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Haghia Sophia, dopo 85 anni da museo a moschea

STRATEGIE DI RICONVERSIONE
Da venerdì 24 luglio 2020 la preghiera islamica sarà fatta nella nuova Moschea Hagia Sophia a Istanbul. Alla presenza di Erdogan che dichiara che era un suo sogno di bambino e che con questo atto di rottura con l'Occidente prosegue l’opera d'islamizzazione del quadrante Medio orientale. La Moschea verrà chiusa ai visitatori cinque volte al giorno per permettere la preghiera dei fedeli, dopo aver coperto accuratamente con tendaggi tutte le immagini sacre bizantine raffiguranti i profeti la Madonna con Gesù e tutto quello che può ricordare il precedente status di Basilica cristiana. Fa inoltre preoccupare il gesto dell'imam Ali Erbas (ministro degli Affari religiosi) che è salito sul  pulpito della Moschea impugnando una spada ottomana, che potrebbe essere interpretato come una sfida ai cristiani.

La prima giornata di preghiera nella moschea con l'oscuramento dei simboli cristiani
NUMEROSE LE REAZIONI NEL MONDO
Il Patriarca di Mosca Kirill si dice preoccupato, il Papa addolorato, con l'Unesco c'è tensione essendo patrimonio mondiale, la Chiesa Protestante condanna la riconversione, i Luterani LWF "la moschea mina il significato di «uno spazio condiviso pubblicamente» che «simboleggia apertura e inclusione», In una lettera a Josep Borrell Fontelles, Alto Rappresentante della Commissione Europea, la Kek, la Conferenza delle chiese europee, ha espresso profonda preoccupazione per questa decisione.

La Grecia ha definito la mossa della Turchia una “provocazione aperta al mondo civile” e intende imporre sanzioni contro la Turchia, "perché chiunque violi il diritto internazionale deve capire che per questo comportamento delinquenziale ci sono sanzioni che fanno male (…) La questione di Hagia Sophia è una questione internazionale", senza fornire ulteriori dettagli sulla natura delle sanzioni previste sul patrimonio mondiale protetto dall’Unesco. Il patriarca greco-ortodosso ha proclamato il lutto.


Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis in una dichiarazione scritta ha espresso la condanna inequivocabile della Grecia: «La Grecia condanna fermamente la decisione della Turchia di trasformare Hagia Sophia in Moschea. Questa decisione – e di fatto a 85 anni dalla sua proclamazione a museo – offende il suo carattere universale. È una scelta che offende anche tutti coloro che riconoscono il monumento come una proprietà della cultura mondiale. E, naturalmente, non riguarda solo le relazioni della Turchia con la Grecia. Ma anche i suoi rapporti con l’Unione Europea, l’Unesco e la comunità globale nel suo complesso. È un peccato che la leadership turca, che ha lavorato per l’Alleanza delle civiltà nel 2005, stia ora scegliendo di muoversi nella direzione opposta».

Ali Erbas
Poi c'è il capitolo Israele che teme le dichiarazioni del documento del Presidente turco: “La resurrezione di Haghia Sophia – vi si legge – anticipa la liberazione di Masjid al-Aqsa [la moschea di al-Aqsa] sulle orme della volontà dei musulmani di lasciarsi alle spalle i giorni duri. La resurrezione di Haghia Sophia è la riaccensione del fuoco della speranza dei musulmani e di tutti gli oppressi, i calpestati, gli sfruttati” e ancora:
(estratto dall'articolo di Seth J. Frantzman per il Jerusalem Post)
"Collegando esplicitamente il provocatorio cambiamento di Haghia Sophia allo status di Gerusalemme, Ankara dimostra che le sue ambizioni vanno molto al di là del ripristinare le preghiere islamiche nella storica cattedrale e moschea di Istanbul: la decisione rientra in una più ampia agenda islamista che riguarda l’intera regione. AKP, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo al potere in Turchia, è radicato nella Fratellanza Musulmana e la Turchia è uno stretto alleato di Hamas a Gaza. Anche Hamas ha le sue radici nella Fratellanza Musulmana. La strategia di Ankara persegue una crescente influenza in tutta la regione grazie a gruppi e paesi che la pensano allo stesso modo, come il Qatar e il Governo di Accordo Nazionale (di Fayez al-Sarraj) in Libia.
La Turchia sta cercando di soppiantare l’Arabia Saudita, e altri paesi della regione come Egitto e Giordania, nella qualità di massimo interprete di ciò che è veramente “islamico”. In questo senso, dal punto di vista della dirigenza di Ankara i cambiamenti ad Haghia Sophia non sono altro che un passo all’interno di un più ampio programma di militarismo religioso in Medio Oriente. La Turchia ha invaso parte della Siria orientale nell’ottobre 2019, dopo aver brutalmente svuotato la regione curda di Afrin, in Siria, nel gennaio 2018. La Turchia ha poi reclutato profughi siriani per farli combattere nella guerra civile libica, nel quadro di un accordo militare e petrolifero con Tripoli. A giugno, la Turchia ha lanciato attacchi aerei in Iraq contro gruppi curdi, sostenendo di combattere il “terrorismo”. Un giorno la Turchia potrebbe mirare anche a Gerusalemme. Il discorso presidenziale su Haghia Sophia indica chiaramente che ciò rientra nella sua agenda futura".
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Insomma l'eroe nazionale turco e statista Mustafa Kemal Atatürk e padre della Turchia moderna si rivolterà sicuramente nel suo spettacolare mausoleo di Ankara, io intanto per fortuna ho potuto vedere in un viaggio straordinario in Turchia la meraviglia di Santa Sofia e la bellezza della natura e delle straordinarie zone archeologiche uniche al mondo, popolata da persone accoglienti, colte e gentili, una splendida Turchia pre-Erdogan. 
Bruna Pisano ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiesa, in salita le nuove accuse credibili verso i preti

I DATI DEL RAPPORTO SULLE VIOLENZE DEI PRETI
"Negli Stati Uniti (Vatican news, 25.6, https://bit.ly/38u82tN) – vede la luce a fine giugno il 17° Rapporto annuale presentato dal Segretariato per la protezione dei bambini e dei giovani della Conferenza episcopale degli Stati Uniti sui casi di violenze e sull’attuazione della Carta di Dallas (varata nel 2002).
Rapporto-Stati-Uniti-chiesa-minori-accuse
 Rapporto annuale 2019 sulle denunce di violenze dei preti e dei religiosi. infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA 
Secondo la revisione condotta dalla StoneBridge Business Partners, studio legale con sede a Rochester, nello Stato di New York, e l’indagine compiuta dal Centro di ricerca per l’apostolato (CARA) della Georgetown University, nel periodo 1.7.2018-30.6.2019 le denunce rispetto all’anno precedente sono triplicate e sono state in tutto 4.434, presentate da 4.220 persone oggi adulte e da 37 minorenni.

Il rapporto afferma che il 37% delle nuove denunce sono dovute ai procedimenti giudiziari in corso, all’introduzione da parte delle diocesi (e delle eparchie) dei programmi di risarcimento per le vittime e dalle dichiarazioni di fallimento aperte da alcune diocesi. Un altro 3% deriva dalla revisione delle schede personali relative ai sacerdoti. In effetti non si tratta di casi recenti: il 57% delle nuove accuse sono relative a casi avvenuti prima del 1975, il 41% a fatti avvenuti tra il 1975 e il 1999 e un 2% a fatti avvenuti a partire dal 2000". (...) Maria Elisabetta Gandolfi

Il Regno. Documenti e Attualità
http://www.ilregno.it/

Chiesa - Protezione dei minori: ancora in salita
Le velocità diversificate nelle conferenze episcopali e il problema dei fondatori
Maria Elisabetta Gandolfi
Il periodo di lockdown e in generale l’emergenza coronavirus ha rallentato molte attività istituzionali anche nel campo della protezione dei minori. È emersa tuttavia l’esigenza di non abbassare la guardia: le violenze sono continuate e hanno trovato una formidabile via di propagazione nella Rete tramite «adescamento on-linesexting (che spesso si svolge tra coetanei), abusi sessuali in diretta, cyber-bullismo e intimidazioni». La fascia di età più colpita è quella dagli 11 ai 13 anni. (...)
http://www.ilregno.it/attualita/2020/14/chiesa-protezione-dei-minori-ancora-in-salita-maria-elisabetta-gandolfi
infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

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