INFOGRAFICA E DINTORNI

INFORMATION GRAPHICS E COMUNICAZIONE VISIVA

Roma capitale del narcotraffico. La guerra dei Boss

Il IV Rapporto “Mafie nel Lazio” 2019 dell’Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio definisce bene lo scenario della spartizione e del controllo di Roma da parte dei maggiori Gruppi, Clan e Famiglie di mafia italiana e straniera e la dimensione del suo principale giro di affari: il mercato della droga.


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La mappa delle piazze di spaccio di droga a Roma. Infograficapisano

Le principali piazze di spaccio di Roma
Sacra Corona Unita, Cosa Nostra, Camorra e 'Ndrangheta i dominatori del mercato delle sostanze stupefacenti stringono d'assedio la Capitale d'Italia. Tutte le periferie del traffico e dello spaccio di stupefacenti fino nel cuore di Roma, Casilino, San Basilio, Tor Bella Monaca, Quarticciolo, Torre Maura, Quadraro, Tuscolano-Cinecittà, Romanina, Primavalle, Donna Olimpia-Monteverde e il più centrale Quartiere Africano.

Operazioni antidroga del 2018
Haschish la principale sostanza sequestrata nelle operazioni antidroga della Polizia di Stato-Direzione Centrale per i Servizi Antidroga nel 2018, a seguire la marijuana, poi la cocaina, l'eroina e le droghe sintetiche.

Le operazioni e gli arresti antidroga nella Capitale
3.943 le operazioni portate a termine dalle Forze dell'ordine nel Lazio, quasi tutte concentrate su Roma con 3.511 arresti, con una crescita da 29 a 118 indagati da parte della Direzione distrettuale antimafia per associazione di tipo mafioso dal 2017 al 2018.

Storia di copertina del Fatto Quotidiano del 18 novembre 2019

Spari e boss in fuga, Roma ora è di Senese

Roma, la Capitale ora è di Senese.
Tra spari, boss in fuga e il vice di Carminati tornato libero Tor Bella Monaca, San Basilio, Romanina, Quarticciolo, Corviale, Primavalle, Ostia e Acilia, Tufello, Val Melaina, Quadraro. Sono alcune delle venti “piazze di spaccio” di Roma, quelle considerate chiuse, spesso con tanto di vedette alla Scampia di Gomorra, che da oggi lo Stato proverà a scardinare con l’invio, annunciato in pompa magna dal ministro dell’Interno Luciana […]

di Giampiero Calapà | 18 Novembre 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/11/18/spari-e-boss-in-fuga-roma-ora-e-di-senese/5568237/


Quanti saremo fra trent'anni. Il sorpasso dell'India

Il World Population Prospects 2019 restituisce un quadro complesso della crescita della popolazione mondiale e il dato principale è che si arresterà intorno al 2050. L’aumento demografico più importante avverrà nei Paesi in via di sviluppo. Anche l’aspettativa di vita è destinata ad aumentare.

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La crescita della popolazione mondiale. Infograficapisano
Impressionante che 9 Paesi da soli contribuiranno alla crescita mondiale nel 2050 e sono: gli Stati Uniti (dato legato alla sua crescita economica), in Africa l'Egitto, l'Etiopia, la Tanzania, la Repubblica Democratica del Congo e la Nigeria; in Asia il Pakistan, l'India e l'Indonesia. Battuta di arresto clamorosa invece per la crescita della popolazione della Cina che viene sorpassata dall'India con 1.639 milioni di indiani tra trent'anni. 

Crescita della popolazione mondiale
I 47 Paesi meno sviluppati saranno quelli che avranno una più rapida e massiccia crescita di popolazione e si stima che nel 2100 si raddoppierà. Dal dato del 2019: 1.625 al 2100: 4.541 milioni di persone. 

La crescita dei Paesi africani
I Paesi dell'Africa subsahariana potrebbero rappresentare oltre la metà dell’incremento della popolazione mondiale tra il 2019 e il 2050. 

Un mondo più longevo
L’aumento dell’aspettativa di vita causerà una forte crescita della fascia della popolazione sia quella dai 25 ai 64 anni che oltre i 65 anni.

Dopo il 2050, il calo della natalità
La crescita segnerà una battuta d’arresto intorno al 2050. In quell’anno, nel 70% dei Paesi ogni donna avrà in media meno di 2,1 figli (soglia della crescita zero).

Come cambia l’aspettativa di vita
Aumenterà su scala globale, resterà tuttavia un gap di longevità fra Paesi più e meno sviluppati. Nel 2050 in America ed Europa la media sarà di 83,2 anni, nei 47 Paesi meno sviluppati sarà di 71,8 anni di vita per una media globale di 77,1 anni.

Su "Aggiornamenti sociali" Orientarsi nel mondo che cambia" nel numero 11 di novembre 2019. www.aggiornamentisociali.it

Berlino 30 anni dopo. I nuovi muri della paura

LE RECINZIONI DI CONFINE CONTEMPORANEE sono costruite con lo stesso intento delle antiche mura. Ci sono muri che separano culture e religioni, che stabiliscono la proprietà della terra, barriere che regolano il commercio e recinzioni che limitano i traffici e soprattutto le nuove migrazioni. Sono cambiati i materiali di costruzione da terra, mattoni e muratura a strutture sofisticate che includono cemento, filo spinato, sensori, personale addetto, unità cinofile, veicoli di pattuglia, apparecchiature a infrarossi, elicotteri, aerei e droni.

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I muri della discordia. Infograficapisano
Trent'anni dopo la caduta del muro di Berlino e soprattutto con l'ingresso del nuovo Millennio, sono aumentati in tutto il pianeta, in modo esponenziale, la quantità di muri, barriere, fili spinati, fossati e pattugliamenti, per cercare di difendersi non solo da azioni di tipo criminale o terroristico ma anche e in particolare per cercare di arginare le migrazioni dei popoli. Un'Europa arroccata come un castello medievale da Nord a Sud, da Est a Ovest stretta tra la Russia di Putin e l'Africa e il Medio Oriente. Muri e barriere di ogni tipo, anche con uso di tecnologie avanzatissime dette "muri digitali", che prevedono l'interazione tra droni e satelliti, e che hanno il compito di monitorare i confini come avviene già in molti Paesi, per esempio su tutto il confine del Brasile, e anche in Europa, tra la Svizzera e l'Italia, dove da anni esiste un sistema di controllo di droni ricognitori operativi e in servizio alle Forze Aeree Svizzere che sorvolano le Alpi italiane.

Berlino non insegna: nel mondo 170 muri

Elegia di un muro molto alto. Versi potenti di Mustapha Benfodil. Cinquantenne poeta, drammaturgo, scrittore. E’ andato in Palestina. Ha visto. Ha sofferto. Ha metabolizzato rabbia. Indignazione. Tristezza. “Il cemento è una lingua barbara/Il muro è un paese irrazionale”. Aveva vent’anni quando il Muro di Berlino venne fatto a pezzi il 9 novembre del 1989. […]

di Leonardo Coen | 28 Ottobre 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/10/28/berlino-non-insegna-nel-mondo-170-muri-2/5536199/

Clima, spariranno caffè e cioccolato e molti altri

Clima, spariranno per sempre caffè e cioccolato e molti altri a causa del riscaldamento globale che rappresenta un'enorme minaccia per il pianeta soprattutto per la sopravvivenza di molte varietà di coltivazioni. Con la mutazione climatica il cibo rischia di ridursi o di scomparire proprio a causa delle numerose variazioni meteorologiche che cambiano quelle condizioni di base utili e necessarie per la loro produzione. 

Quali i cibi a rischio estinzione
Il cioccolato, il caffè, la frutta con nocciolo, le banane, l'avocado, le fragole, i germogli di soia, l'uva da vino, lo sciroppo di acero, le arachidi, il grano mais riso, i ceci.

I 12 cibi che rischiamo di perdere per sempre. Infograficapisano©RIPRODUZIONE RISERVATA
Sono 12 i cibi che per vari motivi sono in pericolo e che potremmo nei prossimi anni non trovare più sulle nostre tavole sia per mancanza di coltivazione dovuta a cambiamenti climatici che per conseguenti ragioni economiche e anche di produzione. Potrebbero diventare per queste ragioni cibo solo per "élite" come le banane, le fragole, il grano e il cioccolato vista la grande difficoltà di coltivazione perché necessita della più alta quantità di acqua per crescere.

Lo scenario della sicurezza alimentare
La previsione mondiale al 2050 è catastrofica. Ipotizzando i livelli massimi di emissioni e il peggior grado di adattamento dell’ambiente al cambio climatico, risultano negative le prospettive della capacità di garantire in modo costante e generalizzato acqua e cibo per la sopravvivenza di tutti gli uomini.
 
I più inquinanti e chi ha più sete
I cibi più inquinanti sicuramente sono le produzioni di carne che causano il 18% di gas serra (GH) nell'atmosfera, poi c'è l'impronta idrica media globale. Molti alimenti richiedono enormi quantità di acqua per crescere, come per esempio il più assetato come il cacao e anche la carne, il burro e il formaggio e la desertificazione di molte aree del pianeta dove vengono coltivati, potrebbe provocare un un enorme calo di produzione
Sul Fatto Quotidiano

Clima, spariranno caffè e cioccolato
Dimenticate l’avocado, cibo modaiolo che impazza in ristoranti onnivori e vegani oltre che su Instagram, dove è uno dei cibi più fotografati. Il riscaldamento globale sta mettendo a dura prova la sua produzione, e infatti i prezzi sono in crescita costante. Il motivo è semplice: occorrono oltre trenta di litri di acqua per produrne trenta […]

Di Elisabetta Ambrosi
 
 
Lo trovi sul FQ
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/09/30/clima-spariranno-caffe-e-cioccolato/5486210/
La doppiapagina del Fatto Quotidiano con l'inchiesta sul cibo
Fonte: Water footprint network; World Economic Forum 2019, Future of Food. Elaborazione dati e infografica Bruna Pisano©RIPRODUZIONE RISERVATA

Cambiamenti climatici. I rischi di un mondo fragile

Il World Risk Report 2018 è stato calcolato su una base di indici variabili che calcolano l'esposizione di 172 Paesi ai pericoli naturali di vario genere. Le regioni più a rischio di catastrofi si trovano in Oceania, nel Sud-est asiatico, nell'America centrale e nell'Africa occidentale e centrale. Vanuatu è il paese con il più alto rischio di disastro. Tonga è al secondo posto e le Filippine sono al terzo posto. In questi paesi, l'esposizione a eventi naturali estremi come cicloni o terremoti è molto alta. 


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I maggiori rischi del mondo. Infograficapisano
Contemporaneamente, mostrano un livello molto alto di vulnerabilità sociale. 13 dei 15 paesi con la più alta vulnerabilità sociale si trovano in Africa. Nove stati insulari sono rappresentati tra i 15 paesi con il più alto rischio di catastrofi. Sono particolarmente esposti a pericoli naturali quali inondazioni, cicloni e innalzamento del livello del mare.

I paesi che si classificano tra il 170 e il 172, vale a dire quelli con il minor rischio di catastrofi sono l'Arabia Saudita (valore dell'indice: 1,39), Malta (valore dell'indice: 0,57) e Qatar (valore dell'indice: 0,36), sono tutti poco minacciati da rischi naturali e vulnerabilità sociale da bassa a molto bassa.
Inoltre circa un bambino su quattro nel mondo vive in un'area colpita da disastri. Crisi e disastri hanno un impatto enorme sullo sviluppo dei bambini perché possono essere inibiti per tutta la loro vita da conseguenze fisiche e mentali dirette e indirette, specialmente quando le ferite e il trauma non vengono curati e non possono guarire.

I timori degli esperti. Il Global Risk Report 2019. 
Si tratta di un’indagine che offre una prospettiva dei rischi ad alto impatto e con le maggiori probabilità che accadano sia nell'anno che in prospettiva, nei prossimi 10 anni, in cui gli esperti hanno valutato 30 differenti rischi globali e le tendenze che potrebbero amplificarli o contenerli, raggruppati nelle tradizionali 5 Categorie: rischi economici, ambientali, geopolitici, sociali e tecnologici.

Nel Rapporto 2019, a destare le preoccupazioni maggiori sono i rischi ambientali per il 3° anno consecutivo, rappresentando 3 dei 5 principali rischi che potrebbero accadere e di quelli che darebbero luogo ai maggiori impatti a livello globale (disastri naturali; eventi meteorologici estremi; il fallimento delle azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici), anche se la crisi idrica (al 4°posto tra quelli di maggior impatto) inserita nella macroarea sociale, può essere ricondotta a situazioni di tipo ambientale. Seguono poi  in termini probabilità i disastri ambientali provocati dall’uomo (6°posto) e la perdita di biodiversità (8°posto).

Inoltre i cambiamenti climatici stanno aggravando la situazione dei Paesi costieri più vulnerabili all’innalzamento del livello del mare e milioni di persone entro il 2050 saranno costrette ad abbandonare permanentemente le loro città per spostarsi all'interno. Dopo le questioni ambientali, i rischi che hanno maggiori probabilità di verificarsi su un orizzonte temporale di 10 anni sono la “massiccia frode e furto di dati” e gli “attacchi informatici”. Sono tornate a preoccupare anche le tensioni geo-economiche, influenzate da politiche, dazi e scarsi investimenti. Il tasso di crescita globale sembra aver raggiunto il picco, mentre la disuguaglianza, in particolare all’interno dei vari Paesi, continua ad aumentare e viene vista come un forte spinta ai rischi globali. 
(Sulla rivista "Aggiornamenti Sociali". Orientarsi nel mondo che cambia).


Ibernazione. Dalla fantascienza alla realtà terapeutica

Quanto la natura può ancora insegnare agli scienziati lo studio del letargo del mondo animale, quello stato molto diverso dal sonno, quello in cui l'animale spegne attivamente il proprio metabolismo e abbassa il suo consumo energetico. 

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La dinamica dell'ibernazione. Risorsa Freepik. Infograficapisano 
Quanto può scendere la temperatura corporea umana e a quanti gradi °C il corpo si difende per evitare effetti collaterali. È possibile andare oltre l'utilizzo della "Ipotermia terapeutica" già praticata nella medicina con pazienti con danni cerebrali o con ictus e quando invece gli scienziati potranno spingersi ancora oltre il limite del "Raffreddamento passivo", il cosiddetto "Torpore sintetico", per evitare i danni collaterali di un abbassamento della temperatura molto sotto i 30 °C...

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Le Scienze agosto 2019. Infograficapisano
Tutto sull'ibernazione e molto altro ancora in edicola col numero 612 di agosto de "Le Scienze" edizione italiana di Scientific American

Inseguendo il torpore

di Matteo Cerri

Indurre negli esseri umani uno stato simile a quello dell’ibernazione degli animali sarebbe un traguardo epocale con vaste applicazioni...

http://www.lescienze.it/plus/edicola/offertacopiasingolascienze.jsp

Mafia, un dominio fatto di traffici di droga e crimine

Il vero impero mondiale quello della "Mafia" descritto dalla Relazione semestrale del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla DIA, la Direzione Investigativa Antimafia.

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L'Impero della Mafia. Infograficapisano
Una presenza di dominio assoluto di famiglie, gruppi e clan italiani che si contendono gli affari mondiali del narcotraffico e di tutti gli altri traffici illegali legati alla droga. Cosa Nostra, 'Ndrangheta, Camorra sono i principali gruppi criminali che attraverso gli stupefacenti, il riciclaggio, i reati finanziari, il gioco d'azzardo, le scommesse online, il traffico di armi e di essere umani negli anni sono riusciti a creare questo indiscusso impero del crimine mondiale "Made in Italy". 
UNODC, United Nations Office on Drugs and Crime, ha redatto un report "World Drug Report 2017" con l'analisi di tutte le rotte del narcotraffico che la criminalità internazionale percorre per far arrivare gli stupefacenti in tutte le parti del mondo. In questa mappa si evidenzia il percorso della cocaina, dai luoghi di produzione fino ai luoghi di arrivo e spaccio.

Il Fatto Quotidiano 29/07/2019-n°207/6-7

L’Italia che eccelle nell’export: delle mafie
di Lucio Musolino 
“Ma non li puoi mandare in bitcoin?”. “Non li vogliono, vogliono i soldi contanti”. “Ma questo scemo di merda… Questi sono strani allora”. È il 18 febbraio 2017 quando tre soggetti della Locride discutono di come pagare la cocaina ai narcos sudamericani che volevano solo contanti e in dollari. Nessun problema per i calabresi che, […]

La Google connection: così Cosa nostra s’adegua ai tempi
di Enrico Fierro 
Le mafie italiane hanno sempre tenuto molto alla loro immagine. L’hanno promossa con tutti i mezzi che i tempi offrivano. Cosa sono le processioni religiose nei paesi del nostro Sud, con le Madonne ingioiellate e i santi fatti inchinare sull’uscio delle case dei boss se non una rappresentazione del senso religioso e, soprattutto, del potere […]

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/07/29/litalia-che-eccelle-nellexport-delle-mafie/5354783/

Chi è più generoso è sicuramente più felice al mondo

Il WORLD HAPPINESS REPORT 2019 indaga sulla felicità percepita in 156 Paesi nel suo VII° rapporto attraverso alcuni indicatori che sono: il Pil pro capite, il supporto sociale, l'aspettativa di vita sana, la libertà di fare scelte di vita, la generosità e la percezione della corruzione. 

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La mappa della felicità. Infograficapisano
In cima a questa classifica ci sono tutti i Paesi scandinavi e in coda, lo si può constatare dalla mappa realizzata in 5 fasce analizzando dall'indice più alto a quello più basso, molti i Paesi africani e asiatici, dove sono alti i conflitti e le disuguaglianze sociali. All'ultimo posto il tormentato Sud Sudan. L'Italia si prende il 36° posto grazie alla speranza e alla alta aspettativa di vita e soprattutto al sostegno familiare, ma resta in basso per la mancanza di prospettive per i giovani, la mancanza di libertà nelle decisioni, l'alta percezione della corruzione e la sfiducia diffusa verso il governo e le istituzioni. L'analisi poi dell'uso dei social nei giovani evidenzia una paurosa caduta verticale delle interazioni sociali e della felicità in generale. Interessante il dato relativo alle prime 10 in classifica che risultano essere i più felici anche perché i maggiori "dispensatori di donazioni" ad organizzazioni umanitarie e ad azioni di volontariato. Quindi chi dona di più e più felice.

Il Fatto Quotidiano 22/07/2019-n°200/10-11

Non solo ricchezza, la felicità arriva aiutando il prossimo
di Elisabetta Ambrosi
Si può essere infelici pur avendo 17.500 dollari di reddito all’anno a testa (che è quanto risulta dividendo il reddito globale per i 7 miliardi e 700 milioni di persone sulla terra)? A quanto pare sì, visto che gli esseri umani non sono felici come invece ci si aspetterebbe se considerassimo unicamente la loro ricchezza. […] 

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/07/22/non-solo-ricchezza-la-felicita-arriva-aiutando-il-prossimo/5341017/









L'Eritrea, la grande speranza di un futuro di pace

Dopo l'accordo di pace con l'Etiopia, si riaccende nel giovane e tormentato paese del Corno d'Africa la speranza di un futuro.

Per una riconciliazione nazionale, la lettera dei vescovi cattolici dell'Eritrea.
«Come uscire dal circolo vizioso in cui ci stiamo da tempo dimenando? Pace e riconciliazione! Ecco il primo e più alto punto da cui partire». Di fronte al protrarsi di una crisi generale, che da tempo porta i giovani a «scrutare l’orizzonte in cerca di una via di fuga, quale che sia e purché sia», i vescovi cattolici dell’Eritrea hanno pubblicato il 28 aprile, in occasione della Pasqua del rito copto alessandrino cattolico, una lettera...

Eritrea-Pace-Giovani-Indipendenza
L'Eritrea, lo Stato africano di giovani. Infograficapisano

Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Documenti, 13/2019, pag. 430

GLI ARGOMENTI

Le 17 Terre Rare vitali per lo sviluppo della tecnologia

Molte di queste Terre furono scoperte all’inizio dell’800 quando si capì che alcuni minerali ne ospitavano altri sotto forma di ossidi con...