loro lavoro nonostante le avversità dell'amministrazione Trump e del suo entourage, mettendo sotto accusa della sua gestione della pandemia.

Questa crisi sanitaria ha anche rivelato iniziative innovative che hanno contribuito a facilitare la diffusione delle informazioni sulla diffusione del Covid-19.

In Africa, una web radio ivoriana, Wa FM, e un sito di informazione togolese, TogoCheck, si sono attivate per aiutare a diffondere informazioni utili sulla salute, la sicurezza e protezione delle popolazioni. 
 
In Brasile, i media si sono riuniti in una "crisi Gabinete" per informare le popolazioni abbandonate delle favelas, mentre i giornalisti della rete Wayuri hanno raccolto la sfida di informare più di 750 comunità indigene in Amazzonia.  
 
In Russia, 25 pubblicazioni raccolte all'interno di Syndicat-100 hanno anche istituito un sistema per aiutare il personale medico, gravemente colpito dall'inizio dell'epidemia, a riportare informazioni e allertare l'opinione pubblica.

RSF ha infine assegnato un tributo speciale ai giornalisti di Guayaquil, la capitale economica dell'Ecuador e primo epicentro dell'epidemia in America Latina per le loro immagini di cadaveri lasciati per le strade che hanno fatto il giro del mondo. Nonostante la poca preparazione e senza equipaggiamento protettivo, i giornalisti della stampa locale hanno continuato il loro lavoro di informazione e hanno riferito anche da aree altamente contaminate e morendo in tredici, dato di aprile 2020.

"Certains ont pris de tels risques pour informer sur la réalité de la pandémie qu’ils en sont morts, quand d’autres sont toujours portés disparus ou derrière les barreaux. Poursui- vis, agressés, insultés, ils sont nombreux à avoir payé le prix fort pour avoir défendu le droit à l’information et lutté contre les rumeurs et la désinformation qui aggravent les conséquences de la crise sanitaire. Ces nouveaux héros nous rappellent que le journalisme peut sauver des vies. Ils méritent toute notre attention et admiration". Il segretario generale di RSF Christophe Deloire
Fonte testi: Reporters sans frontières. "Les Héros de l'information au temps du coronavirus: le journalisme peut sauver des vies". Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA


Quando Caravaggio dipinse Lucia, la Santa della luce

Anche Caravaggio dipinse Santa Lucia, la santa con cui si festeggia la luce.
Nel 1608 ancora in fuga dalle carceri di Malta e inseguito dal mandato di cattura e la condanna a morte e arrivato in maniera rocambolesca a Siracusa in Sicilia, Caravaggio ottenne di poter "lavorare" ancora come pittore, nonostante la sua situazione di fuggitivo, ma con la reputazione in tasca di grandissimo artista che tutta l'Italia e non solo conosceva, che gli permise tra l'altro di lasciare dietro la sua fuga in giro per l'Italia e il Mediterraneo, immensi e inarrivabili capolavori, e per poter sopravvivere, dipinse un olio su tela Il Seppellimento di Santa Lucia oggi conservato al Santuario Santa Lucia al Sepolcro, nel luogo dove secondo la tradizione fu martirizzata. 

Il Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio

Caravaggio l'ambienta nei sotterranei delle catacombe siciliane che nel quadro incombono sui presenti alla scena, con uno strano chiaro-scuro luce ed ombra, lontano dal classico stile che lo aveva reso celebre a Roma, e mette in primissimo piano due figure di energumeni che diventano i veri protagonisti della raffigurazione, nell'atto di scavare la fossa alla Santa decapitata mentre riceve l'ultima benedizione del Vescovo.

Dopo due anni nel 1610, Caravaggio morì a soli 38 anni di stenti e di malattia su una spiaggia in Toscana, tradito dal Cardinale Borghese che gli aveva promesso la grazia in cambio delle tele, che come un tesoro si portava dietro, ma come nelle peggiori storie, alla consegna, la promessa non fu mantenuta e tradito fuggì di nuovo disperatamente dai suoi persecutori in barca dal Lazio verso il suo ultimo viaggio, verso le coste toscane. L'artista più amato, anche per la sua tormentata e breve vita, che grazie alle opere di incredibile bellezza che ha lasciato è riuscito a cambiare per sempre il corso della storia dell'arte italiana ed europea.

Il Seppellimento di Santa Lucia è un'opera che ha molto viaggiato in questo periodo era in mostra al Mart di Rovereto, nonostante le polemiche nate a Siracusa nei mesi scorsi, con la promessa del rientro nella sua città il 13 dicembre in tempo per la festa della Santa. 

©BrunaPisano RIPRODUZIONE RISERVATA

Martino il Santo ungherese più venerato dell'Occidente

San Martino il più venerato dell'Occidente e come culto si riconduce ai significati e valori della terra e popolari molto diffusi. 

San Martino uno dei Santi più venerati dell'Occidente. Nato in Ungheria nel 315 dopo essere stato un militare fu ordinato vescovo di Tours nel 371 per l'evangelizzazione delle campagne della Gallia ancora in maggioranza legate al culto della terra. Viene rappresentato nella storia dell'arte mentre dona la metà del proprio mantello ad un mendicante, infatti la storia narra che condusse una vita monastica in un cenobio da lui stesso fondato e che, secondo la tradizione, nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un temporale, gli donò metà del suo mantello, poco dopo incontrò un altro mendicante e gli donò la sua altra metà: "subito il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite".

11 novembre L'ESTATE DI SAN MARTINO

Martino fu santo molto popolare nel Medioevo e come culto è da ricondursi anche a significati e valori popolari molto diffusi. A partire dalla cosiddetta estate di San Martino che corrisponde ad alcuni giorni di bel tempo che coincidono con l'ultimo sole prima del freddo inverno. Il giorno viene preso come data di scadenza dei fitti agricoli e nel tempo simbolicamente associata alla fine del calendario rurale e coincidente alla maturazione del vino nuovo.  

SIMONE MARTINI 

Molte le chiese dedicate in Italia e grandi maestri pittori ne dipinsero la vita. Ad Assisi del maestro Simone Martini, l'elegante pittore della scuola senese del '300, si può ammirare nella Cappella di San Martino nella Chiesa Inferiore di San Francesco il ciclo degli affreschi “Storie di San Martino”.

“Storie di San Martino” serie di affreschi di Simone Martini nella Cappella di San Martino della Chiesa Inferiore di San Francesco ad Assisi.
Simone Martini, dettaglio dall'Investitura di san Martino a cavaliere

EL GRECO

Anche El Greco, il poliedrico artista-pittore-architetto-scultore nato in Grecia nel 1541 (il nome vero Dominikos Theotokopoulos) ma vissuto in Spagna un indiscusso geniale esponente del tardo Rinascimento spagnolo, dipinse intorno al 1597-1599 uno spettacolare San Martino ora esposto alla National Gallery di Washington. L'opera fu eseguita per la Cappella di San Giuseppe a Toledo e l'artista dipinse San Martino di Tours su di un cavallo bianco e con la sua prestigiosa armatura, mentre aiuta un mendicante e nell'atto di dividere con lui il mantello.

San Martino e il mendicante di El Greco, National Gallery of Art di Washington

ANTON VAN DYCK

Ho scelto infine l'opera di Anton Van Dyck (1599-1641) il grande pittore fiammingo di Anversa e allievo di Pieter Paul Rubens. Viaggiò molto come tutti i grandi artisti dell'epoca, a Londra e poi in Italia a Genova a Roma e a Venezia, dove fu molto influenzato da Tiziano, per studiare le grandi opere del Rinascimento italiano e disegnando tra l'altro su un taccuino oggi esposto al British di Londra. Resta come molti dei grandi fiamminghi soprattutto un ritrattista, e le sue tele sono esposte nei più grandi musei del mondo da Parigi a Madrid a Londra dove fu primo pittore di Carlo I Stuart che lo nominò cavaliere. Morì a soli 42 anni lasciando una immensa produzione artistica.

"San Martino e il povero" di Anton Van Dyck 1621 nella chiesa di Zedelgem nelle Fiandre occidentali (Belgio)
 Infograficapisano. ©Bruna Pisano RIPRODUZIONE RISERVATA

COVID-19 sovraffollamento e le alternative al carcere

COVID-19 sovraffollamento e pene alternative nelle carceri italiane nel rapporto Antigone

Dal rapporto Antigone "Il carcere alla prova della Fase 2" agosto 2020 i dati sul totale dei detenuti in Italia, la nazionalità e la mappa del sovraffollamento, il carcere femminile e la differenza dei costi alla società tra la gestione all'interno della casa circondariale e la detenzione domiciliaria durante il COVID-19.
http://www.ilregno.it/attualita

I dati sulle carceri italiane e i provvedimenti alternativi. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Il Regno Attualità e Documenti n.18/2020©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Politica internazionale-Sanità: il segno del virus
Intervista a Nicoletta Dentico di Maria Elisabetta Gandolfi

Parliamo con Nicoletta Dentico, responsabile del programma «Salute globale» per la Society for International Development – un consorzio internazionale che si occupa di giustizia e sviluppo dal 1957 – proprio nei giorni di uscita del suo nuovo libro Ricchi e buoni? Le trame oscure del filantropocapitalismo (EMI, Verona 2020). È di qui che la nostra conversazione prende avvio...
http://www.ilregno.it/attualita/2020/18/politica-internazionale-sanita-il-segno-del-virus-maria-elisabetta-gandolfi


E inoltre

Italia - Referendum e amministrative: rimane l’antipolitica
Analisi del voto del 20 e 21 settembre di Paolo Segatti

Europa - COVID-19: fiducia ansiosa
Indagine su che cosa muove le persone nella crisi della pandemia di Paul M. Zulehner

Europa - Bielorussia: niente dialogo di Daniela Sala

Santa Sede - Card. Becciu: oltre il singolo caso di Gianfranco Brunelli

Santa Sede - Cina: confermiamo l’Accordo
Il card. Parolin sulla lunga storia della presenza della Chiesa nel paese di Pietro Parolin

Asia - Thailandia: l’ora della protesta di Stefano Vecchia

Il frate che amava la storia
Onofrio Panvinio tra Rinascimento e Controriforma di Vincenzo Lavenia

America Latina - COVID-19: la (poca) salute e il voto di Gabriella Zucchi


Detenuti e pandemia
Senza i volontari il carcere è morto di Luigi Accattoli

http://www.ilregno.it/attualita. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

Coronavirus trasforma la terra in un pianeta proibito

Coronavirus trasforma la terra in un grande pianeta proibito per chi intende spostarsi e viaggiare per vari motivi. 29 i paesi vietati

Il Dipartimento di Stato americano con il divieto di spostamento dei cittadini americani nel mondo a novembre 2020, scatta la fotografia dell'attuale situazione mondiale dell'altissimo rischio di contagi da Coronavirus che si sommano a tutte le altre gravi situazioni di pericolo che normalmente si possono correre come il terrorismo, rapimenti, violenze, guerre e conflitti locali.

https://travel.state.gov/content/travel/en/traveladvisories/traveladvisories.html/

Mappa del pianeta proibito. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

In questa mappa con il colore rosso vengono localizzati, evidenziati e scritti solo i 29 paesi in cui ai cittadini americani è proibito recarsi per qualsiasi motivo. 

La mappa della paura del Coronavirus

Quattro sono i LIVELLI di rischio per chi si sposta dagli Stati Uniti, con cui il Dipartimento di Stato americano normalmente divide il pianeta con l'aggiunta del rischio contagio di Coronavirus.

LIVELLO 1 Normali precauzioni di viaggio e attenzione limitate a zone di pericolo
LIVELLO 2 Maggiori precauzioni e attenzione ai rischi per la sicurezza personale
LIVELLO 3 Riconsiderare il viaggio per evitare gravi pericoli per la sicurezza e il rischio contagio
LIVELLO 4 Divieto assoluto di viaggio a causa della maggiore probabilità di alti rischi per la sicurezza e il rischio contagio COVID-19


La situazione aggiornata ad ottobre 2020

LIVELLO 4 Rosso 29 PAESI PROIBITI
America centrale: Cuba, Haiti, R. Domenicana, Bahamas
America del Sud: Venezuela, Guyana, Guyana Francese, Brasile, Argentina
Africa: Libia, Mali, Burkina Faso, Repubblica Centafricana, Sud Sudan, Somalia, Burundi
Medio Oriente: Yemen, Oman, Iraq, Iran, Siria
Asia centro occidentale sud e orientale: Kirghizistan, Turkmenistan, Afghanistan, Russia, Corea del Nord, India, Buthan, Indonesia

LIVELLO 3 Arancione 162 PAESI IN CUI VA RICONSIDERATO IL VIAGGIO  

LIVELLO 2 Giallo 16 PAESI BASSO RISCHIO MA CON PRECAUZIONI   

Antartide, Isola di Palau, Brunei, Isole Fiji, Nuova Caledonia, Nuova Zelanda, Isola Saint Lucia, Isole Grenada, Isole Marsall, Isole Mauritius, Micronesia, Thailandia, Vietnam, Cambogia, Bermuda e Mongolia

LIVELLO 1 Verde
2 PAESI SITUAZIONE NORMALE   

Taiwan e Macau


Solo due i paesi sicuri

Sono solo 2 i paesi a LIVELLO 1 dove è possibile andare secondo l'U.S. Department of State, Bureau of Consular Affaires senza correre rischi e sono Taiwan, un'isola non riconosciuta dalla Cina e Macau una regione autonoma sempre a sud della Cina. Mentre i 16 paesi a LIVELLO 2 basso rischio di viaggio e sono quasi tutti relativi a zone insulari o arcipelaghi nel Pacifico o nell'Oceano Indiano e tre paesi del sud-est asiatico come la Thailandia, il Vietnam e la Cambogia, così come la Nuova Zelanda, il Brunei e la Mongolia. Da notare che i paesi proibiti LIVELLO 4 nel continente africano sono solo 7 a serio rischio contagio Coronavirus e il resto mantiene interamente il LIVELLO 3 come buona parte dei restanti paesi del pianeta, inclusa l'Europa e l'Italia.

Fonte: https://travel.state.gov/content/travel/en/traveladvisories/traveladvisories.html/; elaborazione Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA 



Barbari e le invasioni fino alla conquista dell'Africa

Barbari e le loro invasioni fino alla conquista dell'Africa e la storia di Quodvultdeus il Vescovo africano che difese la cristianità.

https://www.graphe.it/scheda-libro/raul-gonzalez-salinero/potere-e-conflitto-religioso-nel-nord-dellafrica-9788893720960-619075.html

LE INVASIONI BARBARICHE

Nel 429 d.C. il re dei Vandali e degli Alani Genserico decise che l'Africa sarebbe stata la sua nuova frontiera e nella primavera di quell'anno, attraverso l'Europa e passando lo stretto di Gibilterra con 80 mila uomini, di occuparla, privando di fatto Roma del "granaio dell'Impero". Da "ariani" perseguitarono i cristiani e con le loro scorrerie, anche via mare, saccheggiarono le province dell'Impero e addirittura arrivarono con una flotta fino a Roma, nel famoso Sacco di Roma del 455, e in seguito occuparono militarmente oltre il Nordafrica anche la Corsica la Sardegna e le Baleari. 

                                                                                       Il Sacco di Roma di Karl Briullov, 18336-1836

                                                                                            Infograficapisano@RIPRODUZIONE RISERVATA

 
L'Africa sul Mediterraneo, divenuta ormai zona profondamente romanizzata fino ad allora con l'Imperatore Valentiniano, si dovette in pochi anni trasformare e convertire al nuovo "Regno barbarico" che durerà quasi un secolo. 

QUODVULTDEUS IL VESCOVO AFRICANO

In questo scenario dove la Chiesa si era insediata, si era rafforzata e consolidata nel tempo grazie ad una buona azione pastorale sul territorio la figura di Quodvultdeus, amico di Sant'Agostino, il diacono divenuto vescovo di Cartagine, iniziò una dura lotta senza quartiere contro il paganesimo e le eresie contro "i nemici della vera fede" prevalentemente di confessione ariana. 

In un ambiente ostile di rivalità religiosa tra pagani eretici ariani ed ebrei Quodvultdeus massimo dignitario della Chiesa Nordafricana, intraprese una forte azione pastorale di predicazione attiva sul territorio per ristabilire una rigorosa correzione dottrinale. Divenuto santo, dopo una vita dedicata alla predicazione scrisse il "De promissionibus et de praedictionibus Dei" oltre a tredici sermoni e lettere, fu perseguitato e morì in esilio a Napoli.


Nelle Catacombe di Napoli, che conservano opere di valore inestimabile, uno degli ambienti più suggestivi è sicuramente il vestibolo della catacomba superiore, che fu decorato all'inizio del III secolo nel cosiddetto stile pompeiano e conserva le prime pitture cristiane del sud Italia. Il luogo più prezioso è la Cripta dei Vescovi e custodisce mosaici del V secolo, tra cui quello che rappresenta il vescovo di Cartagine San Quodvultdeus

"POTERE E CONFLITTO RELIGIOSO NEL NORD DELL'AFRICA" 

È il titolo del libro che racconta questa storia e i personaggi nel loro contesto ma soprattutto che mette in evidenza la grande rilevanza di fatti storici sia sociali che religiosi, un po' dimenticati, che hanno contribuito nel bene e nel male a cambiare la storia del mondo e che influenzano ancora oggi gli antagonismi religiosi.


Biografia dell'autore
Raúl González Salinero 

Raúl Gonzalez Salinero si è laureato presso l’Universidad de Salamanca (1993) e insegna Storia Antica presso la UNED di Madrid. È stato visiting scholar presso le Università di Parma, Parigi IV-Sorbonne, Bari Aldo Moro e Cambridge. Il suo campo di ricerca è quello dei conflitti ideologici, sociali e religiosi della Tarda antichità. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo: El antijudaísmo cristiano occidental (siglos IV y V) (Trotta, Madrid 2000); Poder y conflicto religioso en el norte de África: Quodvultdeus de Cartago y los vándalos (Signifer, Madrid 2002); Biblia y polémica antijudía en Jerónimo (CSIC, Madrid 2003); Judíos y cristianos durante la Antigüedad tardía (Riopiedras, Barcelona 2006); Infelix Iudaea. La polémica antijudía en el pensamiento histórico-político de Prudencio (CSIC, Madrid 2010); Introducción a la Hispania visigoda (UNED, Madrid 2017). Traduzione di Federica Domenica Barreca. Presente anche su AMAZON.

Contenuti Bruna Pisano@RIPRODUZIONE RISERVATA 

Raffaello e il San Michele e il Drago del Louvre

Raffaello Sanzio e il San Michele e il Drago del Louvre di Parigi, l'Arcangelo avversario di Satana rappresentato sempre con la spada.

https://www.louvre.fr/en

29 settembre Il giorno dell'Arcangelo. 

Questa piccola opera (31x27 cm) ad olio su tela che ho scelto è il "San Michele e il Drago" di Raffaello Sanzio oggi è esposta al Louvre di Parigi dopo varie peripezie che la portarono in Francia alla corte di Luigi XIV. Il genio italiano la dipinse nei primi anni del 1500 forse il 1505 nel suo periodo di Urbino alla corte di Guidobaldo da Montefeltro e probabilmente faceva parte di una struttura a trittico.

L'ARCANGELO GUERRIERO
Di significato misterioso e di stile molto vicino al cupo ed enigmatico fiammingo Hieronymus Bosch troneggia nella scena l’Arcangelo Michele che con le ali ancora spiegate dalla discesa planare a terra dal cielo vestito con un'antica armatura e uno scudo di tipo crociato che compie due azioni, schiaccia con un piede il drago e con la spada si prepara a decapitarlo.

IL SIMBOLISMO DANTESCO
Il luogo è una specie di rosso inferno dantesco popolato da mostri di lettura simbolica, con sullo sfondo una città fiammeggiante che potrebbe raffigurare il Sesto cerchio dell'Inferno e la città di Dite popolata da eretici ed epicurei (il Nono Canto dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri).
A sinistra alcune sagome in sepolcri, che dovrebbe essere la punizione degli eretici e degli incappucciati che dovrebbero essere la raffigurazione dantesca degli ipocriti (CantoXXIII) mentre a destra dei bambini/putti aggrediti dai serpenti forse la tortura per i ladri (Canto XXIV).

IL SANTO AVVERSARIO DEL MALE
San Michele il protettore dei protettori, il principe delle milizie celesti, il nemico di Satana e degli Angeli Ribelli viene raffigurato sempre nell'atto di trafiggere il demonio sconfitto impegnato per l'eternità in quell'interminabile lotta contro le forze del male.

L'ARCANGELO AVVOCATO DELL'UMANITÀ
Nel quotidiano dell'uomo è lui San Michele il protagonista nelle grandi e nelle più piccole battaglie di tutti i giorni contro le suggestioni e il fascino del male e secondo la leggenda tramandata nei secoli sarà al nostro fianco come "avvocato" degli uomini a cospetto di Dio nel giorno del Giudizio.

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Malnutrizione. La "fame nascosta" e il futuro incerto

Malnutrizione. La "fame nascosta" e il futuro incerto delle nuove generazioni
"La fame permanente è un nemico subdolo che logora lentamente. Ben prima di diventare visibile, la malnutrizione pregiudica lo sviluppo fisico e mentale dei bambini. Quella cronica è provocata in primis da un’alimentazione errata, non dalla mancanza di cibo". 

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L'infografica sulla malnutrizione. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA
"Le cause sono da ricondurre alla povertà, alle catastrofi naturali, alle guerre o alla mancanza di conoscenze. La carenza di proteine, vitamine e oligoelementi unita a un’igiene insufficiente, a parassiti, alla scarsità di cibo e al consumo di acqua inquinata indebolisce durevolmente il sistema immunitario dei bambini. L’alimentazione insufficiente e le malattie sono all’origine di una spirale letale: un bambino anche solo leggermente malnutrito è molto più esposto a polmoniti, diarrea, malaria e morbillo. Soprattutto i piccoli sotto i due anni rischiano di subire danni irreversibili. I bambini colpiti da malnutrizione cronica non possono esprimere appieno il loro potenziale e incominciano con il piede sbagliato l’avventura della vita, il che si ripercuoterà su tutta la loro esistenza". (Unicef)

I volti della malnutrizione
L'infografica
Il numero di minori insufficientemente nutriti è in calo in tutto il mondo, eccetto che in Africa. Ma il sovrappeso e l’obesità infantile sono in aumento insieme al fenomeno della “fame nascosta”, che oltre a minacciare la crescita individuale danneggia lo sviluppo delle economie e delle società.

La chiave per capire la malnutrizione sta nel rapporto tra il Food system e il Food environment.
Food system: tutti gli elementi e le attività implicati nella produzione, lavorazione, distribuzione, preparazione e consumo del cibo. Food environment: insieme dei fattori che influenzano l’alimentazione, comprese la disponibilità del cibo, l’accessibilità economica e le abitudini.

La triade della malnutrizone
Denutrizione Sovrappeso e Fame nascosta

La mappa e il trend
La mappa dei dati in % della denutrizione, del sovrappeso e della fame nascosta nei bambini da zero a 5 anni. Il trend evidenzia in quasi trent'anni un calo dei denutriti ma una salita dei bambini in sovrappeso nel mondo.

La storia tipo di malnutrizione
Dalla nascita in sottopeso, fino ai 6 mesi di vita una nutrizione con latte in polvere, fino ai 4 anni cibo preparato in scatola, fino ai 9 anni alimentazione con prevalenza di carboidrati, grassi e zuccheri con rallentamento cognitivo e quindi del rendimento scolastico, fino ai 19 anni poca frutta e verdura molto junk food fino ad arrivare all'età adulta con un risultato di apprendimento scolastico povero e carenza di istruzione con un indirizzo lavorativo futuro di basso livello e con il rischio di far soffrire di "fame nascosta" anche le generazioni future.

"I bambini colpiti da malnutrizione cronica non possono esprimere appieno il loro potenziale e incominciano con il piede sbagliato l’avventura della vita, il che si ripercuoterà su tutta la loro esistenza e di riflesso sulla società".
Fonte: UNICEF, The State of the World's Children 2019. Children, Food and Nutrition: Growing well in a changing world, New York 2019, <www.unicef.org>. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

SUL NUMERO DI AGOSTO-SETTEMBRE 
DI AGGIORNAMENTI SOCIALI
ttps://www.aggiornamentisociali.it/fascicoli/agosto-settembre-2020/



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Informazione. La crisi del giornalismo e il Covid-19

Informazione. La crisi del giornalismo e il Covid-19 una catastrofe mondiale
Il World Press Freedom Index, compilata da “Reporters Sans Frontières” (RSF), che valuta annualmente lo stato del giornalismo in 180 paesi, mostra che i prossimi 10 anni saranno "il decennio decisivo" per la libertà di stampa a causa della crisi che influenzano il futuro dell'informazione mondiale. La pandemia di Covid-19 evidenzia e amplifica le molteplici crisi che minacciano il diritto a informazioni libere, indipendenti, pluraliste e affidabili.
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Lo stato dell'informazione 2020. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il decennio decisivo per l'informazione
"Il decennio decisivo" per la libertà di stampa sarà a causa delle crisi che influenzano il futuro del giornalismo: geopolitico (aggressività dei modelli autoritari), tecnologico (assenza di garanzie democratiche), democratico (polarizzazione, politiche repressive), fiducia (sospetto, persino odio verso i mezzi di informazione) ed economico (impoverimento del giornalismo di qualità). Oltre a questi cinque tipi di crisi esiste ora anche una crisi sanitaria. C'è una chiara correlazione tra il giro di vite sulla libertà di stampa durante l'epidemia di Covid-19 e il posto dei paesi nella classifica mondiale. Cina e l'Iran, focolai dell'epidemia, hanno implementato massicci meccanismi di censura. In Iraq, l'agenzia di stampa Reuters ha visto la sua licenza sospesa per tre mesi, poche ore dopo aver pubblicato un dispaccio che metteva in dubbio i dati ufficiali dei casi di coronavirus. Anche in Europa, in Ungheria il Primo Ministro Viktor Orbán ha approvato una legge nota come "coronavirus" che prevede pene detentive fino a cinque anni per chi diffonde informazioni false.

Le principali lezioni dell'edizione 2020
Nel 2020, la Norvegia mantiene il posto per il quarto anno consecutivo, mentre la Finlandia mantiene la sua seconda posizione. La Danimarca è al terzo posto, a causa di un declino in Svezia e Paesi Bassi. All'altra estremità della classifica, pochi i cambiamenti. La Corea del Nord occupa l'ultimo posto dopo il Turkmenistan, mentre l'Eritrea rimane il peggior rappresentante dell'Africa. La Malesia e le Maldive, dopo un'alternanza politica, mostrano le due migliori progressioni nella classifica guadagnando rispettivamente 22 e 19 posti. Seguono il Sudan, che ha guadagnato 16 posizioni dalla caduta di Omar al-Bashir. A parte le maggiori cadute di questa edizione, Haiti, in cui i giornalisti si ritrovano presi di mira durante le violente manifestazioni che hanno scosso il paese per due anni, ha perso 21 posti ed è ora all'83a posizione. Le altre due battute d'arresto più importanti sono in Africa: nelle Comores e in Benin, due paesi in cui sono in aumento gli attacchi all'informazione.

La classifica 2020
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La classifica dei 180 paesi. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA
Le 5 crisi che mettono a rischio il giornalismo
Crisi geopolitica
Una delle crisi più salienti è la crisi geopolitica alimentata da regimi dittatoriali, autoritari e populisti, che stanno lavorando per sopprimere le informazioni e imporre la loro visione di un mondo senza pluralismo e giornalismo indipendente. La Cina, che cerca di imporre un "nuovo ordine mondiale di informazioni", mantiene il suo modello di iper-controllo delle informazioni: la crisi sanitaria mostra gli effetti negativi su tutto il mondo. Dopo la Cina, l'Arabia Saudita e l'Egitto sono le più grandi prigioni del mondo per i giornalisti. La Russia sta impiegando mezzi sempre più sofisticati per controllare le informazioni online, mentre l'India ha imposto al Kashmir il coprifuoco elettronico più lungo nella storia del paese. In Egitto, la diffusione di "notizie false" giustifica non solo il blocco di pagine e siti Web, ma anche il ritiro dell'accreditamento.
Crisi tecnologica
La mancanza di adeguate normative nell'era della digitalizzazione e della globalizzazione della comunicazione ha creato un vero e proprio caos informativo. Propaganda, pubblicità, voci e giornalismo sono in diretta concorrenza. Questa crescente confusione tra contenuto commerciale, politico ed editoriale sbilancia le garanzie democratiche per la libertà di opinione e di espressione. Questo contesto favorisce l'adozione di leggi pericolose che, con il pretesto di limitare la diffusione di fake, consentono una maggiore repressione del giornalismo indipendente e critico. Come Singapore, il Benin ha messo in atto una nuova legge che dovrebbe combattere la disinformazione e il crimine informatico, ma che potrebbe essere utilizzata per limitare indebitamente la libertà di informazione. La pandemia ha amplificato la diffusione di voci e informazioni false velocemente come il virus. Eserciti di troll statali in Russia, Cina, India, Filippine e Vietnam stanno usando l'arma della disinformazione sui social media.
Crisi democratica
La crisi generata dall'ostilità e persino dall'odio contro i giornalisti nelle ultime due edizioni del World Press Freedom Index, si è molto intensificata. Ciò si traduce in atti di violenza più gravi e più frequenti e un livello di paura che non è mai stato visto in alcuni paesi. Politici di spicco o il loro entourage continuano a incoraggiare apertamente l'odio contro i giornalisti. Due capi di stato eletti democraticamente, Donald Trump negli Stati Uniti e Jair Bolsonaro in Brasile, per esempio continuano a denigrare la stampa e incoraggiare l'odio nei confronti dei giornalisti. Il "gabinetto dell'odio" che circonda il presidente brasiliano pubblica attacchi su larga scala alla stampa che fa rivelazioni sulla politica del governo fin dall'inizio dell'epidemia, Jair Bolsonaro ha persino intensificato i suoi attacchi ai media, che ritiene responsabili di una "isteria" destinata a generare panico nel paese.
Crisi di fiducia
La diffidenza nei confronti dei media sospettati di diffondere informazioni con dati inaffidabili continua a crescere: il 57% delle persone interrogate nell'ultimo sondaggio globale dal Trust Barometer Edelman, ritiene che i media potrebbero divulgare fake. Indeboliti da questa crisi di fiducia, i giornalisti diventano obiettivi privilegiati della rabbia dei cittadini durante le manifestazioni che si sono moltiplicate in tutto il mondo, come in Iraq, Libano, Cile, Bolivia, Ecuador, quando non sono anche vittime della violenza della polizia come in Francia. Un altro fenomeno sempre più visibile in Europa: in Spagna, in Austria, in Italia e in Grecia, quello dei gruppi nazionalisti o attivisti di estrema destra che attaccano apertamente la stampa, mentre i talebani in Afghanistan o alcuni fondamentalisti buddisti in Birmania non esitano a imporre violentemente la loro visione del mondo sui media.
Crisi economica
In molti paesi, la trasformazione digitale sta lasciando disastri nel settore dei media. Il calo delle vendite, il crollo delle entrate pubblicitarie e l'aumento dei costi di produzione e distribuzione legati in particolare all'aumento del prezzo delle materie prime, hanno portato a ridurre gli organici delle redazioni; la stampa americana per esempio ha perso la metà dei suoi dipendenti negli ultimi 10 anni. Ciò non è privo di conseguenze sociali ed è di grande impatto sulla libertà editoriale dei media  ovunque, perché i giornali in una situazione economica indebolita hanno meno capacità di resistenza.

La crisi economica ha accentuato anche i fenomeni di concentrazione e ancor più i conflitti di interesse, che minacciano il pluralismo e l'indipendenza dell'informazione. L'acquisizione di Central European Media Enterprises (CME) in Repubblica Ceca preoccupa diversi paesi dell'Europa orientale in cui CME controlla televisioni influenti. Le conseguenze della concentrazione si fanno sentire anche in Argentina e nel continente asiatico: in Giappone, la redazione rimane molto dipendente dalla gestione del “keiretsu”, questi grandi conglomerati che favoriscono gli interessi economici a danno dell'indipendenza editoriale. A Taiwan o nelle Isole Tonga, la logica commerciale a cui le organizzazioni giornalistiche aderiscono favorisce la polarizzazione e la ricerca di sensazionalismo, che contribuisce a screditare i media e accentuare la crisi di fiducia del lettore. 
Fonte e valutazioni: Edizione 2020 del World Press Freedom Index compilata da Reporters sans frontières (RSF) 2020. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

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