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I 30 eroi dell'informazione di Reporters sans frontières

Reporters sans frontières (RSF) elenca 30 eroi dell'informazione, nell'edizione 2020 del World Press Freedom Index, che si sono distinti dall'inizio della pandemia Covid-19. Giornalisti, whistleblower e media, con il loro coraggio, la perseveranza e anche la loro capacità di innovazione, hanno contribuito a diffondere informazioni affidabili, particolarmente vitali in tempi di eccezionale crisi.

Chiamandoli eroi dell'informazione RSF desidera rendere omaggio ai giornalisti, ai cittadini informatori e ai media che si sono distinti nella loro lotta per la libertà di stampa in un momento di crisi sanitaria mondiale e cerca anche di dimostrare che il caos informativo, acuito grazie alla pandemia, non è inevitabile e che le figure citate ad esempio possono rappresentare modelli di riferimento in un momento in cui è diventato urgente difendere le informazioni affidabili e combattere la disinformazione.

L'elenco che è visualizzato nella prima infografica, comprende 18 personaggi noti ma anche molti sconosciuti e quasi un terzo proviene dall'Asia, dove è iniziata l'epidemia di Covid-19, molti si trovano in Europa e in Asia centrale, mentre il resto sono cittadini di Africa, America e Medio Oriente. Qui ci sono le loro vite, le denunce, le persecuzioni, la prigione e anche per molti la morte.

Gli Eroi dell'informazione di RSF. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

La maggior parte ha in comune l'aver rivelato informazioni che mostrano la gravità della pandemia o la denuncia della cattiva gestione della crisi sanitaria da parte delle autorità del proprio paese. Alcuni sono giornalisti esperti, come la serba Ana Lalic, o investigatori combattivi come lo sloveno Blaž Zgaga, o dalle comore Andjouza Abouheir e il bielorusso Sergei Satsouk

Ma altri sono semplici cittadini che, di fronte all'urgenza e alla gravità della crisi sanitaria, hanno scelto di informare quante più persone possibile per salvare vite umane. È stato un oftalmologo, Li Wenliang, il primo ad avvertire il mondo dell'inizio di un'epidemia meteorica alla fine di dicembre 2019, e un avvocato, Chen Qiushi, che ha riferito sul caos ambientale che regnava nel negli ospedali di Wuhan, il primo focolaio del Coronavirus, grazie ai suoi video pubblicati sul suo blog. Il primo è morto di Covid-19, il secondo è stato messo in quarantena con la forza e non è mai ricomparso. 

In Venezuela, per un tweet che metteva in dubbio l'attendibilità dei dati ufficiali sulla pandemia, il giornalista indipendente Darvinson Rojas ha scontato 12 giorni di carcere. In India, per aver rivelato che le restrizioni al confinamento hanno portato i bambini affamati a nutrirsi di foraggi destinati al bestiame, il giornalista Vijay Vineet rischia di passare sei mesi in carcere. In Bangladesh, il famoso fumettista Ahmed Kabir Kishore rischia l'ergastolo per aver pubblicato sui social vignette che raccontano la vita politica nel suo paese durante la crisi del Covid-19 e che denunciano, tra l'altro, casi di corruzione. 

Interrogato dalla polizia per un articolo che metteva in dubbio la gestione della crisi sanitaria nel regno di Eswatini, il direttore del sito di notizie Swati Newsweek, Eugene Dube, è stato costretto all'esilio, il corrispondente del New York Times da Pechino Chris Buckley, dopo aver trascorso 76 giorni a Wuhan al culmine dell'epidemia di Coronavirus, è stato costretto a lasciare la Cina e per la prima volta in 24 anni, il suo visto non è stato rinnovato.
 
La seconda infografica contiene l'elenco delle 12 testate giornalistiche scelte da RSF che hanno denunciato la cattiva gestione della crisi e che hanno avuto il coraggio di rivelare informazioni sulla gravità della pandemia.
Gli Eroi del giornalismo di RSF. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sito di notizie indipendente cinese-britannico Caixin che ha moltiplicato le rivelazioni mettendo in discussione la narrativa delle autorità cinesi. Diversi corrispondenti della Casa Bianca negli Stati Uniti si sono anche distinti per la loro perseveranza nel continuare il loro lavoro nonostante le avversità dell'amministrazione Trump e del suo entourage, mettendo sotto accusa della sua gestione della pandemia.

Questa crisi sanitaria ha anche rivelato iniziative innovative che hanno contribuito a facilitare la diffusione delle informazioni sulla diffusione del Covid-19.

In Africa, una web radio ivoriana, Wa FM, e un sito di informazione togolese, TogoCheck, si sono attivate per aiutare a diffondere informazioni utili sulla salute, la sicurezza e protezione delle popolazioni. 
 
In Brasile, i media si sono riuniti in una "crisi Gabinete" per informare le popolazioni abbandonate delle favelas, mentre i giornalisti della rete Wayuri hanno raccolto la sfida di informare più di 750 comunità indigene in Amazzonia.  
 
In Russia, 25 pubblicazioni raccolte all'interno di Syndicat-100 hanno anche istituito un sistema per aiutare il personale medico, gravemente colpito dall'inizio dell'epidemia, a riportare informazioni e allertare l'opinione pubblica.

RSF ha infine assegnato un tributo speciale ai giornalisti di Guayaquil, la capitale economica dell'Ecuador e primo epicentro dell'epidemia in America Latina per le loro immagini di cadaveri lasciati per le strade che hanno fatto il giro del mondo. Nonostante la poca preparazione e senza equipaggiamento protettivo, i giornalisti della stampa locale hanno continuato il loro lavoro di informazione e hanno riferito anche da aree altamente contaminate e morendo in tredici, dato di aprile 2020.

"Certains ont pris de tels risques pour informer sur la réalité de la pandémie qu’ils en sont morts, quand d’autres sont toujours portés disparus ou derrière les barreaux. Poursui- vis, agressés, insultés, ils sont nombreux à avoir payé le prix fort pour avoir défendu le droit à l’information et lutté contre les rumeurs et la désinformation qui aggravent les conséquences de la crise sanitaire. Ces nouveaux héros nous rappellent que le journalisme peut sauver des vies. Ils méritent toute notre attention et admiration". Il segretario generale di RSF Christophe Deloire
Fonte testi: Reporters sans frontières. "Les Héros de l'information au temps du coronavirus: le journalisme peut sauver des vies". Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA


Quando Caravaggio dipinse Lucia, la Santa della luce

Anche Caravaggio dipinse Santa Lucia, la santa con cui si festeggia la luce.
Nel 1608 ancora in fuga dalle carceri di Malta e inseguito dal mandato di cattura e la condanna a morte e arrivato in maniera rocambolesca a Siracusa in Sicilia, Caravaggio ottenne di poter "lavorare" ancora come pittore, nonostante la sua situazione di fuggitivo, ma con la reputazione in tasca di grandissimo artista che tutta l'Italia e non solo conosceva, che gli permise tra l'altro di lasciare dietro la sua fuga in giro per l'Italia e il Mediterraneo, immensi e inarrivabili capolavori, e per poter sopravvivere, dipinse un olio su tela Il Seppellimento di Santa Lucia oggi conservato al Santuario Santa Lucia al Sepolcro, nel luogo dove secondo la tradizione fu martirizzata. 

Il Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio

Caravaggio l'ambienta nei sotterranei delle catacombe siciliane che nel quadro incombono sui presenti alla scena, con uno strano chiaro-scuro luce ed ombra, lontano dal classico stile che lo aveva reso celebre a Roma, e mette in primissimo piano due figure di energumeni che diventano i veri protagonisti della raffigurazione, nell'atto di scavare la fossa alla Santa decapitata mentre riceve l'ultima benedizione del Vescovo.

Dopo due anni nel 1610, Caravaggio morì a soli 38 anni di stenti e di malattia su una spiaggia in Toscana, tradito dal Cardinale Borghese che gli aveva promesso la grazia in cambio delle tele, che come un tesoro si portava dietro, ma come nelle peggiori storie, alla consegna, la promessa non fu mantenuta e tradito fuggì di nuovo disperatamente dai suoi persecutori in barca dal Lazio verso il suo ultimo viaggio, verso le coste toscane. L'artista più amato, anche per la sua tormentata e breve vita, che grazie alle opere di incredibile bellezza che ha lasciato è riuscito a cambiare per sempre il corso della storia dell'arte italiana ed europea.

Il Seppellimento di Santa Lucia è un'opera che ha molto viaggiato in questo periodo era in mostra al Mart di Rovereto, nonostante le polemiche nate a Siracusa nei mesi scorsi, con la promessa del rientro nella sua città il 13 dicembre in tempo per la festa della Santa. 

©BrunaPisano RIPRODUZIONE RISERVATA

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