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Oriente e Occidente, il nuovo assetto mondiale

Oriente e Occidente, il nuovo assetto mondiale si gioca essenzialmente tra Usa, Cina e Russia ma soprattutto sull'influenza che queste potenze proiettano sui Paesi vicini attraverso alleanze militari come Nato Aukus e Csto, organizzazioni multilaterali come Ue e Sco e dialoghi strategici come Quad. 

Il vertice SCO, Shanghai Cooperation Organization di settembre 2022 tenutosi a Samarcanda ha riunito decine di Paesi del quadrante orientale del globo. Dai colossi Russia, Cina e India, alle ex Republiche sovietiche e grandi Paesi importanti come il Pakistan, alcuni Stati osservatori come lo strategico Iran o partner con cui fare affari perché ricchissimi di materie prime e leader nella produzione di petrolio come l'Arabia Saudita e il Qatar non a caso sono stati siglati 40 accordi, oppure sul Mediterraneo con un ponte ideale verso l'Egitto e infine la Turchia che si è trovata su due tavoli cercando di mettere in campo tutto il peso della sua posizione geografica privilegiata tra i due continenti.

Nell'infografica si possono vedere come si stanno posizionando i due blocchi contrapposti Occidentale e Orientale, con i rispettivi Paesi in campo tra gli Oceani Atlantico, Indiano e Pacifico.

La Morsa dell'Occidente. I nuovi blocchi. Infografica di Bruna Pisano © RIPRODUZIONE RISERVATA
I due blocchi ben visibili 

Da una parte l'Occidente Atlantico a guida degl Stati Uniti, con i Paesi NATO, la UE e nell'Indo Pacifico i membri di AUKUS, Australia, United Kingdom, United States Security Treaty, i potenziali membri Giappone e Nuova Zelanda; poi il Quadrilateral Security Dialogue (QUAD) con Australia, Stati Uniti, Giappone e India. 

Dall'altra l'Oriente con i membri del CSTO, Collective Security Treaty Organization, con Armenia, Bielorussia, Zakakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan; lo SCO Shanghai Cooperation Organization, con Cina India Kirghizistan, Pakistan, Russia, Tagikistan, Uzbekistan; osservatori interessati all'adesione allo SCO Afghanistan, Bielorussia, Iran e Mongolia infine i partner di dialogo SCO Arabia Saudita, Azerbaigian, Cambogia, Egitto, Nepal, Qatar, Sri Lanka e Turchia, quella stessa Turchia che vive anche nel blocco Occidentale, così come l'India che partecipa al QUAD.

I leader dei Paesi protagonisti del vertice di SCO a Samarcanda
Sicuramente con la guerra in corso, la Russia di Putin gioca quest'anno un ruolo da protagonista a caccia di alleanze strategiche e contratti economici favorevoli, la sensazione che il simbolo russo dell'aquila bicefala con lo sguardo orientato verso l'occidente e uno verso l'oriente, da quest'anno sembrerebbe posizionarsi definitivamente a Est.

L'incontro atteso tra Putin e Xi Jinping a Samarcanda

Secondo molti osservatori le vicende di quest'anno e questi vertici rappresentano un punto di svolta nella creazione di un nuovo assetto mondiale di quel nuovo mondo, non più unipolare con il grande protagonista americano in campo, ma un assetto multipolare, dove le economie emergenti nell'area orientale reclamano il loro ruolo e fanno sentire tutto il loro peso e con la composizione di questi blocchi si accingono ad affrontare quello che sarà il decennio più pericoloso del dopoguerra.

Storie dal mondo. Il mondo che verrà. Decennio Pericoloso. Infografica di Bruna Pisano per TPI The Post Internazionale.

Disponibile sulla versione digitale https://www.tpi.it/cronaca/settimanale-the-post-internazionale


 






Tutti i numeri sull'aborto in Italia, tra luci e ombre

I numeri sull'aborto in Italia a distanza di 44 anni dal primo referendum del 1978 che ha depenalizzato e disciplinato le modalità di accesso all'interruzione di gravidanza fino ad allora considerato reato e punito dagli articoli 545 e seguenti del Codice penale con la reclusione fino a 12 anni.

Fu lo stesso anno del rapimento Moro, per capire il contesto storico e il clima nel Paese, quel 1978 quando il radicale Marco Pannella propose il Referendum sull'aborto con il raggiungimento del quorum, legge promulgata poi dal presidente della Repubblica Giovanni Leone, anche se il percorso che portò la politica e il paese alla depenalizzazione fu lungo e difficile e ci volle un altro referendum nel 1981.

Nell'infografica tutti in numeri del Ministero della Sanità 2020 nel "Rapporto attuazione della Legge 194/78" in Italia.

I numeri sull'aborto in Italia. Infografica di Bruna Pisano per TPI, © RIPRODUZIONE RISERVATA

In questi 44 anni la società italiana è cambiata nel profondo e attraverso i dati del Ministero si può tracciare l'identikit di che oggi decide di interrompere una gravidanza. È una donna italiana in particolare vive al Nord, ha un titolo di studio di scuola media superiore e un lavoro e fa ricorso all'interruzione di gravidenza nelle prime 8 settimane di gestazione.

La tipologia più usata è l'aborto terapeutico al 64,9%, nella fascia di età presa in esame 15-49 anni, il tasso di abortività in Italia è del 5,4 per 1.000 con un totale di 66.413 aborti, dati 2020. nelle regioni del Nord Italia si praticano quasi la metà del totale degli interventi con un tasso del 5,6 per 1.000, mentre nel Centro Italia il tasso è del 6,1 per 1.000.

Attiviste pro legge a Verona nel 2018 (Non una di meno)
Poi c'è la difficoltà di accesso alla legge in molte aree del Paese con regioni che hanno percentuali all'84,5% di obiettori di coscienza soprattutto ginecologi che di fatto impediscono l'applicazione, come per esempio nella Provincia di Bolzano, nel Molise, nelle Marche e in Sicilia, all'inverso invece la Valle d'Aosta rappresenta la regione col minor numero di ginecologi obiettori il 25% dove resta più facile accedere all'interruzione di gravidanza. In totale nel 2020 gli obiettori di coscienza al 64,6% sono ginecologi, al 44,6% sono anestesisti e al 32,2% il personale medico generico.
Attiviste pro legge e pillola RU486 a Verona

Resta come dato molto positivo il dimezzamento in 14 anni dei numeri delle donne che ricorrono all'interruzione di gravidanza, da 121.301 nel 2008 in discesa a 66.413 nel 2020, nonostante la difficoltà di approccio all'applicazione della legge 194/78 soprattutto in molte regioni per l'alto numero di personale obiettore. 

Cover Story approfondimenti per il Magazine TPI The Post Internazionale www.tpi.it

https://www.tpi.it/cronaca/aborto-perche-tsunami-pro-life-puo-travolgere-italia-202206309121152 

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Fonte dati infografica "Rapporto attuazione della legge 194/78" del Ministero della Sanità 2020

Infografica ed elaborazione dati Bruna Pisano/@brunapisano_visual



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