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Ercole e Lica di Canova alla Galleria d'Arte Moderna

DOPO LA CHIUSURA A CAUSA DELLE RESTRIZIONI COVID-19 DA FEBBRAIO 2021 RIAPRE AI VISITATORI LA GALLERIA D'ARTE MODERNA DI ROMA

http://www.galleriaartemodernaroma.it/

L'OPERA DI OGGI

Il gruppo marmoreo "Ercole e Lica" che Antonio Canova, artista di Treviso (1757-1822), iniziò nel 1795 e finì di scolpire nel 1815 dopo varie peripezie soprattutto politiche italiane del tempo che sconvolsero i suoi piani, si può ammirare oggi nella Galleria d'Arte Moderna di Roma.

Ercole e Lica di Antonio Canova©Foto Pisano RIPRODUZIONE RISERVATA
 
LA REPUBBLICA ROMANA

A Roma l'arrivo dei rivoluzionari francesi del generale Berthier che con le sue truppe si diede al saccheggio dei tesori del Vaticano fece fuggire nel 1798 il papa Pio VI e spinti dallo spirito giacobino e rivoluzionario proclamarono Roma una "Repubblica". Dopo questo affronto al papa, un esercito reclutato a Napoli di 70 mila uomini e comandato dal generale austriaco Karl von Marck arrivò a Roma per ristabilire l'autorità papale e i soldati napoletani si batterono in città contro i francesi che a loro volta organizzarono una controffensiva vincente a Civita Castellana nel 1798.

Il generale Berthier entra a Roma nel 1798
 

Canova intanto a Venezia attendeva momenti migliori per scendere a Roma e finire l'opera e appena i francesi abbandonarono la città, lasciandola in mano all'esercito napoletano/austriaco che dichiararono fallito l'esperimento della Repubblica Romana, decise di tornare. Nel 1800 quindi ecco l'artista di 43 anni di nuovo a Roma e al lavoro nel suo atelier romano dove riuscì finalmente a terminare la colossale opera che Torlonia acquistò e posizionò dove è oggi, dentro una grande sala rotonda a luce zenitale che il principe fece costruire all'architetto Valadier.

Ercole e Lica di Antonio Canova©Foto Pisano RIPRODUZIONE RISERVATA
LE RAZZIE FRANCESI

La notizia che i francesi erano in Italia per razziare le opere d'arte, come fecero anche i nazisti in tempi più recenti, fece il giro della penisola e chi più e chi meno riuscì a salvare qualcosa nascondendo le opere dei nostri maestri. Agli Uffizi, per esempio, fu grazie all'intervento di decine di muratori, manovali e imbianchini fiorentini che lavorarono notte e giorno per creare delle intercapedini e finti muri dove murarono e nascosero i Raffaello, Tiziano, Caravaggio e gli altri artisti. Tennero tra l'altro anche il segreto e così i francesi, che impiegarono molto tempo nella caccia, non riuscirono a trovare nulla grazie anche al perfetto lavoro di muratura degli operai di Firenze che contribuirono a salvare molti capolavori. 

John Jackson (1778 - 1831) – Artist (British) Ritratto Antonio Canova

LE OPERE RECUPERATE

Fu poi lo stesso Antonio Canova, il primo grande difensore del patrimonio artistico italiano, che si recò a Parigi per riportare in Italia centinaia di opere rubate dalle truppe francesi in Italia e in Vaticano tra dipinti e sculture che erano state trafugate per ordine di Napoleone per realizzare il suo sogno allestire cioè il Museo più grande e ricco del mondo: Il Louvre.

Foto gruppo marmoreo "Ercole e Lica" di BrunaPisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

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