INFOGRAFICA E DINTORNI

INFORMATION GRAPHICS E COMUNICAZIONE

La mappa del futuro visto attraverso le parole

Tecnologia, ambiente, energie rinnovabili e i valori della famiglia sono le parole che servono a rappresentare meglio la realtà e che vengono considerate le più importanti per il futuro.  Da otto anni l’Osservatorio sul Capitale Sociale di Demos in collaborazione con Coop, indaga i sentimenti che suscitano alcune parole relative a valori, tematiche, persone e istituzioni del nostro tempo.
Fakenews-populismo-futuro-infografica
La Mappa delle parole del futuro. Infograficapisano
LA MAPPA  “proietta” le parole esaminate in base a due diversi “assi” di giudizio. Il primo: il gradimento espresso dagli intervistati, in misura crescente, da sinistra verso destra, cioè, lungo l’ascissa il secondo dal basso verso l’alto (seguendo l’ordinata) le parole che riflettono la tensione fra passato e futuro. Si concentrano tre distinte aree, tre di significato, dai confini, e soprattutto dai contenuti, piuttosto precisi. Ad un estremo è facile individuare le parole del futuro condiviso. I valori, i temi e le persone che gli italiani ritengono centrali nel loro futuro. All’opposto è possibile scorgere i temi che appartengono al passato e sono considerati in maniera negativa dalla larga maggioranza del Paese. Mentre al centro si collocano le questioni aperte della società italiana. I temi che appassionano e che dividono.
NELLA PRIMA AREA IL FUTURO CHE UNISCE nella dimensione futura si afferma con nettezza il tema dell’ambiente e della compatibilità delle scelte energetiche e del futuro tecnologico;
il cibo, la casa, il lavoro i giovani la meritocrazia e la democrazia digitale vengono associati a valori positivi. Papa Francesco appare anche nel 2018 l’unico leader condiviso e nettamente lontano
dalla percezione che invece gli italiani hanno della chiesa considerata invece una parola dai significati più controversi.
NEL QUADRANTE OPPOSTO IL PASSATO RIFIUTATO si colloca invece il mondo della politica e delle istituzioni che non sembrano suscitare emozioni positive. Quindi parole come partiti politici percepiti come legati ad un passato che non cambia, razzismo, populismo e fake news si collocano nella zona più deleteria e negativa di questa indagine. In ultimo negativo anche il ruolo delle Ong le organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo.
IN MEZZO, TRA PASSATO E FUTURO IL PRESENTE CONTROVERSO in questa terra di mezzo dei “temi controversi”,  trovano collocazione soprattutto le molte questioni sollevate dalle ondate
migratorie e della gestione dei migranti, i mezzi di informazione, il reddito di cittadinanza che provoca dibattiti, l’Unione Europea, l'euro e anche gli esponenti dei nuovi movimenti politici Di Maio dei 5Stelle e il leader della Lega Matteo Salvini.

La fuga all'estero dei 28mila laureati italiani

La mancanza di opportunità di lavoro e la carenza di innovazioni tecnologiche insieme al legittimo desiderio di seguire le proprie ambizioni professionali spingono gli italiani a partire e a cercare spazio in società con più prospettive per il futuro. 
Immigrati-italiani-laureati-cervelli-fuga
La fuga dei cervelli italiani all'estero. Infograficapisano
LE MIGRAZIONI INTERNAZIONALI. In 155 mila hanno abbandonato l'Italia, l'1,2% in meno rispetto al 2016, rispettivamente 115 mila italiani e 40 mila naturalizzati, immigrati con residenza i nuovi italiani. L'età media di partenza è di 33 anni per gli uomini e 30 per le donne, partono anche gli over 50 in misura del 18%. Il 52,6% degli espatriati ha un titolo di studio medio alto nello specifico 28 mila laureati e 33 mila diplomati. In 5 anni il nostro Paese quindi perde 156 mila persone con un titolo di studio conseguito nelle nostre scuole. Quattro sono gli Stati preferiti al 60% dagli espatriati, sono in Europa e sono: la Gran Bretagna 22%, la Germania 16,5%, la Francia 9,5% e la Svizzera 10%. Il resto parte per gli Stati Uniti il Canada e il Brasile (13.500), circa 2 mila nella lontana Australia e infine mille verso gli Emirati Arabi Uniti.

LA MOBILITÀ INTERNA. Anche in Italia continua come negli anni passati lo spostamento dal Mezzogiorno verso il Centro Nord. Nel 2017 sono 1milione 335 mila di trasferiti sulla direttrice Sud-Nord. Le regioni con il maggior numero di arrivi sono l'Emilia Romagna con +2,9 (calcolato per 1.000 residenti) con Bologna al +4,9, il Trentino Alto Adige con +2,7 e Bolzano +3,2, la Lombardia +1,8 con Monza e Brianza con un +3,4. Nel sud la Calabria si riducono i residenti con -4,2 con Crotone -6,1, la Basilicata -4,0, il Molise -3,5, in Sicilia le città che si svuotano Caltanissetta -7,1 ed Enna -5,5. Quasi la metà dei trasferimenti (49,5%) riguarda persone in età compresa tra i 15 e i 39 anni. La scelta della provincia di destinazione è legata anche all’età: i più giovani si spostano verso le province dei grandi centri urbani, i migranti più maturi scelgono invece aree provinciali di minore dimensione. La propensione agli spostamenti interni degli stranieri è pari al 4,6%, più del doppio di quella dei cittadini italiani.

LE NUOVE ISCRIZIONI ANAGRAFICHE. Per quanto riguarda i nuovi italiani nel 2017 che sono 343 mila nuovi residenti con un aumento del +14% rispetto al 2016, i flussi più alti per l'immigrazione dai vari paesi sono dalla Romania con 43 mila (-3,9%), poi la Nigeria con 23 mila (con un aumento clamoroso del 58,4% rispetto al 2016), il Marocco in 16 mila (+7,1%), la Cina 11 mila (-9,0%) e infine l'india 8 mila (con una diminuzione rispetto al 2016 di un -22,6%).
Tutti i dati Istat del 2017 pubblicati nel 13/12/2018.

GLI ARGOMENTI

La Calunnia e la fine del mondo di Sandro Botticelli

LA FINE DEL QUATTROCENTO E DELL'UMANESIMO. LA CRISI DI BOTTICELLI La crisi artistico/esistenziale del Botticelli si presenta sul finire ...