Da un rapporto del 2017 di Air Quality in Europe pubblicato da EEA, European Environment Agency, si può capire l'entità dell'inquinamento dell'aria in Europa e in Italia. Come si può vedere dalle mappe la concentrazione di polveri sottili detto PM10 e Ozono troposferico, altamente inquinanti, è sparsa nel continente e una delle zone più a rischio per la qualità dell'aria respirata dai cittadini è il Nord dell'Italia. Legambiente con un rapporto chiamato Mal'Aria 2018 pone sotto osservazione proprio la situazione del nostro Paese. Nella somma dei due fattori inquinanti, le città interessate che superano i limiti costantemente tutto l'anno sono 31, di cui 28 superano i 100 giorni e 16 superano addirittura i 150 giorni. Sono tutte città del Nord Italia dell’area padana per intenderci a riempire la classifica, con l’aggiunta di Frosinone nel Lazio e Terni nell'Umbria.
Sommando i giorni di aria inquinata respirata dai cittadini nel corso dell’anno la città di Cremona risulta in cima in questa lista con 178 giorni di inquinamento rilevato (105 per le polveri sottili e 73 per l’ozono); Pavia 167, Lodi, Mantova e Monza seguono a pari giornate con 164 giorni di inquinamento totale, Asti 162, Milano 161 e Alessandria 160 seguono a ruota. La popolazione residente in questi capoluoghi ammonta a circa 7 milioni di abitanti che, in pratica, ha respirato polveri e gas tossici molto nocivi circa un giorno su due nel peggiore dei casi come a Cremona, al massimo uno su quattro nel caso di Biella in fondo alla classifica con 87 giornate. Numeri che si traducono in problemi di salute, costi per il sistema sanitario e impatti rilevanti sugli ecosistemi. Se si dovessero poi applicare oggi i limiti suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla quantità di popolazione esposta all'inquinamento del PM10 e dell'ozono la % salirebbe dall'attuale 16/20% (con la normativa in vigore) ad un drammatico 50/60%.
Inquinamento da PM10 e Ozono, dati 2017. Infograficapisano |
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