STRATEGIE
DI RICONVERSIONE
Da venerdì 24 luglio 2020 la preghiera islamica sarà fatta nella nuova Moschea Hagia Sophia a Istanbul. Alla presenza di Erdogan che dichiara che era un suo sogno di bambino e che con questo atto di rottura con l'Occidente prosegue l’opera d'islamizzazione del quadrante Medio orientale. La Moschea verrà chiusa ai visitatori cinque volte al giorno per permettere la preghiera dei fedeli, dopo aver coperto accuratamente con tendaggi tutte le immagini sacre bizantine raffiguranti i profeti la Madonna con Gesù e tutto quello che può ricordare il precedente status di Basilica cristiana. Fa inoltre preoccupare il gesto dell'imam Ali Erbas (ministro degli Affari religiosi) che è salito sul pulpito della Moschea impugnando una spada ottomana, che potrebbe essere interpretato come una sfida ai cristiani.
Da venerdì 24 luglio 2020 la preghiera islamica sarà fatta nella nuova Moschea Hagia Sophia a Istanbul. Alla presenza di Erdogan che dichiara che era un suo sogno di bambino e che con questo atto di rottura con l'Occidente prosegue l’opera d'islamizzazione del quadrante Medio orientale. La Moschea verrà chiusa ai visitatori cinque volte al giorno per permettere la preghiera dei fedeli, dopo aver coperto accuratamente con tendaggi tutte le immagini sacre bizantine raffiguranti i profeti la Madonna con Gesù e tutto quello che può ricordare il precedente status di Basilica cristiana. Fa inoltre preoccupare il gesto dell'imam Ali Erbas (ministro degli Affari religiosi) che è salito sul pulpito della Moschea impugnando una spada ottomana, che potrebbe essere interpretato come una sfida ai cristiani.
La prima giornata di preghiera nella moschea con l'oscuramento dei simboli cristiani
NUMEROSE LE REAZIONI NEL MONDO
Il Patriarca di Mosca Kirill si dice preoccupato, il Papa
addolorato, con l'Unesco c'è tensione essendo patrimonio mondiale, la Chiesa
Protestante condanna la riconversione, i Luterani LWF "la moschea mina il
significato di «uno spazio condiviso pubblicamente» che «simboleggia apertura e
inclusione», In una lettera a Josep Borrell Fontelles, Alto Rappresentante
della Commissione Europea, la Kek, la Conferenza delle chiese europee, ha espresso
profonda preoccupazione per questa decisione.
La Grecia ha definito la mossa della Turchia una “provocazione
aperta al mondo civile” e intende imporre sanzioni contro la Turchia,
"perché chiunque violi il diritto internazionale deve capire che per
questo comportamento delinquenziale ci sono sanzioni che fanno male (…) La
questione di Hagia Sophia è una questione internazionale", senza fornire
ulteriori dettagli sulla natura delle sanzioni previste sul patrimonio mondiale
protetto dall’Unesco. Il patriarca greco-ortodosso ha proclamato il lutto.
Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis in una dichiarazione
scritta ha espresso la condanna inequivocabile della Grecia: «La Grecia
condanna fermamente la decisione della Turchia di trasformare Hagia Sophia in
Moschea. Questa decisione – e di fatto a 85 anni dalla sua proclamazione a
museo – offende il suo carattere universale. È una scelta che offende anche
tutti coloro che riconoscono il monumento come una proprietà della cultura
mondiale. E, naturalmente, non riguarda solo le relazioni della Turchia con la
Grecia. Ma anche i suoi rapporti con l’Unione Europea, l’Unesco e la comunità
globale nel suo complesso. È un peccato che la leadership turca, che ha
lavorato per l’Alleanza delle civiltà nel 2005, stia ora scegliendo di muoversi
nella direzione opposta».
Ali Erbas |
Poi c'è il capitolo Israele
che teme le dichiarazioni del documento del Presidente turco: “La resurrezione
di Haghia Sophia – vi si legge – anticipa la liberazione di Masjid al-Aqsa [la
moschea di al-Aqsa] sulle orme della volontà dei musulmani di lasciarsi alle
spalle i giorni duri. La resurrezione di Haghia Sophia è la riaccensione del
fuoco della speranza dei musulmani e di tutti gli oppressi, i calpestati, gli
sfruttati” e ancora:
(estratto dall'articolo di Seth J. Frantzman
per il Jerusalem Post)
"Collegando esplicitamente il provocatorio cambiamento di
Haghia Sophia allo status di Gerusalemme, Ankara dimostra che le sue ambizioni
vanno molto al di là del ripristinare le preghiere islamiche nella storica cattedrale e moschea di Istanbul: la decisione rientra
in una più ampia agenda islamista che riguarda l’intera regione. AKP, il
Partito della Giustizia e dello Sviluppo al potere in Turchia, è radicato nella
Fratellanza Musulmana e la Turchia è uno stretto alleato di Hamas a Gaza. Anche
Hamas ha le sue radici nella Fratellanza Musulmana. La strategia di Ankara
persegue una crescente influenza in tutta la regione grazie a gruppi e paesi
che la pensano allo stesso modo, come il Qatar e il Governo di Accordo
Nazionale (di Fayez al-Sarraj) in Libia.
La Turchia sta cercando di soppiantare l’Arabia Saudita, e altri
paesi della regione come Egitto e Giordania, nella qualità di massimo
interprete di ciò che è veramente “islamico”. In questo senso, dal punto di
vista della dirigenza di Ankara i cambiamenti ad Haghia Sophia non sono altro
che un passo all’interno di un più ampio programma di militarismo religioso in
Medio Oriente. La Turchia ha invaso parte della Siria orientale nell’ottobre
2019, dopo aver brutalmente svuotato la regione curda di Afrin, in Siria, nel
gennaio 2018. La Turchia ha poi reclutato profughi siriani per farli combattere
nella guerra civile libica, nel quadro di un accordo militare e petrolifero con
Tripoli. A giugno, la Turchia ha lanciato attacchi aerei in Iraq contro gruppi
curdi, sostenendo di combattere il “terrorismo”. Un giorno la Turchia potrebbe
mirare anche a Gerusalemme. Il discorso presidenziale su Haghia Sophia indica
chiaramente che ciò rientra nella sua agenda futura".
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Insomma l'eroe nazionale turco e statista Mustafa Kemal Atatürk
e padre della Turchia moderna si rivolterà sicuramente nel suo spettacolare
mausoleo di Ankara, io intanto per fortuna ho potuto vedere in un viaggio
straordinario in Turchia la meraviglia di Santa Sofia e la bellezza della
natura e delle straordinarie zone archeologiche uniche al mondo, popolata da
persone accoglienti, colte e gentili, una splendida Turchia pre-Erdogan.
Bruna Pisano ©RIPRODUZIONE RISERVATA