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La caccia alle Terre Rare per la rivoluzione Green Deal

Il Green Deal o Patto Verde è una nuova strategia di crescita dell'UE con la finalità di creare un percorso di trasformazione dell'Europa in una società a impatto climatico zero. "L'UE si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per realizzare questo obiettivo sarà necessaria una trasformazione della società e dell'economia dell'Europa, che dovrà essere efficiente in termini di costi, giusta e socialmente equilibrata", così la definizione della Comunità europea.

IL FUTURO LEGATO ALLE TERRE RARE. Le Materie Prime e quelle chiamate "Critiche" sono al centro di questo processo di "nuova rivoluzione industriale". Una trasformazione voluta e resa necessaria per cercare di inquinare meno il nostro pianeta attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie. Apparentemente questo Green Deal sembra un percorso facile, in realtà nasconde tante difficoltà forse insormontabili. Alcune di queste incognite sono di tipo politico, finanziario, sociale ed etico oltre a rischi economici, che potrebbero mettere in difficoltà questo processo e non centrare l'obiettivo prefissato al 2050. Anche perché questo progetto sarà recepito principalmente dall'Europa e lo si è visto a Glasgow alla Conferenza COP26. E questo è uno dei problemi principali.

L'INFOGRAFICA. L'argomento è molto vasto e difficile da semplificare, ma per aiutare la comprensione ho realizzato questa infografica sulle Materie Prime Critiche analizzando dati da report del 2020 dell'Università di Birmingham e della Comunità Europea. Ho messo in evidenza un planisfero che illustra tutti i maggiori paesi produttori e trasformatori con le % di materie prime prodotte; 4 sottogruppi di metalli più ricercati al mondo; la timeline che parte dall'uso di certi materiali dal 1900 e arriva al nuovo millennio e la dipendenza UE a volte del 100% da alcuni paesi grandi produttori.

UN PIANETA DI MATERIE PRIME CRITICHE ©infograficapisano RIPRODUZIONE RISERVATA
LE RAGIONI DELLA CRITICITÀ. Vengono definiti Materiali Critici per molte ragioni che vanno dalla quantità richiesta alla trattativa sul costo per l'acquisto o al tasso di consumo, dalle sfide associate alla lavorazione ai bassi tassi di riciclaggio, dalla facilità di sostituzione alla concentrazione geografica e a quella di accesso alla fonte del materiale. Le batterie e la struttura degli smartphone, dei computer, delle auto elettriche, degli impianti di energia solare o eolica possono funzionare solo con una particolare quantità e qualità di minerali che vengono estratti in luoghi del pianeta molto ricchi di materie prime attraverso le miniere. Queste sono spesso delle voragini scavate nelle viscere della terra o in superficie in zone specifiche come laghi o fiumi,  le cui rocce raccolte subiscono una serie di lavorazioni e trasformazioni industriali che le rendono uniche nel loro genere e assolutamente insostituibili.

La miniera di rame di PHALABORWA in Sudafrica. Il progetto di espansione include lo scavo di 400 metri della fossa che prolungherà la vita della miniera di 15 anni.
I METALLI PIÙ RICERCATI AL MONDO. Quattro sono i sottogruppi di Materiali Critici più ricercati al mondo: le Terre Rare, critiche per il loro reperimento in nazioni problematiche o instabili politicamente, il Gruppo del Platino per la scarsità della presenza del metallo sulla crosta terrestre, i Materiali per le batterie elettriche come il Cobalto, scavato nelle miniere del sud del mondo e difficile da reperire perché sottogruppo estrattivo di altri metalli e quindi soggetto strettamente alle limitazioni legate alla domanda specifica. Infine i preziosi materiali per la costruzione di prodotti aerospaziali e la nuova corsa di molti gruppi a viaggi in orbita in stazioni spaziali, luoghi in futuro di turismo spaziale ma oggi stazioni di studio e di esperimenti scientifici in assenza di gravità.
AZIENDE CINESI CHE INQUINANO PIÙ DI INTERI PAESI. Tra i principali paesi produttori e distributori la Cina fa la parte del leone, perché nel tempo ha saputo investire strategicamente, non solo nelle risorse minerarie scavando nuove miniere, ma anche nella trasformazione e produzione per convertire questi materiali in prodotti finali. È anche noto che la Cina è il più grande inquinatore della Terra, considerata così anche perché queste emissioni vengono da imprese statali nei settori dell'energia, dell'acciaio, del cemento, della raffinazione del petrolio e di altri importanti settori con un inquinamento da CO2 uguale a quello di intere nazioni. Secondo uno studio di Rhodium Group le aziende cinesi hanno inquinato nel 2019 addirittura più di tutte le nazioni sviluppate messe insieme. Alcuni esempi: la Cina Baowu, il principale produttore di acciaio al mondo, ha immesso nel 2020 più CO2 del Pakistan; il gigante petrolifero statale Sinopec Group, in una delle sue affiliate, la China Petroleum & Chemical, ha contribuito al riscaldamento globale più del Canada; Shagang Group, che si occupa di energia termica, immette gas serra nell’aria come le città di Chicago e Nuova Delhi messe insieme; la China Faw Gruppo Corp ha emissioni nocive simili a quelle dell’intero stato Usa del New Jersey e maggiori di quelle di tutto il Bangladesh anche la Cina Huaneng Power International,  inquina come l’intero Regno Unito, o la Alluminium Corp of China che, da sola, fa registrare le stesse emissioni inquinanti di 13,3 milioni di auto in moto per un anno.
La miniera di Tahipur in Bangladesh. Unsplash
DAL NOVECENTO AL NUOVO MILLENNIO. Messi in fila il numero di metalli utilizzati per la vita della società della metà del '900 in confronto all'enorme quantità di quelle usate per costruire e far funzionare soprattutto le batterie elettriche che alimentano la tecnologia fa spavento. Infatti queste Materie Prime Critiche sono determinanti per il funzionamento di una gamma infinita di moderni ecosistemi industriali. Per esempio il gallio e l'indio nella tecnologia Led delle lampade, i semiconduttori hanno bisogno di silicio metallico e altri metalli del Gruppo del Platino. Per non parlare dello smartphone che per costruirne uno si devono scavare 30kg di roccia, nello specifico oltre agli 11g di ferro e 95 di plastica, contiene in media 250mg di argento, 24mg di oro, 9mg di palladio, 9g di rame e 3,5g cobalto, 70/80grammi di materiali più o meno preziosi, il tungsteno e almeno 1g di terre rare. 
La raccolta delle pietre provoca impatti devastanti sui fiumi in Bangladesh come nei fiumi Piain, Dawki e Bolaganj e all'interno del fiume Dhala
Miniere di materiali del Congo. In basso la miniera Super Pit gold mine, di estrazione dell'oro di Kalgoorlie nel Western Australia

UNA DIPENDENZA DEL 100% DALLA PRODUZIONE DI MOLTI PAESI. L'approvvigionamento di molte materie è altamente concentrato in alcuni blocchi di paesi. Per esempio la Cina fornisce all UE il 98% delle terre rare (REE), la Turchia fornisce il 98% del borato e il Sudafrica il 71% del fabbisogno di platino con una % persino maggiore di metalli del gruppo del platino come iridio, rodio e rutenio. L'UE si avvale inoltre di singole imprese locali per la sua fornitura di afnio e stronzio. Il piano d'azione della UE per queste materie è stilato in una lista rispettivamente di 30 materiali e 137 prodotti che sono essenziali per la nostra industria e la nostra società e da cui l'Unione risulta fortemente dipendente in molti casi al 100%. Una situazione complicata. Il rischio reale è di passare da una dipendenza strutturale della UE a taluni combustibili fossili come il carbone o il petrolio per cadere nella trappola della totale dipendenza da specifici metalli scavati ai quattro angoli del pianeta, in paesi spesso "difficili" in genere in miniere situate in aree del mondo a rischio politico o economico, creando problemi di approvvigionamento sicuro a prezzi adeguati e stabili e non suscettibili di variazioni come sta accadendo nel continente europeo con il costo dell'energia alle stelle.
Il processo di preparazione del Litio materiale strategico per le batterie. Photo Ivan Alvarado/Reuters. Salar De Atacama Rockwood Litio in Cile.

NO MATERIA PRIMA NO RIVOLUZIONE. Esiste anche un'altra trappola, quella della giustizia sociale e della scelta europea di garantire che le miniere siano "sostenibili" nei paesi produttori. Evitare che questo passaggio industriale previsto per il 2050 sia sulle spalle delle nazioni povere, dove vengono operate politiche di sfruttamento della forze lavoro. Evitare anche la distruzione o la desertificazione di intere porzioni di territori, alla ricerca spasmodica di nuove fonti di metalli per rispondere una domanda in continua crescita. Insomma una strada molto in salita, fatta di investimenti in ricerca e sviluppo, nel recupero di materiali preziosi dai rifiuti, nella formazione e nella riconversione di una forza lavoro qualificata e nella creazione di condizioni di parità su tutti i livelli. Se tutto questo non verrà garantito sarà difficile ottenere che questa rivoluzione industriale possa avere successo e non vada solo a vantaggio di poche multinazionali, che non venga poi pagato dai consumatori finali e soprattutto non pesi sulle spalle dei tanti lavoratori senza diritti dei paesi poveri del nostro pianeta.
Impianti di estrazione e lavorazione del Nichel in Nuova Caledonia
Operaio specializzato nella lavorazione del Litio Atacama a Nord del Cile. Photo Ivan Alvarado/Reuters
Minatori all'opera nelle miniere del Congo
Fonte: The Birmingham Energy Institute’s Centre for Strategic Elements & CriticalMaterials by the University of Birmingham, Birmingham Energy Institute; European Commission Study on the EU’s List of Critical Raw Materials (2020); ©infograficapisano RIPRODUZIONE RISERVATA

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