Il Museo dell'Hermitage in Russia ospita da secoli una colonia di gatti molto attivi
Il primo fu Basil era di pelo folto e lucido bianco e nero ed era olandese. Fu importato al tempo di Pietro il Grande il fondatore di San Pietroburgo quando la cui figlia l'Imperatrice Elizaveta Petrovna nel 1747 decise di ricorrere ai gatti per liberarsi dai fastidiosi topi del Palazzo d'Inverno dell'Hermitage. Ne fece arrivare con un carico a decine in particolare dalla città di Kazan, la capitale del Tatartsana sul fiume Volga a 800 km da Mosca, che secondo gli esperti erano certamente i più forti, resistenti e i più abili nella caccia ai roditori di tutta la Russia.
Ma il peggio doveva ancora arrivare con l'assedio di Leningrado da parte di Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale che durò 2 anni e 4 mesi dal 1941 al 1944 e che causò la morte di un milione e mezzo di persone. La collezione delle opere fu messa in salvo negli Urali e nelle sale deserte dell'Hermitage rimasero esposti solo pochi oggetti e qualche cornice vuota. Scomparvero in quel periodo difficile tutti gli animali in giro per la città compresi i volatili e ai gatti toccò la stessa sorte, furono sacrificati e divennero cibo per i custodi, così per la prima volta nella sua storia il Museo fu senza i suoi fedeli felini. Finita la guerra si decise di assumere nuovi gatti dalla città di Novgorod e Pskov e dopo l'era di Stalin lentamente il Museo riprese una certa normalità, fino a preparare delle esposizioni con opere di pittori moderni. Negli anni '60 i gatti furono sfrattati di nuovo perché si decise che per eliminare i topi bisognava passare a radicali soluzioni chimiche, ma fu un disastro e da quel momento furono richiamati a riprendere la loro secolare "guerra contro i roditori" e furono così riassunti in servizio, con una carta d'identità e con mansioni ufficiali. Fino agli anni '90 era consentito loro di girare indisturbati nelle sale del Museo o dormire ai piedi di qualche dipinto di Rubens o di Van Gogh, ma con l'arrivo della dissoluzione dell'URSS e con la crisi economica che ne seguì, anche l'Hermitage e le sue colonie feline patirono e la loro sopravvivevano fu appesa ad un filo relegati negli scantinati del Palazzo d'Inverno. In seguito per salvarli fu promossa una campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi "Un rublo per un gatto" per il cibo e il sostentamento e fu trovata una nuova zona per ospitare la colonia.
Il direttore dell'Hermitage Michail Borisovic Piotrovskij ©James Hill-NewYorkTimes |
Il Direttore. Oggi grazie al direttore Michail Borisovič Piotrovskij archeologo e linguista russo, l'Hermitage ha ripreso tutta la sua imponente bellezza e fascino immortale. Anche se non possono più vivere tra le sale come al tempo dell'Imperatrice Caterina II, la direzione si è occupata della collocazione dei gatti più privilegiati e coccolati del mondo, assicurando loro un esercito di veterinari che ne monitorano lo stato di salute, oltre all'istituzione di una festa in loro onore e un ricovero sicuro per gli anziani "pensionati" che vengono dati in adozione solo a famiglie super selezionate e affidabili.
La Galleria di ritratti. Per questo, in segno di omaggio verso questi felini protettori e custodi dell'arte, la direzione dell'Hermitage ha commissionato all'artista uzbeko Eldar Zakirov di dipingere dei sontuosi ritratti di figure di gatti in varie pose. Il risultato è Cats of the Hermitage, una serie di straordinari dipinti ad olio digitali con varie tipologie di gatto nei costumi della corte zarista.
L'artista visual di 38 anni Eldar Zakiroy è un geniale illustratore "visionario" con una varietà e capacità tecniche eccezionali, che gli permettono di spaziare tra generi, digital art e tecniche di lavorazione sorprendenti. Dalla sua biografia si legge che collabora con le principali riviste e agenzie di molti paesi, la sua arte è conosciuta e apprezzata negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Russia, in Australia e Ucraina. Laureato presso l'Istituto di Architettura e Costruzione di Tashkent come progettista di ambiente architettonico e pubblicità, nel 2006 ha vinto negli Usa il Grand Prize, il Golden Brush Award, nel concorso "Illustrators of the Future" di L. Ron Hubbard.
È giusto affermare oggi che questi fortunati gatti rappresentano un po' la storia dell'Hermitage e si possono considerare, oltre a provetti cacciatori, dei veri e propri custodi dell'arte e della cultura allo stesso livello dell'importanza dei capolavori e delle gemme conservate nelle sale meravigliose di questo straordinario Museo, Patrimonio dell'Umanità.
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