INFOGRAFICA E DINTORNI

INFORMATION GRAPHICS E COMUNICAZIONE VISIVA

Le città europee dello sballo da cocaina

La relazione si basa sulle informazioni fornite all’EMCDDA dagli Stati membri dell’UE. La "Relazione europea sulla droga 2017: tendenze e sviluppi", è la pubblicazione faro dell’EMCDDA e fornisce i dati più recenti sulla situazione della droga in Europa e sulle risposte alle relative problematiche. Anche in Europa si registra la diffusione della poliassunzione di svariate tipologie di droghe e attualmente la gamma risulta essere più ampia del passato. Il consumo di stupefacenti è più diffuso tra gli uomini e soprattutto l'uso di cannabis è superiore di 5 volte rispetto alle altre sostanze. Modesto invece il consumo di l'eroina e di altri oppiacei.

In questa mappa viene evidenziato l'uso della cocaina tra i giovani adulti europei nell'ultimo anno. Si stima che 17,5 milioni di adulti (15-64 anni) abbiano provato la sostanza in qualche momento della loro vita, tra questi 2,3 milioni di giovani (15-34 anni) hanno consumato cocaina nel corso dell'ultimo anno. Tra le varie nazioni ci sono dati differenti che confermano una certa stabilità o in calo dei dati rispetto al 2008. Solo L'Irlanda, la Spagna, i Paesi Bassi e il Regno Unito hanno segnalato una prevalenza di consumo nell'ultimo anno pari o superiore al 2,5%. Sebbene, con livelli di prevalenza più bassi, in Francia si può osservare una tendenza al rialzo in cui la prevalenza è salita per la prima volta sopra il 2 % nel 2014. In termini statistici, l’indagine condotta nel 2015 in Germania ha evidenziato un calo della prevalenza di cocaina, che era rimasta stabile tra il 2000 e il 2009. 


A queste indagini vanno aggiunte l'analisi delle acque reflue comunali svolte nell’ambito di uno studio condotto in varie città allo scopo di individuare residui di cocaina. Le relazioni di tali analisi concernenti il consumo generale di sostanze pure in una determinata area abitata, e le relative conclusioni, non sono direttamente confrontabili con le stime sulla prevalenza risultanti dalle indagini sulle popolazioni nazionali. Le conclusioni dell’analisi delle acque reflue sono presentate sotto forma di quantitativi standardizzati (carichi di massa) del residuo giornaliero di droga per 1.000 abitanti. L’analisi del 2016 ha rinvenuto i carichi di massa più elevati di benzoilecgonina, il principale metabolita della cocaina, in città del Belgio Anversa, Bruxelles, di Spagna Barcellona e Valencia e del Regno Unito Londra e Bristol e livelli molto bassi nella maggioranza delle città dell’Europa dell'est. Delle 33 città che dispongono di dati per il 2015 e il 2016, 22 hanno segnalato un incremento, 4 un calo e 7 una situazione stabile. Si segnalano tendenze di lungo periodo stabili o in aumento per la maggior parte delle 13 città che dispongono di dati per il 2011 e 2016.
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La cocaina in Europa. Infograficapisano

Tutti i danni di una vita vissuta con la droga

Il Rapporto di UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) "World Drug Report 2017" si occupa di osservare i flussi delle varie droghe nel mondo sia quelle a base vegetale come la cocaina, gli oppiacei e la cannabis, che quelle sintetiche, e, come sempre, mira a migliorare la comprensione del problema e a contribuire a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare il suo impatto sulla salute e sulla sicurezza.

Il danno alla salute e alla qualità della vita causato dal consumo di droghe nel mondo rimane impressionante. Circa un quarto di miliardo di persone, pari a circa il 5% della popolazione adulta globale, ha fatto uso di droghe almeno una volta nel 2015. Ancora più preoccupante è il fatto che circa 29,5 milioni di questi consumatori di stupefacenti, ovvero lo 0,6% degli adulti globali, soffrono di disturbi da consumo. L'entità dei danni causati dall'uso di droghe è sottolineata dalla stima di 28 milioni di anni di vita "sana"  persi in tutto il mondo nel 2015 a causa di morte prematura e invalidità causate dall'uso di stupefacenti. Meno di una persona su sei con disturbi di uso di droga non ha la disponibilità di accedere ai servizi basati sulla scienza per il trattamento dei disturbi collegati. Su 12 milioni di persone che si iniettano droghe, 6,1 milioni vivono con l'epatite C, 1,6 milioni vivono con l'HIV e 1,3 milioni hanno sia l'epatite C che l'HIV. 

La tubercolosi poi è un'altra delle malattie più diffuse tra questi consumatori rispetto alla popolazione generale. Sulla base dei dati limitati disponibili da studi in Europa, Asia e Americhe, la prevalenza della tubercolosi tra i "drogati" è stimata a circa l'8%, mentre la prevalenza di questa patologia nella popolazione generale a livello globale è stimata a meno dello 0,2%. Il trattamento della tubercolosi è particolarmente complesso per queste persone poiché potrebbero vivere con più malattie infettive coesistenti (come HIV ed epatite C) oltre a quelle psichiatriche come depressione ed ansia. Inoltre sono molti gli ostacoli alla prevenzione e al trattamento della tubercolosi perché queste persone sono più difficili da curare rispetto alla popolazione generale. Nell'ultimo decennio, l'impatto negativo sulla salute dato dal consumo delle droghe è aumentato molto rapidamente e le malattie da disturbi da uso di oppiacei e di cocaina sono risultate più alte tra le donne che tra gli uomini.
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Le vite bruciate dalle droghe. Infograficapisano

La produzione e lo spaccio mondiale dell'eroina

Il Rapporto di UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) "World Drug Report 2017" si occupa di osservare i flussi delle varie droghe nel mondo sia quelle a base vegetale come la cocaina, gli oppiacei e la cannabis, che quelle sintetiche, e, come sempre, mira a migliorare la comprensione del problema e a contribuire a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare il suo impatto sulla salute e sulla sicurezza.

Il mercato degli oppioidi (da cui deriva l'eroina e la morfina) sta diventando sempre più diversificato e nel 2016 la produzione globale di oppio è stata di 6.380 tonnellate, aumentata di un terzo rispetto all'anno precedente, ma in linea con la media degli ultimi 5 anni. Ultimamente lo spettro delle sostanze disponibili sul mercato della droga si è notevolmente ampliato. Una caratteristica dei modelli di consumo di droga attuali è la poli-assunzione, ed ora più che in passato questo approccio rappresenta un forte rischio dato sia dalle sostanze presenti sul mercato che dalle loro alte potenziali combinazioni. Negli Usa per esempio, dove il mercato degli oppioidi comprende una combinazione di sostanze controllate a livello internazionale, si fabbricano alcuni medicinali soggetti a prescrizione, che poi passano dal mercato legale a quello illegale venduti come farmaci contraffatti; questi farmaci sono creati per assomigliare a prodotti curativi mentre in realtà sono droghe vere e proprie e l'uso combinato di eroina e questi numerosi prodotti detti "oppioidi di ricerca" con altre sostanze psicoattive sta causando un altissimo numero di decessi.

I sequestri di oppio ed eroina sono rimasti abbastanza stabili a livello globale indipendentemente dai cambiamenti annuali nella produzione di oppio (l'Afghanistan base della produzione ha incrementato la coltivazione di papavero rispetto all'anno precedente) e nel Nord America in particolare si registra un picco di sequestri rispetto al 2015. Nella mappa i flussi delle tratte sono determinati sulla base del Paese di origine, partenza, transito e destinazione del prodotto sequestrato. Le frecce di flusso rappresentano la direzione della tratta: le origini delle frecce indicano l'area di produzione o quella di ultima provenienza, le estremità delle frecce indicano l'area di consumo o quella della prossima destinazione della tratta.
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Dal produttore al consumatore di oppio. Infograficapisano


L'ecstasy una droga mutante in espansione

Il Rapporto di UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) "World Drug Report 2017" si occupa di osservare i flussi delle varie droghe nel mondo sia quelle a base vegetale come la cocaina, gli oppiacei e la cannabis, che quelle sintetiche, e, come sempre, mira a migliorare la comprensione del problema e a contribuire a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare il suo impatto sulla salute e sulla sicurezza.

Il mercato dell'ecstasy è cresciuto in complessità e in varietà. In questa mappa si possono vedere tutti i flussi nel mondo dal 2012 al 2015 e le frecce non rappresentano la fonte, la produzione o la quantità prodotta ma solo la direzione della diffusione della sostanza. Tre le tipologie principali: compresse contenenti poca o nessuna MDMA (3,4-metilendiossimetamfetamina);  compresse con un contenuto estremamente elevato di MDMA; ed  "ecstasy" venduto sotto forma di polvere o di cristallo con nomi diversi. I tablet "Ecstasy", con un alto contenuto di MDMA, sono di particolare interesse in Europa, dove le forze dell'ordine hanno scoperto anche strutture di produzione di MDMA su scala industriale. 

Le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS) sono prodotti in continua evoluzione, diversificazione e crescita. Il mercato continua ad essere caratterizzato dall'emergere di un gran numero di nuove sostanze di vari gruppi chimici, tra il 2009 e il 2016, 106 Paesi hanno segnalato la nascita di 739 diverse NPS all'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC). Commercializzate in molti modi e forme diverse, le nuove sostanze spesso, dopo essere emerse, scompaiono di nuovo, mentre alcune vengono regolarmente utilizzate da un ristretto gruppo di utenti e nel tempo è anche cresciuto un mercato mirato solo per alcune tipologie di NPS. Dal 2009 al 2015 ogni anno è stato segnalato un gruppo principale di oltre 80 nuove sostanze che sembra essersi stabilito sul mercato e alcune di queste sono state poste sotto controllo internazionale. Il gran giro di affari in Europa coinvolge i seguenti Paesi: Gran Bretagna, Irlanda, Finlandia, Lettonia, Danimarca, Olanda, Belgio, Francia, Spagna, Germania, Austria, Polonia, Ungheria, Romania e Italia.
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Il mercato dell'Ecstasy in espansione. Infograficapisano



Il ricco mercato in espansione della cocaina

Il Rapporto di UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) "World Drug Report 2017" si occupa di osservare i flussi delle varie droghe nel mondo, sia quelle a base vegetale come la cocaina, gli oppiacei e la cannabis, che quelle sintetiche, e, come sempre, mira a migliorare la comprensione del problema e a contribuire a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare il suo impatto sulla salute e sulla sicurezza.

In questa mappa vengono analizzati solo i flussi di cloridrato di cocaina pura nel mondo nel periodo 2011/2015, basata su di una produzione mondiale di 1.125 tonnellate solo nel 2015 e quindi ne analizza la produzione, il consumo e la lotta al traffico. Vengono poi evidenziati anche quei percorsi legati a questo business che si riferiscono alla criminalità organizzata, ai flussi finanziari illeciti, alla corruzione e al terrorismo. Generalmente i dati sulla coltivazione, il traffico e l'uso di droga indicano un'espansione del mercato della cocaina in tutto il mondo. La produzione di questa sostanza è aumentata del 30% nel periodo 2013-2015 a causa dell'aumento delle coltivazioni in Colombia. L'uso di cocaina sembra aumentare nei due maggiori mercati, il Nord America con un +40% di sequestri e in Europa con un +35% nel 2015. Si può notare anche che il traffico si espande verso Est, e gli indici segnalano un aumento del mercato nei paesi asiatici. Nel complesso nel 2015 i quantitativi di cocaina intercettati in Asia sono aumentati di oltre il 40% rispetto all'anno precedente, mentre del 56% dal 2010 a cui si aggiunge il dato del Medio Oriente del 40%. 

In Europa infine operano importanti gruppi della criminalità organizzata che li vede coinvolti anche nel traffico di cocaina con un 35%, poi nel contrabbando di migranti, nei crimini della proprietà organizzata, nelle accuse di frode e nella tratta di esseri umani (Fonte: UNODC, adattato da Europol SOCTA 2017). 
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Le vie della cocaina nel mondo. Infograficapisano

La mappa della libertà di stampa nel mondo

Reporters sans Frontières ogni anno dal 2002 pubblica i dati della ricerca sulla libertà d'informazione nel mondo e lo ha fatto anche per il 2018. La classifica è un elenco di 180 paesi, stabilito secondo il criterio del grado di libertà goduto dai giornalisti. È una fotografia dello stato di libertà della stampa basata su un apprezzamento del pluralismo, sull'indipendenza dei media, sulla qualità del quadro giuridico e sulla sicurezza dei giornalisti in questi paesi. Non è quindi un dato di politica pubblica, anche se i governi hanno naturalmente una responsabilità importante in questa classifica e né un indicatore della qualità della produzione giornalistica in un Paese, ma un indice realistico che individua la libertà di un giornalista di svolgere la propria professione.

La ricerca rivela che il 39% su 180 Paesi analizzati la libertà d'informazione versa in "situazione difficile e molto grave", il 35% ha "problemi significativi", il 17% gode di una situazione "piuttosto buona" e solo il 9% risulta in una posizione veramente "buona". Il Nord Europa si piazza in cima a questo indice mentre anche quest'anno la Corea del Nord guadagna l'ultimo posto. L'Italia recupera 6 posizioni rispetto al 2017, e si posiziona al 46° posto, ma la situazione di giornalisti intimiditi e minacciati, in particolare nella capitale Roma e al Sud d'Italia, rimane gravissima e dura ormai da molti anni, con addirittura 12 giornalisti sotto protezione delle forze dell'ordine 24 ore al giorno. 
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La mappa della libertà di stampa nel mondo. Infograficapisano

In Europa e nel Nord Italia tira una brutta aria

Da un rapporto del 2017 di Air Quality in Europe pubblicato da EEA, European Environment Agency, si può capire l'entità dell'inquinamento dell'aria in Europa e in Italia. Come si può vedere dalle mappe la concentrazione di polveri sottili detto PM10 e Ozono troposferico, altamente inquinanti, è sparsa nel continente e una delle zone più a rischio per la qualità dell'aria respirata dai cittadini è il Nord dell'Italia. Legambiente con un rapporto chiamato Mal'Aria 2018 pone sotto osservazione proprio la situazione del nostro Paese. Nella somma dei due fattori inquinanti, le città interessate che superano i limiti costantemente tutto l'anno sono 31, di cui 28 superano i 100 giorni e 16 superano addirittura i 150 giorni. Sono tutte città del Nord Italia dell’area padana per intenderci a riempire la classifica, con l’aggiunta di Frosinone nel Lazio e Terni nell'Umbria. 

Sommando i giorni di aria inquinata respirata dai cittadini nel corso dell’anno la città di Cremona risulta in cima in questa lista con 178 giorni di inquinamento rilevato (105 per le polveri sottili e 73 per l’ozono); Pavia 167, Lodi, Mantova e Monza seguono a pari giornate con 164 giorni di inquinamento totale, Asti 162, Milano 161 e Alessandria 160 seguono a ruota. La popolazione residente in questi capoluoghi ammonta a circa 7 milioni di abitanti che, in pratica, ha respirato polveri e gas tossici molto nocivi circa un giorno su due nel peggiore dei casi come a Cremona, al massimo uno su quattro nel caso di Biella in fondo alla classifica con 87 giornate. Numeri che si traducono in problemi di salute, costi per il sistema sanitario e impatti rilevanti sugli ecosistemi. Se si dovessero poi applicare oggi i limiti suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla quantità di popolazione esposta all'inquinamento del PM10 e dell'ozono la % salirebbe dall'attuale 16/20% (con la normativa in vigore) ad un drammatico 50/60%. 
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Inquinamento da PM10 e Ozono, dati 2017. Infograficapisano

La creatura più letale non è quella che più ti aspetti

Molte volte abbiamo pensato che l'animale che uccide più umani al mondo potrebbe essere lo squalo e il leone, ma questi dati relativi alle uccisioni di uomini nel 2015 dimostrano che è solo una nostra fantasia dovuta o ad antichi istinti o a racconti letterari o addirittura ad immagini cinematografiche. I peggiori killers di uomini aspettano in agguato nell'aria e colpiscono a tradimento succhiando il sangue e trasmettendo alcuni virus spesso letali: le zanzare. 

Le zanzare sono responsabili della maggior parte dei decessi correlati agli animali, 830.000 all'anno per l'esattezza. Per fare un confronto, gli esseri umani uccidono 580.000 uomini all'anno, i serpenti 60.000 mentre i leoni uccidono per difesa nel loro habitat circa 100 persone mentre gli squali nel mare spengono 6 vite. Le zanzare diffondono il virus Zika, così come la febbre Dengue e la Febbre Gialla ma queste malattie non sono ciò che le rende così letali. Le maggiori quantità di decessi sono legati alla trasmissione della Malaria che è un'infezione parassitaria diffusa, che può portare anche gravi complicanze fino all'insufficienza di organi e alla morte. La Malaria da sola è responsabile di oltre la metà delle morti per puntura di zanzare, soprattutto nell'Africa sub-sahariana. Tra il 2000 e il 2015, le morti per questa patologia sono diminuite del 62%, traducendo in 6.8 milioni di vite salvate, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità.  Non esiste un vaccino ampiamente disponibile per la Malaria, sebbene alcuni Paesi siano pronti a prendere parte ad un programma pilota per un vaccino a partire dal 2018, secondo quanto riferito dall'OMS. La febbre Dengue, un'altra malattia trasmessa da questi killers, è diventata una delle principali cause di ospedalizzazione e morte tra i bambini in alcuni paesi asiatici e latino-americani. Varie specie di zanzare trasportano diversi virus: l'Aedes aegypti  trasporta Zika e Dengue, il gruppo invece Anopheles, trasporta la Malaria.

A parte i vaccini e gli sforzi preventivi come le zanzariere per tenere lontani gli insetti, sradicare le zanzare è uno dei modi migliori per frenare la diffusione di malattie infettive mortali. Allora, forse, potrebbe esserci un nuovo animale sulla terra più letale, cioè l'uomo che occupa un poco onorevole secondo posto. Infine da notare che un animale molto conosciuto come il cane provoca 17.400 morti il più delle volte perché è portatore della rabbia che è letale per l'uomo.
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Le specie che uccidono di più. Infograficapisano



Le "città intelligenti" più sicure del mondo

I grandi cambiamenti demografici stanno creando città con dimensioni di popolazione precedentemente inimmaginabili. Nel 2016, c'erano 31 città-megalopoli con più di 10 milioni di abitanti, si stima che nel 2030 cresceranno a 41. Inoltre si registra un altro importante cambiamento: il rapido dispiegamento del digitale e delle tecnologie alla ricerca della cosiddetta "città intelligente".

The Safe Cities Index 2017 è un rapporto di The Economist Intelligence Unit che annualmente redige un indice che classifica 60 città. Gli indicatori sono principalmente 4 e sono relativi alla sicurezza digitale, alla sicurezza sanitaria, alla sicurezza delle infrastrutture e alla sicurezza personale. I risultati chiave dell'indice si possono sintetizzare così: le città asiatiche ed europee restano in cima all'indice: tra le città nelle prime 10 posizioni, 4 sono le città dell'Asia orientale (Tokyo, Singapore, Osaka e Hong Kong), mentre tre (Amsterdam, Stoccolma e Zurigo) sono europee. L'Asia, il Medio Oriente e l'Africa dominano il fondo dell'indice: Dhaka, Yangon e Karachi sono in fondo alla lista. Delle 10 città in fondo all'indice generale, 3 sono nel sud-est asiatico (Manila, Ho Chi Minh City e Jakarta), 2 nell'Asia meridionale (Dhaka e Karachi) e 2 nel Medio Oriente e in Africa ( Il Cairo e Teheran). Per l'Italia 2 le città: Milano si classifica al 24° posto subito dopo Parigi e Roma al 27°. La sicurezza rimane strettamente legata alla ricchezza ma la posizione in classifica delle città ad alto reddito è in calo, mentre le città nelle economie più sviluppate dominano la cima dell'indice. Interessante il dato sul profilo di rischio di attacco terroristico in alcune città europee, la conta dei decessi nel 2015 per terrorismo sono 30 mila a confronto con il dato dello stesso anno di morti per incidenti stradali di 1,2 milioni di persone. 
Classifica città intelligenti sicure del mondo
Le città più sicure al mondo. Infograficapisano

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